[21/02/2011] News

I problemi del (mini) rinascimento nucleare olandese. Greenpeace: «Irrealistico e pericoloso».

LIVORNO. Il governo olandese ha approvato i requisiti necessari per costruire nuove centrali nucleari, con l'obiettivo di approvare una nuova pianificazione del settore entro il 2015 da sottoporre alle osservazioni dell'opinione pubblica, dei governi locali e delle imprese». In una nota del Rijkoverheid, il parlamento olandese, si legge che «Il governo vuole un mix ragionevole di energia. Nel quale si inserisce l'energia nucleare. Le centrali nucleari aiuteranno a combattere i cambiamenti climatici e a fornire energia a prezzi accessibili e affidabili Il governo ritiene che sia una scelta logica nella transizione verso le energie rinnovabili».

Secondo il calendario proposto dal governo olandese le nuove centrali nucleari cesserebbero la loro attività solo intorno al 2080, rendendo così questa asserita transizione verso le energie rinnovabili una prospettiva a lunghissimo termine. Attualmente in Olanda è in funzione solo un reattore nucleare ad acqua pressurizzata a Borssele, che fornisce il 4% dell'energia elettrica dei Paesi Bassi.

Le scorie nucleari high-level sono attualmente stoccate per 100 anni nell'impianto Habog della Covra, che dovrebbe essere ampliato a spese degli operatori nucleari. Il governo pensa di riuscire ad approvare entro il 2014, ben prima di quanto richiesto dall'Ue, un piano per lo smaltimento geologico reversibile, basato sulle formazioni saline o argillose.

Il mercato energetico olandese è liberalizzato, quindi il ruolo del governo è quello di definire un quadro in cui la imprese energetiche private siano in grado di soddisfare gli obiettivi dati dalla politica. Il documento approvato chiarisce che non ci saranno investimenti statali nel nucleare, anche se il processo di regolamentazione verrà razionalizzato e semplificato, se necessario, per fornire chiarezza e tempestività degli interventi. Detto questo, il governo ha confermato la sua ferma volontà di rilasciare al più presto le licenze per costruire una centrale nucleare, almeno prima della fine del suo mandato nel 2015.

I requisiti fondamentali fissati sono che i progetti di reattori e i livelli di sicurezza devono essere ai pù alti standard attuali, con specifiche che riguardano espressamente un rischio di fusione del nocciolo di meno di uno su un milione di anni; la garanzia di sicurezza anche sotto l'impatto di un aereo e del no off-site impact per tutte le alte eventualità più gravi; tempi di evacuazione limitati per le aree intorno alle centrali.

I gestori delle centrali nucleari sarebbero pienamente responsabili per i costi di dismissione e di gestione delle scorie e su queste due cose dovrebbero presentare al governo le relative garanzie finanziarie. La scelta del ritrattamento del combustibile nucleare usato apparterrebbe all'operatore, mentre i contributi verrebbero allocati in un fondo gestito dalla Central Organisation for Radioactive Waste (Covra) destinato allo studio dello smaltimento definitivo delle scorie radioattive sotto qualsiasi forma.

La stessa World Nuclear News, l'agenzia stampa delle multinazionali nucleari, non sembra molto soddisfatta per questa serie di paletti che altrove fanno scappare a gambe levate le imprese atomiche affamate di denaro pubblico, e sottolinea che «Il documento non è del tutto chiaro su quali progetti di reattori siano accettabili. Niente "ancora in sviluppo o in fase sperimentale" sarà consentito, ha detto il governo, collegandolo al desiderio di condividere l'esperienza operativa in corso per le nuove costruzioni e il funzionamento dei reattori di terza generazione».

A dire il vero un paio di pretendenti ci sono già. Dopo aver sottomesso al governo olandese una preliminary notice a metà 2009, la Delta intende chiedere una nuova licenza nucleare nei primi mesi del 2012 ed avviare la costruzione della centrale entro il 2015, pensando di averla già operativa nel 2019. Una proposta simile è stata avanzata anche da Energy Resources Holding (Erh). Entrambe si basano però sull'ampliamento della centrale di Borssele, della quale Delta ed Erh detengono ognuna il 50% delle quote.

La cosa non convince per nulla Greenpeace Nederland che considera il rinascimentoi nucleare olandese irrealistico e pericoloso e non crede affatto che la costruzione di un nuovo impianto nucleare possa avvennire già nel 2015. «Una seconda centrale nucleare nei Paesi Bassi è non solo non auspicabile, ma neanche realistica. Per cominciare, il governo non ha idea di cosa fare con la grande quantità di scorie nucleari che il nuovo impianto produrrà. Verhagen (Maxima Verhagn, il ministro degli esteri, dell'economia, dell'agricoltura e dell'innoaszione olandese, ndr) pensa allo smaltimento sotterraneo in grotte saline o in strati profondi di argilla. Ma c'è molta opposizione nei Paesi Bassi. Le province la scorsa settimana hanno inviato una lettera urgente a L'Aia, opponendosi al deposito sotterraneo di scorie nucleari nei loro territori».

Secondo gli ambientalisti olandesi stoccare le scorie nucleari nel terreno porta con sé grandi rischi: «Come le scprie radioattive nelle acque sotterranee, che mettono a rischio l'approvvigionamento idrico. L'unica vera soluzione al problema delle scorie è fermare l'energia nucleare».

Ike Teuling, responsabile della campagna clima ed energia di Greenpeace Nederland sottolinea che «L'Olanda è responsabile delle proprie scorie. Ma invece di cercare una soluzione, il governo lascia che costruisca centrali nucleari. Si tratta di un vero e proprio struzzo»

Greenpeace fa notare che «Il tipo di energia nucleare che vuole la Delta (Epr) non è ancora in funzione in nessuna parte del mondo. La costruzione di molte di queste centrali è gravemente in ritardo, soprattutto a causa di problemi di sicurezza.«Il ministro ha dichiarato che questi impianti sono sicuri, mentre non c'è alcuna prova», dice Ike Teuling. Greenpeace si oppone da anni contro un secondo impianto nucleare nei Paesi Bassi: «Le centrali nucleari sono inquinanti, costose e pericolose. Sono anche un ostacolo in mezzo alla strada della transizione verso le fonti energetiche realmente rinnovabili come l'energia eolica e il solare».

Torna all'archivio