[30/05/2013] News

Copernicus, dallo spazio un progetto per l'occupazione e l'ambiente

Verso un Servizio europeo di sorveglianza e localizzazione dei satelliti e dei detriti spaziali

In un mondo nel quale il rischio di catastrofi naturali e di origine antropica è in aumento, la Commissione europea è convinta che «Il nuovo programma Copernicus garantirà l'osservazione e il monitoraggio regolari dell'atmosfera, degli oceani e delle superfici continentali, fornendo informazioni affidabili, convalidate e garantite a sostegno di una vasta gamma di applicazioni e decisioni ambientali e di sicurezza. Il programma è inoltre un motore della crescita economica e incoraggia le piccole e medie imprese a sviluppare servizi orientati all'utenza, creando in tal modo crescita e occupazione in un settore dell'economia chiaramente orientato al futuro».

Per questo la Commissione Ue ha proposto il nuovo programma di osservazione della terra Copernicus, con un bilancio di 3.786 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, e spiega che «Questo importo sarà utilizzato per finanziare lo sviluppo, l'avvio e il funzionamento di una serie di satelliti (le "sentinelle") e per istituire sei servizi operativi che trasformeranno le immagini satellitari in prodotti informativi immediatamente utilizzabili».

Copernicus è il nuovo nome del programma di osservazione della terra della Commissione europea, che prima si chiamava Global Monitoring for Environment and Security (Gms),  e  punta a fornire all'Europa «Un accesso continuo, indipendente e affidabile a dati e informazioni relativi all'osservazione della Terra».

Copernicus si articola in 6 diversi servizi: monitoraggio dei mari, dell'atmosfera, del territorio e dei cambiamenti climatici  e supporto ai servizi di emergenza e di sicurezza, utilizza dati dei satelliti e dei sensori in situ, come  boe o sensori aerei, «Per fornire informazioni e previsioni affidabili e tempestive a sostegno (ad esempio) dell'agricoltura e della pesca, dell'assetto territoriale e della pianificazione urbana, della lotta agli incendi boschivi, della risposta alle catastrofi, del trasporto marittimo o del monitoraggio dell'inquinamento atmosferico».

Ecco i servizi che fornirà Copernicus: monitoraggio del territorio che fornisce informazioni a sostegno della concezione e dell'adeguamento delle politiche europee, quali le politiche ambientali di protezione della natura e della biodiversità; le politiche relative alle risorse naturali, ai rischi ambientali, alla valutazione dell'impatto ambientale, alla direttiva quadro sulle acque; le politiche regionali, di coesione territoriale e di sviluppo spaziale; la politica comune nel settore dei trasporti e le politiche per le Piccole e medie imprese; servizio marino che fornisce informazioni sullo stato degli oceani, compreso il livello del mare, sulle correnti, sui livelli di salinità e sulle chiazze di petrolio; servizio atmosferico che fornisce informazioni sui cambiamenti chimici nell'atmosfera responsabili dei cambiamenti climatici, sulla qualità dell'aria, nonché informazioni sulla radiazione solare; servizio di supporto alla risposta alle emergenze per far fronte alle catastrofi naturali, per esempio ai rischi legati alle condizioni climatiche (quali tempeste, incendi, inondazioni), ai rischi geofisici (quali terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche, frane e cedimenti), ai disastri provocati dall'uomo e alle emergenze umanitarie e civili. Queste ultime, particolarmente complesse, richiedono una risposta multidisciplinare;  servizio di supporto alla sicurezza, ad esempio nel settore della sorveglianza marittima effettuata dalle guardie costiere o del monitoraggio delle infrastrutture per ridurre il numero di attacchi terroristici; servizio per i cambiamenti climatici che sarà sviluppato trasversalmente ai fini della raccolta di un flusso continuo di dati affidabili su indicatori specifici per l'elaborazione di scenari relativi ai cambiamenti climatici.

La Commissione Ue sottolinea che «Secondo studi recenti che hanno analizzato l'impatto probabile di Copernicus sull'economia europea, il vantaggio finanziario minimo previsto è di circa 30 miliardi di euro  entro il 2030, oltre alla creazione di circa 50 000 posti di lavoro. Inoltre, qualora prevalgano condizioni favorevoli nel mercato a valle (compresa la garanzia di condizioni di parità mediante una politica di accesso pieno, libero e aperto ai dati Copernicus) si prevede che i benefici cumulativi potrebbero aumentare ulteriormente di un fattore compreso tra 5 e 10, con conseguenti benefici dell'ordine di 200 miliardi di euro  entro il 2030».

Il 28 febbraio la Commissione Ue ha adottato una comunicazione sulla politica industriale spaziale che segna una tappa importante per lo sviluppo della politica spaziale dell'Unione europea come settore industriale strategico per la crescita e per l'innovazione. Illustrando la nuova strategia industriale alla Commissione industria, ricerca ed energia (Itre) del Parlamento europeo il commissario all'industria ed all'imprenditoria, Vittorio Tajani ha sottolineato che «Grazie alla decisione presa dal Consiglio a febbraio, infatti, più di 11 miliardi di euro del bilancio dell'Ue dovrebbero andare al settore dello spazio nei prossimi sette anni, pari a circa 1,5 miliardi all'anno e più del doppio della dotazione attuale. È un ammontare ingente, che rappresenta circa un quarto del fatturato annuale del settore. La comunicazione individua cinque grandi obiettivi per il futuro del settore: 1) istituire un quadro normativo coerente; 2) sviluppare una base industriale solida, efficace ed equilibrata in Europa e sostenere la partecipazione delle Pmi; 3) sostenere la competitività dell'industria spaziale europea su scala mondiale e incoraggiare il settore a diventare più redditizio; 4) sviluppare mercati per applicazioni e servizi spaziali, che sono fonti importantissime di crescita e di occupazione per la nostra economia; 5) garantire la non dipendenza tecnologica e l'accesso autonomo allo spazio».

Per quanto riguarda l'altro grosso progetto spaziale, Galileo, dopo l'accordo politico raggiunto da Commssione e Cnsiglio Ue ed Europarlamento, l'obiettivo è quello di fornire il primo servizio alla fine del 2014, per fare in modo che, dopo anni di lavori preparatori, gli utenti inizino finalmente a raccogliere i frutti della costellazione di Galileo. «Miriamo ad avere 18 satelliti in uso entro la fine del 2014 e non meno di 26 entro il 2016 - ha detto Tajani - Non appena avremo a disposizione i fondi del nuovo Quadro finanziario pluriennale, procederemo con l'approvvigionamento degli ultimi lotti di satelliti e di componenti sulla terraferma. Questo porterà la costellazione a 30 satelliti e, per allora, la responsabilità della gestione operativa di Galileo sarà stata trasferita all'Agenzia Gnss.

Quando l'Ue assumerà la responsabilità di queste due infrastrutture satellitari cruciali, sarà necessario salvaguardare le loro operazioni. «E' ampiamente riconosciuto che i detriti spaziali e i rischi di collisione sono diventati delle minacce gravi per le nostre attività spaziali - ha detto Tajani all'Itre - Le attività di sorveglianza dello spazio e di localizzazione sono uno strumento essenziale, che permette agli operatori satellitari di ridurre i rischi in maniera efficace. Di conseguenza, la Commissione, utilizzando per la prima volta la nuova base giuridica dedicata allo spazio (art 189) introdotta dal Trattato di Lisbona, ha proposto un programma che promuove l'istituzione di un apposito Servizio europeo di sorveglianza e localizzazione. Quest'ultimo si fonda sulle risorse già esistenti negli Stati membri, quali radar e centri dati, garantendo quindi anche un uso efficiente delle risorse finanziarie. Lo scopo è fornire i servizi agli operatori satellitari e agli Stati membri. In cambio, la Commissione è pronta a co-finanziare i costi operativi sostenuti dagli Stati membri. Sono consapevole che queste attività toccano da vicino gli interessi di sicurezza nazionali. Proprio per questo le risorse che gli Stati membri faranno confluire nel Servizio europeo di sorveglianza dello spazio e di localizzazione rimarranno sotto il loro pieno controllo. Il Parlamento europeo ha chiesto, di frequente, la creazione di un sistema europeo di sorveglianza dello spazio. Ora che la proposta è sul tavolo, mi auguro che potremo continuare a contare sul vostro sostegno».

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