[30/05/2013] News toscana

Lupi o presunti tali, se il problema non sarà gestito gli agricoltori annunciano il "fai da te"

In Provincia di Pisa, nel Volterrano, la presenza dei lupi (o di cani rinselvatichiti) sta mettendo a dura prova la pazienza e le tasche degli allevatori. Decine gli assalti ai greggi, molti finiti nel peggiore dei modi, cioè con la sottrazione dei capi, che si sono verificati nelle zone di Volterra, Pomarance, Castelnuovo VC.

L'ultimo, fa sapere la Coldiretti, è stato rilevato la scorsa notte quando Bartolomeo Carta, allevatore molto noto nella zona, è riuscito a scongiurare un attacco, l'ennesimo per la sua azienda, da parte di una coppia di lupi che aveva provato a "scippare" una delle pecore dal suo gregge. C'è riuscito grazie ai sei cani che difendono i suoi greggi e ad un po' do fortuna. «Ma così non si può andare avanti - ha commentato Carta - la notte ci tocca dormire con un occhio aperto perché i lupi sono sempre in agguato. Appena abbassi la guardia sono pronti a colpire. La situazione è diventata insostenibile per chi, come noi, di allevamenti è costretto a vivere. Di questo passo abbandoneremo tutto».

Solo nel 2012 sono almeno 70-80 i capi "scomparsi" dai greggi e gli allevatori si sono rivolti più volte alle istituzioni per chiedere aiuto senza avere risposte: «ho scritto a tutti per denunciare questa situazione, mancano solo Napolitano e il Papa Francesco» ha aggiunto Carta che poi ha spiegato: «le recinzioni non funzionano e poi come si fanno a recintare 10-20 ettari di terreni? I greggi sono al sicuro solo dentro le stalle quando dovrebbero invece stare all'aria aperta».

Gli agricoltori non possono essere lasciati soli di fronte a questo problema, come è necessario ribadire che il lupo, quello vero, il Canis Lupus è un animale che va tutelato. Per questo la sua presenza che crea senza dubbio disagi al settore zootecnico, rappresenta una problematica che deve essere gestita in modo condiviso (a partire dall'informazione) tra istituzioni, enti di ricerca, associazioni e operatori, per evitare derive illegali persecutorie nei confronti degli animali e al contempo garantire e salvaguardare le attività zootecniche e il diritto di fare impresa agricola.

Purtroppo il clima di esasperazione che si registra nelle zone suddette e la mancanza di interventi delle istituzioni,  pare che faccia propendere per soluzioni "fai da te"  per allontanare i lupi. Gli allevatori stanno pensando alle ronde, ma anche all'istituzione di un corpo di vigilanza notturna privata per sorvegliare i greggi formata dagli stessi agricoltori. «Il clima è esasperato tra gli allevatori e come dargli torto- ha commentato Fabrizio Filippi, presidente provinciale Coldiretti. Subiscono danni alle greggi e alla produzioni di latte e si vedono portare via, da sotto gli occhi, quello che gli da dà da vivere. In Toscana c'è un problema lupi da gestire, come esiste un problema ungulati. La fauna selvatica è troppo numerosa. L'equilibrio è saltato».

Può essere ma ad occhio i conti non tornano. I lupi pare non siano soddisfatti della presenza cospicua degli ungulati visto che attaccano i greggi. Quindi quanti sono? Quanti ne sono stati censiti? Gli elementi di conoscenza sono alla base di una corretta gestione del problema di cui deve essere investito ad esempio l'Ispra.  «Di questo passo - ha aggiunto  Aniello Ascolese, direttore provinciale Coldiretti - le poche aziende di allevamento che sono riuscite con enorme difficoltà a resistere in questi anni in aree marginali e montane chiuderanno ed in quei territori non rimarrà più nessuno. A parte il lupo ed i cinghiali».

Coldiretti Pisa poi  segnala un altro problema legato allo smaltimento delle carcasse, tanto che un anno fa aveva proposto la creazione di cimiteri aziendali per seppellire le carcasse degli ovini sbranati dai predatori. L'intensificarsi degli attacchi dei lupi, ed il conseguente aumento dei decessi dei capi di capre e pecore, costringe, per legge, gli allevatori a smaltire le carcasse, considerate "rifiuto speciale", presso l'inceneritore a proprie spese.

Ogni smaltimento può costare alcune centinaia di euro. «Per l'impresa, già vessata da tutta una serie di rincari di costi, il danno da predazione - ha spiegato Ascolese - è un danno doppio». Coldiretti consiglia agli allevatori di dotarsi dell'apposita assicurazione agevolata, per mezzo del Co.Di.Pra (Consorzio difesa produzioni agricole), per avere un paracadute per queste evenienze. «L'assicurazione non risolve tutti i problemi ma è uno strumento importante per avere indietro parte del danno subito», ha concluso Filippi.

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