[17/05/2013] News toscana

La frontiera del riciclo si allarga in Toscana: c'è la firma per il riciclaggio dei pannolini

La Revet di Pontedera individuata come possibile centro per l’installazione dell’impianto brevettato Fater, leader del mercato dei prodotti assorbenti

Il progetto di riciclo dei pannolini portato avanti da Fater - l'azienda che produce tra gli altri i prodotti a marchio Pampers e Lines - prova ad allargarsi anche in Toscana. Dopo l'impianto pilota realizzato in Veneto e che entrerà a regime nelle prossime settimane, la multinazionale che ha la propria sede a Pescara punta oggi a realizzare un impianto analogo in Toscana. Il progetto è stato presentato stamani nel corso di Terrafutura, la manifestazione in programma fino a domenica alla Fortezza da basso di Firenze, dove al termine del seminario tecnico il direttore generale di Fater, Roberto Marinucci, e il presidente di Revet e Revet Recycling, Valerio Caramassi, hanno siglato l'accordo che dovrà esplorare le possibilità economiche per creare in Toscana una filiera di riciclo dei prodotti assorbenti per bambini e adulti.

Lo stabilimento Revet di Pontedera è stato infatti individuato come possibile centro per l'installazione dell'impianto di riciclo dei pannolini brevettato da Fater, il cui cuore è un grosso autoclave, capace attraverso il vapore di aprire i pannolini, sterilizzarli eliminando tutti gli agenti patogeni e i cattivi odori. Il successivo trattamento consentirà di separare le due componenti dei prodotti assorbenti: le fibre cellulosiche che saranno riutilizzate per produrre imballaggi in cartone, e la plastica che trasformata in granuli potrà essere utilizzata per realizzare nuovi ri-prodotti, visto che in entrambi i casi il settore utilizza materie prime di altissima qualità. I test effettuati finora su diversa scala mostrano un tasso di riciclo effettivo pari all'84% del materiale immesso, che nell'impianto pilota veneto dovrebbe attestarsi  su una capacità di trattamento di 5-8mila tonnellate, mentre per quello toscana si pensa a un impianto di dimensioni doppie.

L'analisi Lca realizzata da Ambiente Italia ha dimostrato che dal punto di vista ambientale il riciclo del monouso vanterebbe addirittura una carbon footprint negativa: infatti, non solo recupera tutte le emissioni prodotte nella fase della raccolta differenziata (raccolta, logistica, trasporto...), ma addirittura porta un vantaggio di 18 kg di CO2 equivalente per tonnellata trattata, rendendo questo sistema (teoricamente) preferibile addirittura ai pannolini biodegradabili e a quelli lavabili.

«In Italia  si producono ogni anno 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani - ha detto il Sustainability innovation manager di Fater, Marcello Somma - e di questi il 3% è rappresentato dai prodotti assorbenti per la persona: pannolini per bambini, prodotti per l'incontinenza, assorbenti e tamponi femminili ammontano a 900mila tonnellate l'anno, e visto che in molti comuni italiani questi prodotti sono raccolti in modo differenziato per poi finire comunque in discarica (74%) o alla termovalorizzazione (26%) ci siamo assunti l'onere di trovare una soluzione al problema, e per questo cerchiamo amministratori interessati ad attivare sui loro territori questa nuova filiera del riciclo in cui tutti abbiamo da guadagnare».

Più cauto il presidente di Revet, Valerio Caramassi: «Mi contenterei che l'assunto alla base di questo progetto , ovvero che ‘tutti hanno da guadagnarne' si traducesse in "nessuno ha da rimetterci", perché se qualcuno dovesse rimetterci non dico sul piano economico ma anche solo in termini di complicazioni logistiche, allora ci ritroveremmo con gli stessi soggetti che nei convegni fanno tanti applausi ma poi nella pratica sono molto meno entusiasti. Dal nostro punto di vista è evidente che l'ipotesi di recuperare partite omogenee di plastiche è funzionale alle attività di riciclo di Revet Recycling che fra due mesi inaugurerà il proprio impianto di riciclo delle plastiche miste derivate dalle raccolte differenziate toscane».

Nel seminario tecnico di stamani non è mancato poi l'approfondimento giuridico, con la giurista ambientale della Sapienza di Roma ed esperta de Il Sole 24 Ore Paola Ficco, che ha spiegato come attivare e gestire questa raccolta dal punto di vista normativo e della codifica dei Cer.

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