[14/05/2013] News toscana

Acqua, concentrarsi sul merito degli interventi: come finanziare le opere?

L’Autorità indipendente che è partita con il piede sbagliato per l’acqua, riuscendo a scontentare tutti

Approfondire gli aspetti finanziari e contrattuali del nuovo metodo tariffario definitivo per il servizio idrico, a partire dagli aspetti critici che potranno emergere dall'applicazione del metodo transitorio, è l'obiettivo del convegno nazionale "Effetti contrattuali e finanziari della nuova regolazione idrica: verso il metodo tariffario definitivo", organizzato da Confservizi Cispel Toscana, Anea e Federutility svoltosi oggi a Firenze. 

«Definire un sistema di regole che rispetti il referendum ma anche il diritto comunitario, che tuteli il consumatore sull'efficienza della gestione e che consenta ai gestori di sostenere gli investimenti in una fase di contrazione del credito e in un quadro di rispetto dei contratti sottoscritti e di mantenimento dell'equilibrio economico finanziario- ha dichiarato il presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo- Occorre definire un Metodo chiaro, non ambiguo  che risolva seriamente i problemi di regolazione economica del settore con strumenti veri e non con soluzioni ambigue».

Il metodo cosiddetto transitorio non convince Confservizi Cispel Toscana come viene rigettato dal Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua e dai sostenitori del referendum. Quindi l'Autorità indipendente che bene aveva fatto nella regolazione nel settore dell'energia elettrica e gas è partita con il piede sbagliato per l'acqua, riuscendo a scontentare tutti.

«Restiamo convinti del fatto che attribuire le competenze economiche e tariffarie ad una autorità tecnica terza, competente ed indipendente come l'Aeeg sia la scelta giusta, ma proprio per questo non siamo convinti che le prime mosse della Autorità siano state coerenti con questa impostazione, proprio a partire dalle modalità adottate sulla cosiddetta Tariffa transitoria- ha aggiunto De Girolamo- E' stata scelta una strada complicata, individuando un Metodo transitorio che non si è limitato ad intervenire sul tema della remunerazione del capitale, ma ha destrutturato il meccanismo di calcolo già attuato in buona parte d'Italia, connesso quindi a contratti di gestione e di finanziamenti ed aprendo quindi una nuova stagione di instabilità, che ha finito per rallentare gli investimenti. In particolar modo  le scelte di modificare la vita utile dei beni, e di non accettare la regola dell'ammortamento finanziario, hanno prodotto delle alterazioni radicali nei meccanismi di finanziamento degli investimenti in essere e di conservazione dell'equilibrio economico finanziario dei gestori, pubblici o privati che fossero. Per far fronte a queste alterazioni si sono inventate soluzioni tecniche artificiali e astruse, come quella relativa al Fondo Nuovi Investimenti».

Sul fronte opposto il Forum toscano dei Movimenti per l'Acqua ribadisce che il referendum ha abrogato l'adeguata remunerazione del capitale investito, ma il nuovo metodo tariffario elaborato dall'Aeeg la ripropone sotto altro nome. In tema di investimenti, De Girolamo lancia un appello al neosottosegretario alle Infrastrutture Erasmo D'Angelis.

«Occorre garantire buone regole di funzionamento per un settore vitale, che fattura 8 miliardi di Euro all'anno, sostiene 5 miliardi di euro all'anno di investimenti ed è chiamato a fare 65 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 15 anni. Dovrebbe essere interesse di tutti e una delle priorità di questo Paese, per risolvere i problemi idrici, ma anche per far ripartire il Paese e creare nuova occupazione» ha concluso De Girolamo. Di investimenti ha parlato anche  Adolfo Spaziani, direttore generale di Federutility ma la cifra di 65 miliardi l'ha spalmata in un arco temporale diverso. «Per far fronte agli investimenti del settore idrico (oltre 65 mld nei prossimi 30 anni), il governo scelga come finanziare le opere: tasse, trasferimenti o tariffe».

Più precisamente Federutility chiede al governo che si inserisca stabilmente nei piani di programmazione pluriennali e nei documenti economici quale sarà la proporzione tra tasse, trasferimenti e tariffe nella copertura degli investimenti del servizio idrico. Propone quindi il metodo europeo (Eureau), che prevede la copertura dei costi dei servizi pubblici attraverso le tasse (indipendentemente dal consumo idrico e dalla composizione del nucleo tariffario); i trasferimenti (dall'Ue, dallo stato e dagli enti territoriali, con condizioni di erogazione per area e caratteristiche progettuali); o tariffe (direttamente collegate al consumo e al servizio reso, in quanto corrispettivo). Altri soggetti, ad esempio lo stesso Forum, parlano di far leva in parte sulla fiscalità generale, su fondi dedicati, sulla finanza pubblica, ma al di là delle opzioni scelte bisogna decidere finalmente qualcosa di concreto perché il settore potrebbe in questo momento di crisi offrire la possibilità di creare nuovi posti di lavoro. Scelte le modalità di investimento, su cui si sta incartando da troppo tempo il dibattito, sarebbe opportuno soffermarsi invece nel merito delle cose da fare e sul come farle anche se qualche indicazione di massima viene dal dossier di Federutility presentato nel corso del convegno, sugli investimenti attesi, in particolare quelli direttamente connessi con la tutele della risorsa idrica e dell'ambiente.

Il dossier  (basato su una ricognizione dei 34 maggiori gestori idrici) mostra che l'ammontare complessivo degli investimenti che possono essere messi immediatamente in cantiere  è di 4.569.145.981 euro divisi come segue: 1.803.066.106 euro per le aziende del Nord Italia (corrispondente al 39% del totale); 938.403.211 euro per le aziende del Centro Italia (corrispondente al 21% del totale); 1.827.676.644 euro (per le aziende del Sud Italia (corrispondente al 40% del totale). Il numero totale di interventi corrispondenti è 628, diviso come segue: 74 interventi previsti dalle Aziende del Nord Italia (corrispondente al 12 % del totale); 160 interventi previsti dalle Aziende del Centro Italia (corrispondente al 25 % del totale); 394 interventi previsti dalle Aziende del Sud Italia (corrispondente al 63 % del totale). La maggior parte degli investimenti necessari sono concentrati sulla manutenzione e sulla costruzione di nuovi impianti di fognatura e depurazione, soprattutto nel Mezzogiorno.

«Da fine giugno lo Stato dovrà far fronte a centinaia di milioni di euro di sanzioni dall'Unione Europea sul tema della depurazione - ha ricordato il sottosegretario alle infrastrutture Erasmo D'Angelis - multe che andranno dai 20 mila ai 700 mila euro al giorno! Dobbiamo evitare questa figuraccia mondiale, paragonabile a quella dei rifiuti a Napoli. Due italiani su dieci non sono collegati ad una fogna e tre su dieci non sono collegati ad un depuratore. L'acqua è un bene comune e universale, quindi non può più essere rimosso dalle politiche economiche nazionali».

E' il fronte della depurazione, infatti, quello di maggiore allarme, a causa della condanna da parte della Corte di Giustizia Ue per il mancato trattamento dei reflui urbani. Le sanzioni previste possono arrivare a 714.240 euro al giorno, ad una multa secca in base al Pil (che per l'Italia potrebbe essere di 9.902.000 euro) e alla sospensione dei finanziamenti europei.

 

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