[13/05/2013] News

Dieci, cento, mille rapaci sul tuo orizzonte: lo spettacolo della migrazione a Messina

Seconda edizione "Dieci, cento, mille rapaci sul tuo orizzonte", per seguire anche quest'anno sull'incantevole scenario paesaggistico dello Stretto di Messina lo spettacolo della grande migrazione dei rapaci.

Organizzata dal CEA Messina onlus con il patrocinio del CESV Messina la manifestazione è inserita nel Calendario Ambientale 2012/2013 promosso dal Coordinamento Azioni Ambientali di Messina.

Presenti alla partenza a Colle S.Rizzo il presidente del Ramarro Sicilia, prof. Renato Carella e il prof. Nino Mantineo che da Presidente del CESV Messina ha patrocinato le iniziative del Calendario Ambientale 2012/2013 sottolineando l'importanza tra l'altro dell'azione sinergica della rete e del volontariato per la sensibilizzazione sui temi ambientali e  la salvaguardia delle bellezze paesaggistica del Territorio dei Peloritani.

L'occasione di avere presenti i Soci della Associazione del "Ramarro Sicilia" di Caltagirone ha consentito ai partecipanti anche di visitare il Centro Polifunzionale di Camaro, grazie alla gentile collaborazione dell'Azienda Foreste Demaniali di Messina, che ha ospitato i partecipanti nelle proprie strutture con  la consueta professionalità e cortesia.

Le avverse condizioni meteo in quota non hanno consentito la successiva visita all'area di Ziriò ed il gruppo dei partecipanti dopo il saluto al Campo di Osservazione promosso da MAN con la collaborazione del WWF e della NABU sui Peloritani nel trentennale della presenza di presidio ed osservazione (www.migrazione.it) si è diretto nell'area di Timpazzi (Mortelle-Tono) per visitare le Dune Costiere, che  oltre a rappresentare un importante ecosistema meritevole di conservazione, svolgono un ruolo importante nella difesa della costa dall'aggressione del mare. Sono infatti un ostacolo fisico al suo avanzamento e costituiscono un consistente deposito di sabbia che può ripascere naturalmente la spiaggia dopo che le mareggiate invernali hanno distrutto la spiaggia ed intaccato la duna stessa. Le dune costiere sono uno degli ambienti naturali più minacciati, perché il turismo balneare le considera un inutile ingombro. Centinaia di chilometri di coste hanno già perduto ogni naturalità e al posto delle dune sorgono edifici costieri, strade, parcheggi, stabilimenti balneari. Pochi sistemi dunali si sono conservati dove l'utilizzo della spiaggia si è mantenuto più a lungo sostenibile. Anche in questi luoghi, tuttavia, la distruzione avanza: anno dopo anno le concessioni demaniali aumentano e i gestori ampliano poco alla volta lo spazio occupato dalle loro attrezzature. La stessa pulitura dell'arenile con mezzi meccanizzati porta alla sparizione delle dune.

Questa "variante" al programma ha consentito ai partecipanti di apprezzare durante il tragitto le bellezze dello Stretto di Messina, che per gli aspetti morfologici, può essere rappresentato come un imbuto con la parte meno ampia verso nord, in corrispondenza della congiungente ideale Capo Peloro (Sicilia) - Torre Cavallo (Calabria); verso sud, invece, questo imbuto si apre gradualmente fino al traverso di Capo dell'Armi (Calabria). Il limite settentrionale è nettamente identificabile, mentre quello meridionale può avere un significato geografico, o idrologico; quest'ultimo può essere considerato la linea ideale che congiunge Capo Taormina (Sicilia) con Capo d'Armi (Calabria). Come area idrologica, anche il confine settentrionale è ben più ampio di quello geografico e comprende l'area del Mar Tirreno compresa tra Capo Milazzo, l'arco delle Isole Eolie e le coste del Golfo di Gioia in Calabria.

Infatti a causa della sua peculiare conformazione geo-morfologica , a forma di "imbuto", lo Stretto rappresenta una vera e propria "galleria del vento" che costringe i flussi eolici nei bassi strati ad incanalarsi e amplificarsi scorrendo parallelamente all‘orientamento della linea di costa (un po' come avviene all‘interno di una grossa vallata o un canyon). In Italia statisticamente solo le Bocche di Bonifacio, il Canale d'Otranto e il Canale di Sicilia, risultano più ventilati rispetto al braccio di mare fra Reggio e Messina. Proprio attorno lo stretto, grazie alla sua singolare orografia, quasi quotidianamente si attivano delle intense correnti termiche, con spiccate caratteristiche ascensionali, derivate da lievi differenze di pressione e di temperature fra le coste del basso Tirreno e l'area ionica.

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