[07/05/2013] News

Specie marine "aliene" corrono sulle autostrade oceaniche: come fermare la bioinvasione?

La globalizzazione, con la sua crescente richiesta di trasporto delle merci, ha aperto imprudentemente il varco ad una nuova, silenziosa invasione: l'importazione di specie aliene potenzialmente dannose attraverso le acque di zavorra delle navi da carico. Animali e piante possono chiedere un passaggio sui cargo,  come clandestini nelle cisterne di zavorra o attaccati allo scafo della nave. Al loro arrivo in un nuovo porto, le specie aliene possono causare il caos ambientale in acque precedentemente incontaminate. Le specie invasive possono portare le specie autoctone verso l'estinzione, modificare interi ecosistemi ed avere un forte impatto sull'economia umana.

Un team di ricercatori anglo-tedesco ha pubblicato su Ecology Letters la ricerca The risk of marine bioinvasion caused by global shipping nel quale sottolinea che «Con l'aumento del l commercio globale e dei trasporti Il tasso di invasioni biologiche è fortemente aumentato negli ultimi decenni, soprattutto a causa della rapida diffusione delle specie». Lo studio mette insieme la rete dei movimenti globali delle navi cargo, le condizioni ambientali portuali e la biogeografia per quantificare la probabilità di nuove importanti invasioni attraverso il rilascio delle acque di zavorra. «Abbiamo trovato che i rischi di invasione variano ampiamente tra gli ecosistemi costieri - scrivono i ricercatori su  Ecology Letters  - e classifichiamo le ecoregioni marine in base al rischio di invasione totale ed alla diversità delle loro fonti di invasione. In tal modo, identifichiamo le rotte ad alto rischio di invasione, gli hot spot della bioinvasione e le principali regioni sorgente dalle quali  è probabile che si verifichi una bioinvasione. Le nostre previsioni si accordano con le osservazioni sul campo e rivelano che la probabilità di invasione tra porti donatore e ricevente è più alta per le distanze geografiche intermedie. I nostri risultati suggeriscono che i modelli di invasione basati sul network possono servire come base per lo sviluppo di efficaci strategie di gestione mirate della bioinvasione».

Gli scienziati britannici dell'università di Bristol e tedeschi dell'università di Oldenburg hanno studiato alcune aree come la baia di San Francisco o la Chesapeake Bay scoprendo che ogni anno sono raggiunte da diverse nuove specie esotiche all'anno. Gli effetti a catena di questa bioinvasione per i pescatori, agricoltori, l turismo ed industria provocano miliardi di dollari di danni ogni anno. Ambientalisti ed ingegneri navali stanno cercando di evitare la prossima grande invasione, ma senza sapere quando e dove si può verificare, le possibilità di farlo restano limitati.

Grazie ad un progetto di ricerca, finanziato dalla Volkswagen Foundation, il team ha ottenuto i registri dettagliati di quasi tre milioni di crociere di navi nel 2007 e nel 2008. «A seconda della particolare rotta percorsa da ogni nave - si legge in un resoconto dell'università Oldenburg - i ricercatori hanno stimato la probabilità che una specie sopravviva al viaggio e stabilisca una popolazione nei successivi porti di scalo. Anche se questa probabilità è molto piccola per ogni singolo viaggio, i numeri salgono rapidamente perché moderni volumi del traffico merci sono enormi».

«Se si viaggia per 20 mila km, è piuttosto improbabile che un organismo sopravviva, dato che l'acqua di zavorra non è l'ambiente più accogliente in cui vivere - ha detto a Bbc News Michael Gastner,  docente di ingegneria matematica all'università di Bristol - Si chiama roulette ecologica. La probabilità di vincere dal punto di vista l'invasore è veramente molto piccola ma dato che il numero di tentativi sono ora in crescita e con navi nuove e più grandi, si gioca alla roulette tanto da diventare, prima o poi, probabilmente un vincitore.

Bernd Blasius dell'Institute for chemistry and biology of the marine environment dell'università Carl-von-Ossietzky di Oldenburg, spiega che «Il nostro modello combina informazioni quali i le rotte di navigazione, le dimensioni della nave, le temperature e la biogeografia per arrivare a previsioni locali della probabilità di invasione». Il risultato finale è che gli hot spot della bioinvasione sono i grandi porti asiatici come Singapore e Hong Kong e i canali di Panama e Suez, ma anche che i porti degli Stati Uniti, come New York e Long Beach, sono tra i siti di maggiore probabilità invasione. Queste vie d'acqua sono notoriamente trafficate, ma il traffico non è l'unico fattore importante. Per esempio, il Mare del Nord non è tra le regioni più a rischi, nonostante l'intenso traffico navale, infatti le temperature sono più basse, rendendo più difficile la sopravvivenza delle specie aliene, ma  gli arrivi dall'altra parte dell'Atlantico costituiscono una seria minaccia per il Mare del Nord: la maggior parte degli organismi invasivi proverranno dalla costa orientale del Nord America. Hanno Seebens, anche lui dell'università di Oldenburg, sottolinea: «Abbiamo anche confrontato irisultati del nostro modello con i dati sul campo. E, in effetti, la maggior parte delle specie aliene in realtà hanno origine da lì».

Anche se il rischio di invasioni future sembra molto grave, lo studio contiene anche un messaggio di speranza: «Se gli ingegneri navali potessero prevenire che almeno alcuni potenziali invasori salgano a bordo, il rischio totale di invasione potrebbe essere attenuato notevolmente. Rimuovendo con successo una specie dal 25% dei tanks di zavorra che arrivano in ogni porto (ad esempio con filtri, prodotti chimici o radiazioni), la probabilità complessiva di invasione diminuisce del 56%. La riduzione è così sproporzionatamente grande perché l'effetto del trattamento delle acque di zavorra si moltiplica nei successivi stopovers».

I ricercatori però ammettono che la bioinvasione è un processo complesso e che i dati sulle invasioni passate sono tutt'altro che completi. Per questo, di fronte a queste incertezze, hanno simulato vari scenari e dicono che «E' interessante notare che i principali risultati sono paragonabili per i diversi modelli, prevedono  gli stessi hot spot ed autostrade globali della bioinvasione. Il traffico sulle principali rotte di navigazione svolge il ruolo maggiore per il calcolo. Gastner, , aggiunge: «Gli spostamenti navali in questi ultimi anni sono ben documentati, ma ci sono molte incognite sul futuro delle rotte commerciali. Per esempio, il futuro dell'economia mondiale rimane incerto, e i passaggi artici potrebbero diventare navigabile come conseguenza del global warming. Le simulazioni future dovranno anche tener conto che soluzioni ingegneristiche per il trattamento delle acque di zavorra dovranno eventualmente essere adottate dalle autorità portuali»

Affrontare la questione delle acque di zavorra può essere un potente mezzo di mitigazione, ma Gastner è preoccupato che la pressione economica possa impedire agli armatori di prendere le misure necessarie: «Non c'è un'unica soluzione che sembri funzionare su scala globale: le dimensioni diverse delle navi hanno diversi vincoli di ingegneria e ci vuole troppo tempo per filtrare l'acqua. Per l'industria dello shipping anche una mezz'ora extra in porto significa costi aggiuntivi, che stanno cercando di ridurre quanto più possibile».

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