[03/05/2013] News

Arriva il Giro d'Italia, e in 3mila km si riscopre il grande patrimonio del Paese: il territorio

Ad ogni tappa un geologo descriverà i luoghi del Giro, evidenziandone le caratteristiche geologiche

Inizia domani il 96esimo Giro d'Italia, per terminare tre settimane dopo. La vetrina più importante per il ciclismo nazionale metterà in mostra 3.454,8 km totali, uno spaccato del BelPaese che parte da Napoli per concludersi a Brescia: un patrimonio non soltanto per gli appassionati di sport, ma anche per tutti coloro che ambiscono a conoscere meglio un territorio meraviglioso. Ecco perché il Consiglio nazionale dei geologi, parteciperà all'evento: ad ogni tappa (sono 21, in tutto), un geologo descriverà i luoghi del Giro, evidenziandone le caratteristiche geologiche.  

«Con la partecipazione dei geologi al Giro d'Italia - ha spiegato per l'occasione Gian Vito Graziano, presidente del Cng - si vuole dare un contributo di conoscenze ai meravigliosi paesaggi italiani attraversati dalle tappe, figli dell'immenso patrimonio geologico che caratterizza il nostro Paese. La valorizzazione del patrimonio naturalistico deve fondarsi sulla consapevolezza che la conoscenza e la comprensione dei beni geologici, dell'ambiente e del paesaggio e lo sviluppo dei sistemi di conservazione della natura, coniugano le possibilità di contribuire all'offerta di condizioni di generale benessere, estetico, sociale ed economico, di cercare nuove opportunità di studio e ricerca degli stessi beni naturali e, non ultimo, di creare condizioni per nuovi sbocchi occupazionali. La valorizzazione del patrimonio naturalistico diventa allora servizio sociale, contribuendo allo sviluppo civile, economico e culturale delle comunità locali. E' in questa direzione che si è mosso il Consiglio Nazionale dei Geologi».

Una particolare attenzione verrà garantita alla tragedia del Vajont, terribile spartiacque - tra l'altro - della geologia come disciplina. «La frana del Vajont - ha concluso infatti Gian Vito Graziano - individua forse l'avvenimento dal quale hanno preso l'avvio quegli studi che oggi sono considerati la base della moderna geologia applicata». Era il 9 Ottobre del 1963, quando una frana si staccò dal Monte Toc e si riversò nel bacino della diga, creando un'onda che investì con forza Erto, Casso, Longarone ed i loro abitanti: l'intero 2013 sarà dedicato a quelle vittime, e il Giro d'Italia renderà omaggio ai 1.909 morti della tragedia del Longarone con una tappa che giungerà in quei luoghi  il 15 maggio.

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