[03/05/2013] News

L'appello delle piccole isole in pericolo: servono azioni concrete per il clima

L'ultima tornata di negoziati sul clima delle Nazioni Unite, la seconda sessione del Ad Hoc Working Group on the Durban Platform for Enhanced Action (Adp),  è ripresa questa settimana a Bonn, in Germania.

Come spesso sembra essere il caso, il meeting è iniziato sullo sfondo di allarmanti notizie sul cambiamento climatico da parte della comunità scientifica.

I ricercatori del laboratorio di Mauna Loa hanno confermato che le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica sono sulla strada, questo mese, per superare le 400 parti per milione per periodi di tempo prolungati in gran parte dell'emisfero settentrionale. Questa preoccupante pietra miliare è particolarmente inquietante per i cittadini delle piccole isola e degli Stati con coste basse che hanno già sperimentato le alterazioni della vita dovute al riscaldamento di meno di 1 grado Celsius, compresi i cicloni tropicali più forti e più mortale, le siccità prolungate, la perdita degli ecosistemi dei coralli e delle mangrovie e, forse la cosa più allarmante, un'accelerazione dell'aumento del livello del mare.

Alla luce di queste realtà, dobbiamo raggiungere un accordo Adp che porti, in ultima analisi, le concentrazioni di CO2 al di sotto di questi livelli, al fine di limitare il riscaldamento al di sotto di 1,5 gradi Celsius entro la fine del secolo. Dato che è improbabile trovarlo in una sessione a settembre, il nostro lavoro questa settimana e nel mese di giugno deve concentrarsi intensamente sulla realizzazione di risultati concreti per il clima che siano sostenuti da  tutti noi. Un fallimento nell'agire con decisione ora richiederà solo una risposta reattiva e molto più costoso in seguito.

Due workstreams

Per dare un focus al nostro lavoro, le parti hanno convenuto di organizzare le nostre discussioni in due filoni distinti. Il Workstream 1 ha il compito di elaborare i dettagli di un protocollo da adottare al più tardi entro il 2015; il Workstream 2 deve identificare le strade per aumentare l'ambizione di mitigazione tra oggi e il 2020.

Le due tracce sono strettamente legate, ma non dobbiamo dimenticare che la scienza ha dimostrato chiaramente che se non riduciamo le emissioni nel breve termine, ben prima del 2020, la possibilità di evitare un catastrofico global warming,  superiore a 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, potrebbe essere irrimediabilmente perduta.

Così abbiamo ribadito il nostro appello per la creazione di due workstreams separati per garantire che le  materie oggetto del workstreams siano tenute separate.A tal fine, il secondo workstream deve concentrarsi strettamente su azioni di mitigazione specifiche e scalabili e sulle politiche che possono essere attuate immediatamente, compresi quelle delineate nell'Unep Gap Report.

Si deve inoltre prestare grande attenzione allo sviluppo di strategie capaci di superare le barriere dell'attuazione, comprese le forniture scaled-up di risorse finanziarie, tecnologia e capacity building per il mondo in via di sviluppo. 

Estendere i colloqui

Allo stesso tempo, dobbiamo espandere i colloqui oltre i soli negoziatori climatici  e lavorare per coinvolgere in questo processo l'on-the-ground expertise per lo sviluppo e l'attuazione di azioni di mitigazione di successo, compresa la società civile, gli scienziati, il settore privato e gli esperti dai ministeri competenti all'interno dei nostri governi. 

Naturalmente, la decisione di aumentare l'ambizione richiede, in ultima analisi, l'impegno al più alto livello, quindi noi chiediamo un "ministerial meeting on raising mitigation ambition" alla Cop19 a Varsavia per aiutare a costruire lo slancio politico necessario per l'adozione di più ambiziosi obiettivi di mitigazione da parte dei Paesi sviluppati e Nama (Nationally appropriate mitigation actions  volontarie, ndt)  da parte dei Paesi in via di sviluppo.

Abbiamo accolto con favore l'annuncio fatto dal segretario generale dell'Onu l'anno scorso a Doha di convocare un summit dei leader nel 2014, che servirà come un importante punto di decisione perché i Paesi  aumentino la loro ambizione.

Naturalmente, dobbiamo anche fare progressi nel  Workstream 1 sugli elementi fondamentali del nuovo accordo giuridicamente vincolante, da adottare nel 2015.

Sappiamo fin troppo bene che trasformare la politica in azione può essere un processo dolorosamente lento, quindi le decisioni che prendiamo oggi devono essere guidate dalla scienza ed essere sufficientemente ambiziose per tutelare gli interessi delle generazioni future, così come i nostri.

Il nostro lavoro per andare avanti deve continuare a costruire sulle fondamenta della Convenzione, compresi i suoi principi e disposizioni fondamentali. Ciò significa che il risultato di questo processo dovrebbe essere un Protocollo ai sensi della Convenzione applicabile a tutte le parti, che venga adottato entro il 2015 e rafforzi il regime multilaterale basato su regole e legalmente vincolante. Per essere "applicabile a tutti", richiederà la partecipazione universale ed i  contributi da tutti i partiti.

Paradossalmente, proprio mentre le soluzioni alla crisi sono più accessibili che mai, i costi dell'inazione, economica, sociale e fisica, crescono e peggiorano di giorno in giorno.

Esortiamo tutte le parti a lavorare con il maggiore senso di urgenza di questa settimana, e soprattutto con l'attenzione a fare la nostra parte per realizzare un risultato, ambizioso, completa e pertinente.

*Capo-negoziatore per Alliance Of Small Island States (Aosis) ai climate change talks dell'United Nations framework convention on climate change (Unfccc)

Questo articolo è stato pubblicato dalla Thomson Reuters Foundation.

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