[02/05/2013] News toscana

Costa Concordia, interrogazione parlamentare del PD: quali sono i danni ambientali?

Luca Sani a Orlando e Cancellieri: «La Procura di Grosseto ha aperto un’inchiesta per disastro ambientale?»

Luca Sani, coordinatore della segreteria regionale del Pd della Toscana, è il primo firmatario di un'interrogazione a risposta scritta presentata al ministero dell'Ambiente e della Giustizia per conoscere meglio alcuni elementi relativi alla rimozione del relitto della Costa Concordia.

L'onorevole Sani, rivolgendosi al suo compagno di partito Andrea Orlando, che domani sarà all'Isola del Giglio ed a  Piombino proprio per cercare di dipanare la vicenda della rimozione e smaltimento della Costa Concordia,  ed ad Annamaria Cancellieri, sottolinea che «Nelle ultime settimane, sui media locali e nazionali si sono susseguite una serie di notizie rispetto alle quali non c'è stata un'esaustiva e trasparente informazione. Notizie che interessano in primo luogo la comunità e l'amministrazione di Isola del Giglio, ma che hanno un rilievo oggettivo per tutti i centri distribuiti lungo il tratto di costa antistante l'isola, per i risvolti ambientali e per il potenziale impatto negativo sul turismo. Il primo problema è quello di quantificare e definire in termini qualitativi i danni complessivi causati ad ambiente, flora e fauna dei fondali dell'Isola, e i rischi oggettivi che corrono il Parco marino dell'Arcipelago toscano e le coste della Provincia di Grosseto. Ad oggi infatti c'è solo una stima economica molto approssimativa a fronte di un potenziale inquinante di alcune centinaia di migliaia di metri cubi d'acqua contaminata da reagenti chimici e idrocarburi ancora "imprigionati" nel relitto, ma che potrebbero sversarsi in mare aperto al momento della rimozione dello scafo. Anche per questo abbiamo chiesto di sapere se la davvero la Procura di Grosseto ha aperto un fascicolo di inchiesta per il reato di disastro ambientale, chi siano gli eventuali indagati e quali imputazioni gli siano state rivolte. Così come è importante sapere in base a quali criteri il ministero dell'Ambiente ritiene di poter quantificare complessivamente in sede giudiziaria i danni causati dal naufragio, e se questo sarà possibile presumibilmente soltanto dopo la rimozione totale del relitto, che avverrà solo tra alcuni mesi». 

Ecco il testo dell'interrogazione a risposta scritta:

Per sapere - premesso che:

il 13 gennaio del 2012 la nave da crociera Costa Concordia è naufragata davanti alle coste dell'Isola del Giglio (isola che fa parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, il più grande parco marino d'Europa compreso all'interno del santuario internazionale dei cetacei);

il relitto della nave, a 15 mesi dell'incidente, è ancora sul luogo del naufragio;

si sta svolgendo, in questi giorni, il processo sul naufragio della nave e sono circa 250 i soggetti che si sono costituiti parte civile;

la Costa Crociere sarà chiamata a rispondere in sede penale dei danni causati da propri dipendenti;

un documento dell'authority americana United States Securities and Exchange Commission ha rivelato che le assicurazioni hanno già risarcito, per i danni subiti, la Costa Crociere con 500 milioni di dollari (circa 380 - 390 milioni di euro);

tra le istituzioni che hanno avanzato la richiesta di risarcimento danni ci sono: la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i ministeri della Difesa, Interni, Infrastrutture, Economia, il Commissariato per l'emergenza ambientale, il Comune dell'Isola del Giglio, la Regione Toscana, la Provincia di Grosseto e la Camera di Commercio di Grosseto;

il Ministero dell'Ambiente non è stato ammesso (insieme ad altre associazioni ambientaliste), sempre secondo fonti di informazione come parte civile al procedimento per il naufragio della Costa Concordia;

sempre fonti di informazione hanno reso noti i risultati di un rapporto, redatto da Arpat Toscana in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente, da cui emergerebbero danni ambientali alla flora ed alla fauna sottomarine nelle acque del Giglio, a causa dell'impatto della nave sugli scogli e sui fondali;

nello specifico nel dossier sopracitato viene riportato, sempre secondo fonti stampa, che sostanzialmente:

anche alcune associazioni ambientaliste hanno evidenziato i danni provocati dal naufragio ad ambiente, flora e fauna: ad esempio il relitto sta disturbando da mesi la naturale rotta migratoria degli uccelli ed i tragitti acquatici dei pesci;

è stato comunque rimarcato che il danno ambientale complessivo potrà essere quantificato solo al momento della rimozione totale del relitto;

anche a seguito di tali segnalazioni la Procura di Grosseto sembra aver deciso di aprire, secondo quanto riportano i mezzi di informazione, un nuovo procedimento, contestando agli indagati anche l'imputazione di "disastro ambientale". Conseguentemente il Ministero dell'Ambiente (oltre ad alcune associazioni ambientaliste) sembra abbia deciso di costituirsi parte civile nel nuovo procedimento;

secondo altre fonti di informazione: "la Procura non avrebbe aperto un altro fascicolo di inchiesta per reato ambientale, come invece riportato da alcuni quotidiani. A questo proposito, fonti vicine a Costa precisano che la riparazione dell'impatto ambientale sul fondale del Giglio, dove giace la Concordia, e confermato da recenti analisi di Ispra e Arpat, fa parte a tutti gli effetti dell'ultima parte del piano di rimozione del relitto".

Se quanto esposto in premessa corrisponde al vero, e nello specifico:

quali sono ed a quanto ammontano i danni complessivi causati ad ambiente, flora e fauna dal naufragio della Costa Concordia;

se la Procura di Grosseto ha aperto un fascicolo di inchiesta per il reato di disastro ambientale, chi sono gli indagati e quali imputazioni sono state rivolte;

se il Ministero dell'Ambiente si è quindi costituito parte civile nel processo sul naufragio della nave in corso a Grosseto e come ritiene di quantificare complessivamente in sede giudiziaria i danni causati dal naufragio se (come esposto in premessa) questo sarà possibile presumibilmente soltanto dopo la rimozione totale del relitto, che avverrà solo tra alcuni mesi;

se non ritenga opportuno intraprendere azioni urgenti per tutelare, ripristinare e salvaguardare l'ecosistema marino ed ambientale in attesa degli esiti del suddetto processo.

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