[30/04/2013] News

Il presidente afghano Karzai sulla busta paga della Cia

Quello che molti sospettavano si è rivelato una realtà ancora peggiore di quel che si supponeva, e che rivela un diffuso sistema di corruzione che alimenta la guerra afghana ed addirittura ne impedisce la conclusione. Oggi il giornale Vzgliad scrive che «Il presidente dell'Afghanistan Hamid Karzai ha confermato lunedì che il Consiglio di sicurezza dell'Afghanistan riceve denaro dalla Cia americana». E' quindi deflagrata anche in Afghanistan l'inchiesta pubblicata domenica dal New York Times che ricostruisce le bustarelle pagate a Karzai ed alla sua cricca: «Tutti i mesi, da oltre 10 anni, mazzette di dollari americani borse, zaini o sacchi di plastica sono inviati dalla Cia direttamente all'ufficio del presidente afghano-  Karzaio ha già ricevuto decine di milioni di dollari liquidi». Halil Roman, a capo dell'amministrazione Karzai dal 2002 al 2005, spiega: «E' quel che viene chiamato il denaro fantasma:  la sua origine era sempre stata un mistero». Il Guardian rivela pagamenti di tangenti anche da parte dell' MI6 i servizi segreti della Gran Bretagna e trattative con i talebani.

Il New York Times scrive che si tratta di tangenti della Cia per il leader afghani e per il suo vorace  entourage coinvolto in traffici di droga e di armi e che «Grazie a questo denaro, si assicurano l sostegno dei capi militari». Secondo il prestigioso giornale Usa questo «Sabota la strategia di ritirata di Washington dall'Afghanistan» ed un alto funzionario americano che ha voluto mantenere l'anonimato rincara: «La più grande fonte di corruzione in Afghanistan si trova negli Stati Uniti».

La Cia agisce in questo modo fin dal 2001, dall'inizio dell'invasione dell'Afghanistan e il New York Times sottolinea: «In questa maniera l'agenzia ha comprato i favori di numerosi leader, compreso Mohamed Qasim Fahim, attualmente vice-primo ministro dell'Afghanistan».

Vali Nasr, un ex consigliere del governo Usa per l'Afghanistan ed attualmente presidente della Johns Hopkins school of advanced international studies ed autore del libro "The Dispensable Nation" mlto critico con la politica Usa in Afghanistan evidenzia che «Karzai si è scagliato contro ufficiali  e generali americani, quindi se effettivamente lo ha finanziato dalla Cia, ci si deve chiedere  per ottenere quale effetto è stato pagato con quei soldi. Non hanno chiaramente portato al  tipo di influenza che era prevista. Se i termini di tali pagamenti non sono chiare, la domanda è: quanto hanno fatto  bene alla politica degli Stati Uniti? La Cia è alle strette, la competenza sull'antiterrorismo l'ha coinvolta a lavorare con i signori della guerra, ma dovrebbe essere un'agenda diversa il modo in cui conduciamo la guerra o come costruiamo un governo».

Anche la forza di intervento italiana era stata accusata di corrompere capi locali per mantenere la calma nelle aree che ha sotto controllo e la cosa viene confermata oggi su Ria Novosti da Anatoli Tchyganok, capo del Centro di previsioni militari, che però allarga l'accusa praticamente a tutte le forze Nato presenti nel Paese e, memore f dell'invasione sovietica dell'Afghanistan, giustifica le bustarelle: «La corruzione del nemico è giustificata sul piano tattico. Ricordo che l'informazione sulla corruzione dei capi militari in Afghanistan è stata apertamente annunciata circa 5 anni fa. All'epoca questo riguardava gli ufficiali francesi dell'International security assistance force (Isaf) in Afghanistan. In seguito gli italiani e gli olandesi hanno cominciato a fare la stessa cosa. Circa due anni fa, si è fatto riferimento alla protezione del rifornimento dell'esercito americano da parte dei talebani. Questi ultimi chiedevano circa la metà dei fondi destinati ad approvvigionare le forze americane».

Nel labirinto di una guerra della quale ormai nessuno ricorda le "ragioni" iniziali non ci si meraviglia più di nulla e la palude di sangue, corruzione e droga nella quale sono sprofondate l'America, la Nato e L'Isaf (e l'Onu per interposta inettitudine) si lascerà dietro solo un Paese ancora più devastato e corrotto, dove la vita umana vale meno di un proiettile e tutto si compra, perfino la fedeltà ad Allah. Probabilmente nessuno saprà mai quanto denaro in nero, anche italiano, ha foraggiato i signori della guerra afghani e le bande di tagliagole talebane e di predoni al servizio di qualche capo locale o provinciale.    

Secondo quanto dice Tchyganok a Ria Novosti, «Il  25% del denaro  accordato dal Congresso americanbo per la guerra in Afghanistan servirebbe a corrompere le autorità locali. Questa tattica porta i suoi frutti. Per esempio, in Iraq, dove solamente due compagnie del sud hanno combattuto contro gli americani, ed 8 compagnie si sono arrese, Saddam Hussein contava sulle sue truppe, ma lo hanno tradito. I generali erano stati comprati. Questo è stato anche il caso della Libia, dove la maggior parte dei generali e degli ufficiali libici erano corrotti». Il problema è però che nel caso dell'Iraq e della Libia si tratta di dittature pluridecennali, mentre il governo afghano teoricamente sarebbe una democrazia installata con l'aiuto degli occidentali... che ragione ci sarebbe nel corrompere i propri alleati, forse la ragione sta nel fatto che il governo fantoccio di Kabul è tenuto insieme solo dai soldi occidentali, dalla aura dei talebani e dagli odi dei vari signori della guerra.

Tchyganok fa notare anche un'altra cosa: «Le missioni più "delicate" dell'esercito americano sono compiute da organizzazioni militari private. Se in Iraq le società private hanno cominciato a compiere missioni alla fine delle operazioni, in Libia hanno iniziato ad agire dall'inizio della campagna. E' per questo che l'arma finanziaria diventa sempre più popolare. Permette di ottenere migliori risultati che con altri tipi di armi».

Intanto Karzai è in Europa proprio per raccogliere finanziamenti e contratti per lo sfruttamento delle risorse del suo Paese. Ad Helsinki ha firmato una partnership con la Finlandia che prolunga l'accordo finno-afghano del 2004 e il presidente finlandese Sauli Niinisto non ha mostrato alcun imbarazzo quando ha affermato che il suo Paese «Proseguirà l'assistenza finanziaria all'Afghanistan iniziata nel 2002, al fine di sostenere i diritti umani e la democrazia, di migliorare i diritti delle donne di aumentare la qualità dell'insegnamento scolastico». In realtà si tratta, salvo rare eccezioni, di un rosario di fallimenti, ma nel 2014 la Finlandia porterà la sua assistenza all'Afghanistan a  30 milioni di euro all'anno, se ha ragione il New York Times ai diritti umani, alle donne ed alle scuole afghane arriverà una  minima parte, l'altra finirà nelle capienti tasche della cleptocrazia democratico/medievale afghana.

Karzai ha ricordato quale sia la vera posta in gioco: «L'Afghanistan è interessato ad una cooperazione con la Finlandia nel settore dell'industria mineraria» e un Afghanistan pacificato permetterebbe di accedere ad enormi giacimenti minerari scoperti dai sovietici ma mai sfruttati.

 

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