[19/04/2013] News

Il 21 aprile Marcia della Terra in 9 regioni. L'Earth Day italiano contro il consumo di suolo

Ermete Realacci presenta un disegno di legge per contenere il consumo di suolo e promuovere la riqualificazione in edilizia

Il Forum nazionale "Salviamo il Paesaggio" propone, in concomitanza con l'Earth Day mondiale, la Marcia per la Terra, una manifestazione generale pubblica a salvaguardia dei terreni liberi e fertili rimasti. Si tratta di un'iniziativa alla quale hanno aderito moltissime associazioni e comitati e che si terrà domenica 21 aprile in Piemonte (Cuneo, ore 15,30),  Liguria (Genova, ore 14,00),  Lombardia (Legano, ore 15,00), Veneto (Bassano del Grappa, ore 9,00 - Mestre ora 17,00),  Lazio (Roma, ore 12,00),  Puglia (Cisternino, ore 10,00),  Sicilia (Palermo, ore 10,00) e Sardegna (Nuoro, ore 10,00), e sabato 27 aprile in Friuli (Orgnano - Basiliano, ore 11,00). 

Ma perché una Marcia per la Terra a salvaguardia dei terreni liberi e fertili rimasti? Gli organizzatori rispondono che «Negli ultimi anni, grazie all'ostinata azione di reti, movimenti, associazioni, comitati e singoli cittadini, il tema del consumo di suolo è progressivamente entrato a far parte dell'agenda delle prioritarie emergenze ambientali e sociali anche nel nostro Paese. I dati recentemente confermati dall'Ispra (Istituto Superiore di Ricerca e Protezione Ambientale) parlano chiaro: in Italia otto metri quadrati di terreni vergini vengono ricoperti di cemento e asfalto ogni secondo. Ogni cinque mesi viene cementificata un'area pari a quella di Napoli e ogni anno una superficie uguale all'estensione di Milano e Firenze. Si tratta di terreno fertile che viene irreversibilmente distrutto, dal momento che sono occorsi secoli per la sua formazione».

«Il modo migliore per celebrare l'Earth day - afferma anche Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd - che si festeggia in tutto il mondo lunedì e che in Italia sarà celebrata anche con la Marcia per la Terra indetta dal Forum nazionale Salviamo il Paesaggio per domenica, sarebbe che il nostro Paese si dotasse finalmente di una legge per fermare il consumo di suolo. Mettere un freno alla cementificazione è una priorità per un Paese dal territorio fragile come l'Italia, dove secondo l'Ispra si consumano 8 metri quadri al secondo. Per raggiungere questo obiettivo e rilanciare un settore importante come l'edilizia nel segno della qualità, ho presentano una proposta di legge che promuove il riuso e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. La proposta vuole essere trasversale è aperta al sostegno di tutte le forze politiche, ha già raccolto la firma di molti altri colleghi e spero possa iniziare rapidamente il proprio iter in Parlamento». Realacci, infatti, ha depositato soltanto da pochi giorni la proposta di legge «Norme per il contenimento dell'uso di suolo e la rigenerazione urbana» (AC 70).

 «Nell'articolato del disegno di legge - conclude Realacci -, si individuano le ragioni per cui conviene contenerne il consumo di suolo e mitigarne gli impatti e per i quali conviene orientare gli interventi edilizi verso il recupero e riqualificazione delle aree già urbanizzate. Per disincentivare il consumo di suolo vergine si prevede inoltre che le nuove espansioni urbanistiche siano soggette a contribuzione finalizzata alla tutela del suolo e alla rigenerazione urbana e per monitorare il fenomeno si istituisce un Registro nazionale del consumo del suolo».

Salviamo il Paesaggio sottolinea che «Il consumo di suolo ha aggredito le parti pianeggianti del nostro (ex) Belpaese che, con cadenza regolare, vengono investite da gigantesche ondate di acqua non più libera di defluire negli alvei fluviali e punteggiano di frane ed alluvioni il nostro territorio». Ma il problema è anche politico/economico: «L'occupazione di suolo fertile non è motivata dalla crescita demografica: negli ultimi 50 anni il suolo artificiale è cresciuto da 170 a 340 m2 pro capite, raddoppiando nell'arco di due generazioni.

Questi sintetici dati significano diverse cose: 1. Domandarsi se i Piani Urbanistici dei nostri Comuni tengono conto dell'enorme patrimonio edilizio già esistente e non utilizzato, sfitto e vuoto (purtroppo non è così ...). 2. Impegnarsi a restituire un "valore" all'attività agricola di tipo sostenibile. 3. Considerare il Paesaggio come risorsa sociale e come fruizione turistica, dunque anche come opportunità economica».

Per questo in Italia l'Earth Day  si è trasformato nell'occasione e nella necessità di organizzare questa marcia della coalizione che si batte contro il consumo di suolo. «Come momento di festa colorata capace di riunire "chi già sa" e "chi intuisce" - conclude Salviamo il Paesaggio-  sfilando per le vie cittadine per lanciare un grido diretto e ficcante, da cuore a cuori: attenzione, non possiamo più permettere che la terra, la nostra terra, possa essere violentata per il solo interesse di pochi. Dobbiamo fermare il suo consumo, ce lo chiedono i nostri figli e i figli dei figli dei nostri figli». 

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