[11/04/2013] News toscana

Occupazione e tutela del territorio: Giovanisė e Legambiente contro il rischio idrogeologico

Per favorire l'ingresso nel mondo del lavoro e per far acquisire esperienze ai giovani, la Regione Toscana ha istituito come noto il progetto Giovanisì, incentivando la possibilità di effettuare tirocini in aziende ed enti (pubblici e privati) e recentemente anche praticantati, grazie ad accordi stipulati con gli ordini professionali, che possono essere svolti anche in associazioni. A tal proposito è iniziato in Legambiente un progetto di praticantato incentrato sulla prevenzione del rischio idrogeologico.

Questa azione comporta un ruolo ineludibile del volontariato, ed è per questo che l'associazione ambientalista ha proposto al Cesvot di avviare una collaborazione operativa al fine di sperimentare tale percorso. «Siamo felici di lanciare un progetto di coinvolgimento giovanile -  ha dichiarato il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza - che ha come oggetto gli ecosistemi fluviali e che passando attraverso la formazione, servirà a promuovere "l'alfabetizzazione" della popolazione sulla cultura della riduzione del rischio idrogeologico e della convivenza con il rischio». Il progetto, dal titolo Rischio idrogeologico e calamità. Dalla chimera della "messa in sicurezza" alla cultura della prevenzione, riduzione e autodifesa del rischio idrogeologico, ha l'obiettivo, quindi, di costruire un percorso che curi la formazione scientifica insieme alla informazione civica, sui temi della prevenzione.

«Questo progetto, proposto da Legambiente e sostenuto da Cesvot con convinzione, rende concreto l'impegno del volontariato anche in materia di prevenzione ambientale- ha sottolineato Patrizio Petrucci, presidente di Cesvot- Se pensiamo che solo nella nostra regione il 98% dei Comuni è a rischio idrogeologico e quasi 700mila cittadini sono esposti a pericoli di frane ed alluvioni, non possiamo che guardare con molto interesse a questa iniziativa. Un'idea che si realizza grazie alla rete di soggetti pubblici e del privato sociale anche con l'obiettivo di trovare buone pratiche replicabili in altri contesti».

In Toscana sono stati individuati due bacini pilota, la cui scelta è stata condivisa con le istituzioni, che per caratteristiche orografiche si prestano bene alla realizzazione del percorso progettuale: uno è il bacino del torrente Ombrone pistoiese (in particolare l'area che riguarda la provincia di Prato), il secondo è il bacino del fiume Greve e torrente Ema in provincia di Firenze.

In entrambi i casi si tratta di ecosistemi fluviali che nel tempo hanno evidenziato criticità di natura idraulica e idrogeologica e che sono caratterizzati da aree ad alta pericolosità come evidenziato anche dagli eventi alluvionali recenti in particolare nel territorio dell'Ombrone pistoiese. I ragazzi selezionati, a fine marzo, sono due architetti pianificatori, due agronomi e una geologa che - seguiti da tutor - prestano tirocinio (praticantato non obbligatorio) retribuito, per "leggere" il territorio in "modo nuovo", attraverso un monitoraggio con il quale segnalare eventuali criticità ed elementi di rischio e proporre soluzioni per il loro superamento.

«E' molto importante impiegare risorse nella prevenzione per mitigare il rischio idrogeologico ed è fondamentale farlo anche nelle attività di formazione - ha sottolineato Federico Gasperini, coordinatore della commissione Acque e Difesa del suolo di Legambiente Toscana e responsabile del progetto - Questi ragazzi potrebbero domani ricoprire ruoli di rilievo e dover prendere decisioni importanti in materia. L'obiettivo è quindi incrementare il bagaglio culturale e allargare la "vision" su temi complessi in cui è necessario agire sempre nell'ottica della sostenibilità».

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