[10/04/2013] News toscana

Nasce a Firenze il Forum per una nuova finanza pubblica e sociale

Dopo due importanti passaggi preparatori che si sono svolti nei mesi scorsi, il mondo che lotta per un nuovo modello economico-finanziario più attento ai temi sociali e ambientali, si costituisce  ora ufficialmente. Nascerà infatti sabato prossimo a Firenze il "Forum per una Nuova Finanza Pubblica e Sociale".

 Movimenti, attivisti e cittadini si riuniranno (a partire dalle 10.30), nell'Aula Battilani dell'Università di Firenze scelta come simbolo di quel sistema educativo pubblico, falcidiato da anni di tagli, controriforme e apertura al privato che deve essere riqualificato anche attraverso "un'altra economia".

I promotori dell'iniziativa  Attac Italia, ReCommon, Rivolta il Debito e Smonta il Debito, alla quale hanno aderito centinaia di attivisti/e per i beni comuni e a favore di una riconversione ecologica dell'economia, come detto hanno già effettuato due passaggi di livello nazionale in cui la lotta contro l'attuale modello economico-finanziario e a favore  della costruzione di nuove esperienze gestite dal basso sono già stati esplicitati.

A febbraio a Roma si è svolta l'assemblea nazionale del Teatro Valle, a cui hanno partecipato oltre 350 attivisti e cittadini, in cui il movimento ha affermato la  centralità della battaglia contro la logica del debito pubblico e contro la gestione privatistica del risparmio dei cittadini, portata avanti da enti a controllo pubblico come Cassa Depositi e Prestiti.

Il passaggio successivo si è tenuto a Trezzano sul Naviglio (Mi), il mese seguente, dove movimento è stato ospite  del progetto RiMaflow, un'esperienza innovativa di costruzione dal basso di un nuovo modello di fabbrica, completamente autogestita dai lavoratori dopo l'abbandono da parte della multinazionale proprietaria del sito. In quella sede sono stati approfonditi i legami tra austerità, crisi finanziaria e attacchi al mondo del lavoro, ed  è stata compresa l'importanza dell'impegno in una battaglia per riprendere il controllo del credito e orientarlo verso progetti mutualistici e di utilità sociale.

E ora il prossimo sabato l'appuntamento fiorentino ritenuto fondamentale. «Nel passaggio cruciale di una crisi che oramai investe in pieno non solo il tessuto economico ma minaccia il senso stesso della democrazia, è ora di passare al contrattacco-hanno spiegato i promotori-Si sono acquisite competenze, voglia e consapevolezza dei propri mezzi. Ora servono gambe, fiato, testa e cuore per costruire una campagna che partendo dalla finanza sappia immaginare un futuro alternativo per il paese e l'Europa».

Di seguito il  programma e il documento di convocazione.

Aula Battilani, Via Santa Reparata, 65 | Firenze

Ore 10.30 - Saluti e introduzione

Ore 11.00 - 13.30 Gruppi di lavoro:
- Metodi e proposte per l'Audit popolare e la trasparenza dei bilanci
- Riappropriarsi della CDP, riappropriarsi del credito

Ore 14.30 - 17.30 Plenaria
Nuova Finanza: Pubblica e Sociale! Cosa proponiamo, come lo costruiremo

Il documento di convocazione​

1. Le crisi - finanziaria, economica, sociale ed ambientale - sono ormai arrivate ad un punto critico, soprattutto in Europa. A cinque anni dallo scoppio della bolla dei sub-prime negli USA, la crisi bancaria, sintomo di una più generale crisi produttiva della finanziarizzazione strutturale dell'economia e della società attuata negli ultimi decenni, è stata trasformata in una crisi del debito pubblico dei governi con il fine di imporre ulteriori riforme liberiste (politiche di austerità, attacco ai diritti del lavoro e ai beni comuni,  svendita del patrimonio pubblico). Si accelera la crisi democratica nell'Unione europea e in Italia, dove l'imposizione di politiche tecnocratiche e monetariste toglie potere ai cittadini e a chi sta pagando l' impatto della crisi. Intorno alla questione della finanza ruota il futuro di una rinascita politica così come la possibilità di pensare una nuova democrazia de i diritti e dei beni comuni ben oltre l'attuale fallimentare modello di sviluppo.

2. Negli ultimi mesi, intorno a questi temi, alcune reti e associazioni hanno proposto l'apertura di un percorso comune che, attraverso un'assemblea nazionale (2 febbraio a Roma) e un seminario nazionale (16 marzo a Milano), ha visto crescere la partecipazione al processo e ha sedimentato alcuni obiettivi e pratiche di azione collettiva. E' sorto così il Forum per una nuova finanza pubblica e sociale che sabato 13 aprile a Firenze terrà la sua prima assemblea nazionale.

3. Il Forum per una nuova finanza pubblica e sociale si propone come luogo aperto e inclusivo, a cui possono partecipare tutte le realtà che si riconoscono negli obiettivi condivisi e nelle iniziative poste in essere per attuarli. Il contesto nel quale si colloca rientra nella necessità di interrompere il ciclo devastante di politiche di austerità depressive, svendita del patrimonio pubblico e messa sul mercato dei beni comuni ad esclusivo vantaggio di pochi interessi privati, affrontando due questioni chiave:

- come emanciparsi dalla dittatura dei mercati finanziari, sottraendo la finanza pubblica all'estrazione di valore da parte di questi e definanziarizzando, ossia riducendo, il volume di questi mercati sempre più pieni di capitali in cerca di beni patrimoniali altamente profittevoli su cui investire.

- come riappropriarsi di nuove forme e strumenti di governo della finanza pubblica per uscire dalla crisi promuovendo un altro modello di economia e di società, con un nuovo intervento pubblico partecipativo che subordini gli interessi privati a quelli collettivi.

4. Due sono le questioni fondamentali che, nel suo percorso, il Forum ha sinora delineato:

a) Uscire dalla trappola del debito

La creazione del debito pubblico è stata a vantaggio di pochi e non della maggioranza delle persone.  La mancata tassazione delle rendite finanziarie, la mancata riforma fiscale in senso autenticamente progressivo e l'utilizzo corrotto della spesa pubblica per il controllo sociale, hanno beneficiato una classe ristretta di persone, e il divario tra ricchi e poveri nel nostro paese è divenuto più profondo.

E' necessaria - tanto a livello nazionale quanto a livello di enti locali - un audit pubblico e partecipativo che valuti quali debiti sono illegittimi e quindi da non riconoscere, e quali vadano invece ripagati, ristrutturando la composizione del debito, a partire dall'immediato congelamento del pagamento degli interessi e da una rinegoziazione equa, democratica e trasparente con i creditori.

b) Riappropriarsi di una finanza pubblica e partecipativa

La Cassa Depositi e Prestiti, che raccoglie il risparmio postale dei cittadini e dei lavoratori, e che, dopo la sua privatizzazione nel 2003, è divenuta un vero e proprio "fondo sovrano" sui mercati finanziari internazionali, deve essere risocializzata per tornare a finanziare - a tassi agevolati e fuori dal patto di stabilità- gli investimenti degli enti locali per i beni essenziali e il welfare territoriale; così come -a tassi agevolati e fuori dal circuito bancario-  interventi pubblici e per privati (PMI e individui) finalizzati alla riconversione ecologica e sociale dell'economia. Disaccoppiando Cassa Depositi e Prestiti dai mercati di capitale diventerebbe inoltre possibile reincanalare alcune risorse private nella Cassa, da gestire per finanziare interventi di interesse pubblico, così come, in caso di difficoltà del sistema bancario privato, intervenire per rinazionalizzare le banche salvate e gestirle fuori da logiche di mercato.

5. Per invertire la rotta in un momento cruciale della crisi, il conflitto con i mercati finanziari e di capitale è inevitabile e va combattuto ora prima che sia troppo tardi. Una nuova finanza pubblica può essere l'argine ma anche lo strumento per disinnescare la crisi, rimettere sotto controllo la finanza privata, e costruire un altro modello sociale, a partire dal riconoscimento dei diritti collettivi, dalla riappropriazione sociale dei beni comuni e dalla riconversione ecologica dell'economia. Si tratta semplicemente di riappropriarsi della democrazia.

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