[09/04/2013] News

Fracking: in California storica vittoria degli oppositori

Le regole federali non sono in grado di affrontare i rischi

Un giudice federale ha stabilito che l'amministrazione Obama ha violato la legge quando ha concesso licenze petrolifere nella Contea di Monterey, in California, senza tenere in considerazione gli impatti della fratturazione idraulica, l'ormai famigerato fracking. La sentenza è stata emessa alla conclusione di una causa intentata nel settembre 2011 dal Center for biological diversity (Cbd) e da Sierra Club contro la decisione del Bureau of land management (Blm) federale  di mettere all'asta per le compagnie petrolifere circa 2.500 acri di terreno nel sud della contea di Monterey.

Brendan Cummings, senior counsel del Cbd che ha curato la causa, dice che «Questa importante decisione riconosce che il fracking comporta nuovi, unici rischi per l'aria, l'acqua, e la fauna della California che le agenzie governative non possono ignorare. Questo è un momento di svolta: il primo parere di un tribunale a trovare che una licenza federale non è valida per affrontare i pericoli monumentali del fracking. In un'epoca di pericolosi cambiamenti climatici, l'amministrazione Obama non deve svendere le nostre terre pubbliche da fracked per lo sviluppo di combustibili fossili che non potrà che accelerare il global warming. Speriamo che questa sentenza della Corte agisca come un campanello d'allarme che porti il governo federale lontano dal sacrificare le public lands della California ad uno sviluppo petrolifero pericoloso».

Il giudice ha chiesto una "joint recommendation" per le fasi successive del caso. Il Cbd e Sierra Club credono che la concessione debba essere annullata o, come minimo, che non venga autorizzato il fracking per le prossime concessioni, prima che non sia sta terminata un'analisi approfondita dei rischi ambientali

Il fracking infatti  impiega enormi volumi di acqua mista a sabbia ed a sostanze chimiche tossiche per demolire le formazioni rocciose per estrarre petrolio e di gas. Una tecnica controversa che è già in uso in centinaia, forse migliaia  di pozzi petroliferi e gasieri in California e le Big Oil stanno cercando a tutti i costi di occupare il Monterey Shale, che si estende dal nord della San Joaquin Valley, nella contea di Los Angeles, fino alla costa ovest. L'estrazione di questo petrolio moltiplicherà il fracking in California, uno dei territori più sismici del pianeta.

Le due associazioni ambientaliste dicono che la fratturazione idraulica, sia per il petrolio che per il gas, in altri Stati Usa è collegata all'inquinamento idrico ed atmosferico, e rilascia grandi quantità di metano, un gas serra pericolosamente potente. «Il fracking è la maggiore minaccia per sbloccare vaste riserve di prima inaccessibili di depositi di combustibili fossili che contribuiscono al global warming e ci avvicinano al disastro climatico». Inoltre, il fracking «Impiega abitualmente numerose sostanze chimiche tossiche, tra le quali metanolo, benzene, e trimenthylbenzene». Uno recente studio della Colorado school of public health ha rilevato che «Il fracking contribuisce a gravi problemi neurologici e respiratori nelle persone che vivono nei pressi di pozzi fracked, mentre al tempo stesso li mette a rischio più elevato di cancro».

Il direttore esecutivo di Sierra Club, Michael Brune, sottolinea che «Il fracking di petrolio e gas è di per sé un processo sporco e pericoloso che ha decimato interi paesaggi. Sappiamo senza dubbio che fracking porterà ad un maggior uso di combustibili fossili in un momento in cui dovremmo fare tutto il possibile per lasciare  i combustibili sporchi sotto terra e raddoppiare l'energia pulita».

Anche per questo una coalizione di associazioni ambientaliste (Catskill Citizens for Safe Energy, Center for Biological Diversity, Delaware Riverkeeper Network, Earthworks, Environment America, Friends of the Earth, Rogue Riverkeeper e Sierra Club) ha inviato una petizione al Dipartimento dell'energia Usa (Doe) perché riveda le linee guida della politica di esportazione di gas e che chiede al Doe di «Stabilire nuove norme od orientamenti che definiscano come il Doe esaminerà ed approverà le applicazioni della costruzione di terminal per l'esportazione di gas naturale liquefatto (Gnl)»

Secondo gli ambientalisti americani le esportazione di Gnl previste dal Doe altererebbero la politica energetica americana, facendo diventare (temporaneamente) gli Usa uno dei maggiori esportatori di gas naturale al mondo, per questo chiedono che venga aperta una consultazione pubblica nella quale cittadini ed esperti possano confrontarsi, per «Fornire proposte per rivedere meglio orientamenti politici obsoleti».  

Deb Nardone, direttore della campagna Beyond Natural Gas di Sierra Club, fa notare che «Gli Usa non hanno mai esportato ingenti quantità di gas naturale al di fuori del Nord America. L'esportazione di gas naturale avrà gravi implicazioni per la salute pubblica, l'ambiente e il cambiamento climatico. E' indispensabile che il Doe prenda questa questione seriamente e si impegni in un dialogo aperto con l'opinione pubblica per stabilire se le esportazioni sono davvero per il bene del popolo».

La coalizione ambientalista vuole che il Dpoe garantisca linee guida e criteri aggiornati e che ci siano valutazioni economiche ed ambientali trasparenti ed approfondite, così come richiesto dal the Natural Gas Act e dal National Environmental Policy Act. Inoltre, secondo gli ambientalisti, lo studio economico realizzato nel dicembre 2012 da Nera Consulting ha molte falle e dovrebbe essere rigettato a causa della mancanza di valutazioni complete.

Il Doe attualmente sta prendendo in considerazione più di 25 proposte che insieme potrebbero esportare fino al 45% della produzione di gas Usa. La coalizione critica le attuali linee guida, che risalgono al 1984, e che non sono certo adeguate alle nuove sfide di politica energetica ed ambientali.

Inoltre gli ambientalisti sono convinti che «Le esportazioni di Gnl si tradurranno in prezzi più elevati dell'energia ed avranno importanti ripercussioni negative sui consumatori e le industrie nazionali ad alta intensità energetica come l'industria manifatturiera. L'esportazione di gas naturale significherà anche più fracking sulle terre pubbliche e private degli Usa, portando a maggiori impatti sulla salute pubblica e l'ambiente».

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