[09/04/2013] News

Domani la Corea del Nord lancerà un missile balistico? Usa, sudcoreani e giapponesi pronti ad abbatterlo

Iaea: «Impossibile rimettere presto in funzione la centrale nucleare di Nyongbyon»

Mentre la Kcna, l'agenzia ufficiale  della Repubblica democratica popolare di Corea (Rpdc) sollecita gli stranieri ad abbandonare il Paese, il ministero della difesa della Corea del Sud  oggi nel briefing quotidiano con la stampa ha detto che è «Altamente probabile» che la Corea del Nord effettui un test missilistico il 10 aprile. Un portavoce del ministero della difesa di Seoul ha aggiunto però che «Il programma potrebbe cambiare a seconda del condizioni» ed ha spiegato che «La valutazione si basa sul fatto che la Corea del Nord ha recentemente esortato le ambasciate straniere a Pyongyang ad  evacuare il loro personale». Infatti la dittatura nazional-stalinista del Nord ha detto che da mercoledì non sarà in grado di garantire la sicurezza dei diplomatici stranieri se scoppiasse una guerra con la Corea del Sud e gli americani.

Il missile balistico che verrebbe lanciato domani è con tutta probabilità uno dei due "Musudan" a medio raggio installato nei giorni scorsi su una rampa di lancio nella costa orientale della Rpdc e il ministero della difesa di Seoul dice laconicamente che «Non è noto se la Corea del Nord abbia notificato agli organismi internazionali il piano di lancio del missile», dichiarazione abbastanza strana, visto che almeno gli alleati statunitensi della Corea del sud n dovrebbero essere a conoscenza e soprattutto perché un tale preavviso è necessario per il lancio di missili balistici con una portata di diverse migliaia di chilometri che possono disperdere rottami  durante il volo. Lo scenario diverso è quello di un atto di guerra e le esercitazioni militari della Corea del Sud, con tanto di bombardamenti proprio sulla costa orientale della penisola coreana, con la partecipazione di forze terrestri, aeree e navali ma vietate ai media, non fanno certo sperare bene, anche se sembra che il Sud non voglia provocare più di tanto il suo permaloso vicino settentrionale.

Il volo del missile antimperialista nordcoreano potrebbe essere molto breve: nel mare davanti alle coste coreane ci sono navi sudcoreane e statunitensi con sofisticati missili intercettori e il Giappone oggi ha annunciato di aver piazzato batterie anti-missile Patriot Advanced Capability-3 a nel quartier generale di Ichigaya e ad Asaka e Narashino, nell'area metropolitana dio Tokyo, inoltre ha inviato  nel mar del Giappone un  cacciatorpediniere dotato del sistema Aegis e di missili intercettori.

Intanto la Rpdc ha annunciato il ritiro di tutti i suoi lavoratori dal parco o industriale inter-coreano di Kaesong, che sorge sul suo territorio al confine con la Corea del sud. A dare l'ordine è stato Kim Yang Gon, il segretario del Comitato centrale del Partito dei lavoratori: «La Rpdc ritirerà tutti i nostri lavoratori dalla zona industriale di Kaesong. Sospende provvisoriamente il progetto del parco industriale e condurrà degli studi al fine di determinare se s deve essere mantenuto od abolito». Poi Kim ha avvertito: «Il prosieguo degli avvenimenti e la fine del conflitto dipenderanno interamente dal comportamento delle autorità sudcoreane». Kim Yang Gon  è uno stretto collaboratore del giovane leader supremo Kim Jong Un ed è anche a capo dell'ufficio per gli affari inter-coreani del partito unico della Rpdc. A  Kaesong ha ispezionato le linee di produzione e si è incontrato con i funzionari nordcoreani spiegando loro che «La zona industriale è a rischio perché il Sud ha peggiorato la situazione distruggendo la dignità del suo Paese. Il Governo resta in allerta», poi ha accusato gli Usa e la Corea del sud di «Intraprendere azioni provocatorie».

Dal 2 aprile a  Kaesong  la Rpdc non consente più ai lavoratori ed alle merci del Sud di accedere alla zona industriale ed ora i 54.000 lavoratori nordcoreani che lavoravano nelle fabbriche delle 123 imprese sudcoreane andranno a rinfoltire la fila degli affamati e dell'esercito della Corea del nord.

Il ministero sudcoreano per l'unificazione ribatte che «La Repubblica democratica popolare di Corea deve  rispondere delle conseguenze della chiusura del parco industriale congiunto di Kaesong, La decisione unilaterale della Corea del nord di proseguire con questa misura non può essere giustificata in alcun modo e la Corea del nord sarà ritenuta responsabile di ogni conseguenza». Il governo di Seoul ha dichiarato: «La Repubblica di Corea farà del suo meglio per garantire la sicurezza dei suoi lavoratori e la protezione della sua proprietà». Ieri a Kaesong c'erano ancora 475 lavoratori sudcoreani, 77 dei quali dovrebbero essere rientrati oggi a Seoul.

Intanto intorno alla dittatura nordcoreana si sta saldando una sorta di barriera comune formata anche da quelli che ormai si possono definire come ex alleati di Pyongyang: la Cina e la Russia. In questo senso è sintomatico l'apprezzamento degli statunitensi per gli sforzi messi in atto dalla due  potenze che confinano con la Rpdc per impedire che la situazione in degeneri. Qualche giorno fa gli Usa avevano chiesto a russi e cinesi di «Agire di più» per contenere il regime della Rpdc, ora il portavoce della Casa Bianca,  Jay Carney dice: «Speriamo che gli sforzi di Mosca e Pechino spingano Pyongyang ad astenersi dalla retorica provocatrice e dalle minacce. Il nuovo leader nordcoreano Kim Jong Un prosegue la politica dei suoi predecessori, il che non porta niente di buono al popolo della corea del nord».

In questo quadro fosco una notizia consolante viene da direttore generale dell'Internationa atomic energy agency (Iaea), il giapponese Yukiya Amano, che ha detto che per la Corea del nord sarebbe riavviare immediatamente il suo reattore nucleare chiuso di Nyongbyon. Riavviare il complesso nucleare di  Nyongbyon potrebbe consentire alla  Corea del Nord di estrarre il plutonio necessario per produrre armi nucleari.

Si tratta di un ferrovecchio nucleare da 5 megawatt moderato a grafite che era stato disattivato grazie ad un accordo sulla denuclearizzazione del 2007 tra il gruppo dei 6: Corea del nord, Corea del sud, Cina, Giappone, Russia, Usa.  Amano ha spiegato che la torre di raffreddamento del reattore è stata fatta saltare in aria e che «In genere ci vuole un po' di tempo per riavviare un  reattore, ma ha ammesso che «L'Iaea ha difficoltà a valutare le condizioni dell'impianto di Nyongbyon. Il monitoraggio è stato condotto solo attraverso le immagini satellitari e gli ispettori dell'Iaea hanno lasciato la struttura nel 2009». 

Torna all'archivio