[08/04/2013] News

Biosansa, ovvero come trasformare un rifiuto del frantoio in risorsa economica

La startup dell'Università di Perugia lavora la sansa per farla diventare un eco-combustibile

Il progetto ‘Biosansa', nato nell'ambito della Start Cup 2012 dell'Università di Perugia e presentato dal prof. Primo Proietti del Corso di Laurea in Scienze agrarie insieme al dottor Michele Chiodi, giovane agronomo ed esperto di agricoltura sostenibile, ha ottenuto di recente un ambito riconoscimento.

Il dottor Chiodi, promotore dell'idea d'impresa, ha presentato il progetto alla Confindustria di Teramo ed è risultato vincitore del premio Whiteinformation per l'innovazione. L'idea è stata premiata dal presidente dei Giovani di Confindustria Teramo Luca Verdecchia e da Rocco Micucci, presidente della Finanzia regionale Abruzzese (Fira).

Il progetto Biosansa riguarda una tecnologia economica, efficiente e a basso impatto ambientale, che risolve il problema dello smaltimento della sansa e rappresenta un ottimo eco-combustibile per caldaie da riscaldamento. Come noto, la sansa è lo scarto di lavorazione dell'olio di oliva che per le aziende produttrici nella stragrande maggioranza dei casi costituisce un rifiuto, di cui per liberarsi sono costrette anche a pagare.

Al giovane imprenditore Michele Chiodi, cresciuto all'interno del frantoio di famiglia, Oleificio Chiodi in provincia di Teramo, è venuta in mente un'idea innovativa per affrontare il problema dello smaltimento della sansa. «Facendo tesoro del mio lavoro nel frantoio - racconta Chiodi - e con alle spalle una laurea in Scienze agrarie conseguita all'università di Perugia, sotto la guida del professor Primo Proietti, ho messo a punto una nuova tecnologia che ho battezzato Biosansa».

In pratica si tratta di una macchina capace di trattare la sansa in maniera tale da fornirgli delle caratteristiche assolutamente originali. «Attualmente - spiega il giovane imprenditore - la sansa viene raccolta dai sansifici che ne estraggono l'olio residuo e poi utilizzano lo scarto finale come bio-combustibile solido. Il mio progetto va ad incidere proprio su questa fase finale, riuscendo ad ottenere delle qualità nettamente superiori. La Biosansa ha innanzitutto un potere calorifico superiore, non emana cattivi odori, visto che sono assenti i fumi dei solventi che i sansifici utilizzano per estrarre l'olio residuo, e  genera meno polvere».

Queste caratteristiche fanno sì che la Biosansa possa essere tranquillamente stoccata nelle case. Senza contare che dotandosi del macchinario ideato da Chiodi, i frantoi, singoli o in gruppi, potrebbero risolvere in casa il problema dello smaltimento della sansa, producendo un bio-combustibile di altissima qualità da rivendere. «Il tutto - precisa l'imprenditore teramano - grazie ad un processo tecnologico che in pratica riduce notevolmente l'umidità presente nel bio-combustibile finale. Attualmente, con i trattamenti dei sansifici siamo intorno al 50%, mentre con la mia macchina si arriva al 15%. Inoltre, le polveri che si producono nella fase di essiccazione non vengono rilasciate, ma captate e aggiunte al biocombustibile. Questa procedura riduce le emissioni nell'aria e aumenta la produzione di calore all'interno delle caldaie».

Insomma, ci sono le premesse affinché la Biosansa possa diventare il bio-combustibile ecologico del futuro. «Potrà essere utilizzato sia per caldaie familiari che riscaldano e producono acqua calda - sottolinea Chiodi -, sia per strutture imprenditoriali tipo palestre, panifici e vivai, luoghi che notoriamente hanno bisogno di produrre notevoli quantità di energia calorifica».

Tra l'altro Chiodi ha già ottenuto positivi riscontri commerciali. Con un prototipo della sua macchina ha prodotto Biosansa e l'ha venduta a prezzi concorrenziali a clienti privati e a imprese. «Ben il 90% degli utilizzatori alla fine della sperimentazione - sottolinea l'imprenditore - si è detto favorevole ad un futuro utilizzo della Biosansa».

Probabilmente a breve, insieme a suo fratello, Michele Chiodi darà vita ad una società, forse una s.r.l con sede a Teramo, allo scopo di commercializzare la Biosansa in tutta Italia. Nei suoi programmi, infatti, c'è l'idea di creare partnership con chiunque voglia investire in questa idea per andare a costituire ramificazioni della nuova società soprattutto nelle Regioni da sempre votate alla produzione di olio: dalla Toscana alla Liguria, dalla Puglia all'Umbria.

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