[05/04/2013] News

Fotovoltaico: fermate i tagli retroattivi alle tariffe del primo conto energia

Appello di Aper e Assosolare

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), lo scorso 26 marzo, ha comunicato che non procederà all'adeguamento ISTAT per le tariffe del Primo Conto Energia (DM 28/07/2005). La decisione è stata presa conseguentemente alla sentenza n. 9 del 4 maggio 2012, con la quale il Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria, accogliendo il ricorso presentato proprio dal GSE contro una precedente sentenza del TAR Lombardia, ha stabilito che, in base alle previsioni del DM 6 febbraio 2006, per gli impianti fotovoltaici incentivati dal Primo Conto Energia, le tariffe incentivanti devono essere considerate «fisse a livello nominale e decrescenti in termini reali», senza possibilità, quindi, di adeguamento al tasso di inflazione annuo rilevato dall'ISTAT.

Secondo APER (l'Associazione Produttori Energia Rinnovabile) e Assosolare (l'Associazione Nazionale dell'Industria Soalre Fotovoltaica) si tratta di una decisione profondamente errata, in quanto "l'operazione interpretativa del Consiglio di Stato (adottata nonostante due sentenze del Tar Lombardia e dello stesso Consiglio di Stato, di segno opposto) ha per effetto una sensibile riduzione retroattiva dei ricavi attesi che erano stati assunti nei business plan degli investitori. Misure simili sono anche state adottate da Spagna, Repubblica Ceca e Bulgaria."

Infatti le tariffe incentivanti del Primo Conto Energia erano rivalutate in base all'andamento dell'inflazione rilevato dall'Istat, a differenza delle successive versioni del Conto energia (Secondo, Terzo, Quarto e Quinto), che prevedevano invece tariffe costanti in moneta corrente per tutto il periodo di incentivazione. Il Primo Conto Energia riguarda, lo ricordiamo, 5.726 impianti installati in tutta Italia, per una potenza complessiva di 163.430 kW e un costo annuo dell'incentivazione di poco inferiore ai 100 milioni di euro.

Per Aper e Assosolare, «la Commissione Europea, che proprio in questi giorni ha intrapreso un importante percorso di consultazione pubblica in merito alle traiettorie di sviluppo delle rinnovabili al 2030, non potrà rimanere in silenzio davanti ai gravissimi effetti prodotti da tali provvedimenti, che vanno a pregiudicare seriamente la fiducia degli investitori, già minata dai continui e repentini mutamenti normativi, e rischiano, di conseguenza, di mettere in serio pericolo lo sviluppo delle energie rinnovabili e il raggiungimento degli obiettivi definiti dal Pacchetto Clima-Energia del 2009».

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