[28/03/2013] News

Interventi pubblici e soluzioni economiche alle esternalità ambientali negative: tutte le frecce al nostro arco

Comincia oggi la collaborazione tra Ecoavvocati.com - P&S Studio Legale e Tributario e greenreport.it

La questione della concessione di sussidi necessari a sostenere l'economia di un Paese è quanto mai attuale. La crisi generale che coinvolge i più disparati settori economici, determina la continua richiesta, da parte dei principali attori del mercato (lavoratori, imprese, famiglie), di attuazione di interventi pubblici.

Questo articolo si propone di individuare sinteticamente le motivazioni (più prettamente ideologiche, che pratiche) a favore e contro il ricorso a pubblici interventi e di presentare una breve disamina delle tipologie di intervento pubblico utilizzate nel settore della produzione di energia.

Nel dibattito economico tra sostenitori delle teorie del libero mercato e coloro che sono favorevoli ad un pubblico intervento, considerato indispensabile per regolamentare il mercato stesso (i c.d. interventisti), oggetto del contendere sono le politiche commerciali ed industriali che un Paese dovrebbe adottare.

Tali politiche, nel primo caso, dunque secondo i neo-liberisti, dovrebbero essere ispirate al principio del laissez-faire ossia ad una totale assenza di azioni dello Stato sui meccanismi di mercato. Difatti i teorici del neo-liberismo ritengono che il mercato, di per sé, agisca in condizioni di concorrenza perfetta e sia in grado, pertanto, di raggiungere una condizione di produzione e distribuzione ottimale o, meglio, efficiente, di fattori produttivi (lavoro e capitale) e di beni.

L'efficienza è intesa nel senso di Pareto. Secondo Pareto, un'allocazione di fattori produttivi è efficiente se non è possibile riallocarli in modo tale da produrre una quantità maggiore di almeno un bene senza diminuire la quantità prodotta di un altro. Analogamente, un'allocazione di beni è efficiente se non è possibile redistribuirli in modo da migliorare la condizione di un individuo senza ridurre la soddisfazione di qualcun altro.

Nel secondo caso, quello degli interventisti, politiche commerciali ed industriali dovrebbero prevedere un significativo intervento pubblico per porre rimedio alle ineguaglianze sociali provocate dalla ricerca dei mercati perfettamente concorrenziali.

L'intervento pubblico, difatti, andrebbe ad incidere direttamente su diritti e responsabilità dei diversi "attori" coinvolti nel contesto sociale di riferimento.

L'intervento pubblico può assumere le più svariate forme: dalla presenza diretta nel mercato, attraverso imprese pubbliche che forniscono beni e servizi, a diverse forme di tassazione interna ed esterna (i dazi), da particolari regolamentazioni ed interventi legislativi che possono favorire determinati settori a svantaggio di altri, al riconoscimento di condizioni di pagamento più favorevoli rispetto a quelle del mercato privato, fino alla concessione di sussidi a favore di specifici settori.

Le decisioni relative agli interventi in campo ambientale sono determinanti: quando i provvedimenti pubblici comportano una riduzione del prezzo di una specifica risorsa naturale o di prodotti realizzati mediante un uso intensivo di risorse naturali, questo incoraggia maggiormente situazioni di inquinamento e di distruzione di habitat naturali. Oppure, se viene concesso un sussidio ad una fonte energetica, questo produrrà vantaggi e benefici a quello specifico settore a danno di altre fonti (ad esempio i sussidi a fonti fossili determinano una maggiore fatica all'emersione di settori come quello delle fonti rinnovabili).

Con riferimento al settore energetico, Doug Koplow, ricercatore statunitense che si occupa di studiare le forme di sussidio al settore ambientale,  propone una esemplificazione dei possibili interventi pubblici come di seguito riportata:

Politiche di accesso al mercato. Ossia regolamentazione delle possibilità di accesso alle risorse di mercato.

Sussidi incrociati. Si tratta di sussidi che consentono di ridurre i costi per una particolare categoria di clientela o per una specifica regione comportando il corrispondente aumento di costi per una diversa clientela o regione.

Spesa diretta. Ossia spese sostenute direttamente da enti pubblici, per realizzare proposte relative al settore energetico.

Proprietà diretta dello Stato. Si realizza con la proprietà da parte dello Stato di imprese direttamente operative nel settore energetico.

Restrizione alle importazioni/esportazioni.

Accesso alle informazioni. Consenso ad accedere ad informazioni che sarebbero altrimenti acquisite da imprese private.

Concessione di prestiti o di garanzie specificamente mirati e costruiti per supportare il mercato energetico.

Controllo dei prezzi del mercato.

Attività di ricerca e sviluppo.

Regolamentazione.

Copertura del rischio. Si realizza quando i governi provvedono alla copertura dei rischi derivanti dalle attività di produzione di energia.

Regime fiscale. Può prevedere l'introduzione di specifiche forme di tassazione o di sussidio anche sotto forma di credito d'imposta o incentivi diretti.

Anche la possibilità per un'impresa di realizzare esternalità senza sostenere alcun costo, rappresenta un sussidio. È esternalità qualunque costo o beneficio provocato da un soggetto, nella sua attività di  produzione o consumo, che ha effetti su altri individui presenti nell'economia. L'inquinamento è il caso più diffuso di esternalità ambientale negativa in questo periodo storico. Le esternalità ambientali spesso non sono prese in considerazione negli studi che si occupano di analizzare i sussidi ambientali, a causa della enorme difficoltà di calcolo dei costi delle stesse.

Vi sono, però, delle proposte avanzate da diversi economisti, che si prefiggono di arginare le conseguenze di tali tipi di esternalità. Si tratta di alcune tipologie di tassazione e della costruzione di un mercato di permessi di inquinamento. Nello specifico:

- l'imposta pigouviana;

- il sistema di livelli accettabili (di esternalità) e tasse;

- permessi di inquinamento vendibili.

Il concetto di imposta pigouviana è stato introdotto da Arthur Cecil Pigou, il quale riteneva che, in presenza di un'esternalità lo Stato dovrebbe tassare colui che la genera, per un ammontare pari all'esternalità. Aspetto positivo di questo approccio è il fatto che l'impresa inquinante si ritrova così ad internalizzare un costo altrimenti "scaricato" all'esterno. Il problema principale, invece, che determina anche il fallimento di questa soluzione è la complicata, quando non impossibile, determinazione del costo di un'esternalità ambientale. E seppure si volesse procedere attribuendo al danneggiato il compito di determinare il valore dell'esternalità, questo metodo non permetterebbe di pervenire ad un risultato equo né soddisfacente.

Una proposta alternativa all'imposta pigouviana è la determinazione della tassa secondo il livello accettabile. In questo caso lo  Stato dovrebbe fissare un livello di esternalità ritenuto accettabile. Sulla base di questo valore si dovrebbe determinare il valore della tassa. Ma, nonostante sia stata presentata come proposta alternativa all'imposta pigouviana, anche questa opzione presenta il problema della difficile determinazione dell'esatta entità del danno causato all'ambiente. Inoltre, da un'analisi economica di questo tipo di tassa emerge un'ulteriore difficoltà di amministrazione della stessa. Difatti, la tassa determinata con i livelli accettabili di esternalità è una tassa generica, che colpisce allo stesso modo diverse imprese che operano in un determinato settore, senza tener conto neanche del diverso livello di efficienza del singolo impianto produttivo. Se quest'ultimo venisse preso in considerazione, infatti, l'impresa più efficiente sarebbe in grado di ridurre le proprie esternalità ambientali negative con uno sforzo minore rispetto all'impresa con impianti più obsoleti. E differenziare il livello di tassazione secondo gli sforzi (i costi) sostenuti da ogni impianto produttivo per ridurre le esternalità permetterebbe di ridurre anche i costi sociali nel loro insieme. Se, ad esempio, alle imprese di un dato settore venisse chiesto di ridurre le proprie esternalità del 50%, questo potrebbe risultare più semplice per l'impresa con un impianto produttivo efficiente, rispetto a quella con un impianto obsoleto. Gli eccessivi costi a cui quest'ultima andrebbe incontro potrebbero provocare forti perdite all'impresa, tali da incidere sulla possibilità di sopravvivenza della stessa, con  conseguenze negative, ad esempio, sul livello di occupazione. Dunque, un'imposta sulle esternalità non dovrebbe essere di portata generale ma dovrebbe riuscire ad impattare in modo diverso su ogni specifica realtà. E la difficoltà di mettere in pratica una cosa del genere rappresenta un forte limite.

Infine vi è il caso più noto, in quanto meccanismo utilizzato tramite il protocollo di Kyoto, della creazione di un mercato di permessi di inquinamento vendibili. Ogni permesso consente ad un'impresa di produrre un determinato ammontare di inquinamento ambientale. Lo Stato determina la quantità di inquinamento che ritiene accettabile, dopodiché mette in vendita un numero di permessi tali da consentire la produzione della quantità di inquinamento stabilita. Questo intervento è generalmente considerato maggiormente valido dai neo-liberisti perché si ritiene che rappresenti un intervento dello Stato meno drastico e perché genera un nuovo mercato in precedenza inesistente. Si tratta di un metodo che continua ad avvantaggiare il meccanismo di mercato senza rappresentare una valida soluzione all'eliminazione delle esternalità ambientali negative.

Ad oggi, più che continuare a ricercare il miglior sistema economico da adottare in un'ottica di dualismo tra neo-liberismo e interventismo, si dovrebbe acquisire una visione nuova di economia che tenga conto non soltanto degli elementi di fallimento di entrambi i sistemi, ma anche della necessità di costruire nuovi approcci nelle  relazioni economiche e di attribuire valori etici, e non solo numerari, agli elementi che fanno parte del meccanismo economico.

Fonti

Andrew Schotter "Microeconomia" - 1994

http://www.earthtrack.net

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