[26/03/2013] News

Necessari nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile per proteggere il pianeta e la vita

Nell'articolo/appello "Policy: Sustainable development goals for people and planet", pubblicato da Nature, un gruppo di scienziati australiani, francesi, giapponesi, nepalesi, svedesi e statunitensi dice che «Lo sviluppo non può limitarsi a migliorare la vita della gente. I Paesi devono ormai associare l'eradicazione della povertà alla protezione dell'atmosfera, degli oceani e delle terre». L'appello propone di ridefinire lo sviluppo sostenibile come «Lo sviluppo che risponde ai bisogni del presente senza compromettere il sistema di sopravvivenza del pianeta, dal quale dipende il benessere delle generazioni presenti e future». 

Per far questo gli scienziati propongono 6 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - Sdg). L'Onu si è impegnato ad elaborare un insieme di Sdg basati sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio (Millennium development goals - Mdg) da realizzare entro il 2015, però il primo meeting Onu a New York per definire gli Sdg si è concluso senza un accordo e non si sa se il gruppo di lavoro proseguirà la sua opera. Gli Sdg proposti puntano ad assicurare: vite e mezzi di sussistenza prosperi; sicurezza alimentare sostenibile; sicurezza idrica sostenibile; energia pulita per tutti; ecosistemi sani e produttivi; governance per società sostenibili.
Secondo il leader del gruppo di scienziati, David Griggs, direttore del Monash Sustainability Institute in Australia ed ex capo della scientific assessment unit dell'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), «Non sarà sufficiente prolungare gli Mdg, come qualcuno suggerisce, perché le attività umane trasformano il pianeta e potrebbero compromettere i progressi realizzati in materia di sviluppo».
Uno degli autori dell'articolo, Johan Rockström, direttore dello Stockholm resilience centre, evidenzia che «Sempre più ricercatori dimostrano che siamo arrivati al punto in cui sappiamo che il funzionamento stabile del sistema terrestre è una condizione necessaria dello sviluppo di una società planetaria prospera e dello sviluppo futuro».

Gli scienziati sono convinti che il modello classico dello sviluppo sostenibile, un termine usato per la prima volta nel 1987, che si basa su tre pilastri - economico, sociale ed ambientale - sia «Imperfetto perché non riflette la realtà». Il nepalese Priya Shyamsundar, del South Asian network for development and environmental economics, sottolinea che «Mentre la popolazione mondiale raggiungerà ben presto i 9 miliardi di abitanti, lo sviluppo sostenibile dovrebbe essere considerato come un'economia che serve alla società nel sistema di sopravvivenza del pianeta». 

Il problema è che diversi Mdg non sono stati realizzati e alcuni Paesi poveri temono che concentrarsi sugli Sdg distolga l'attenzione dall'aiuto umanitario ed imponga loro altre responsabilità che non potrebbero assumersi.

Durante il meeting della scorsa settimana all'Onu, un rappresentante del Botswana ha ricordato che secondo un rapporto dell'International institute for sustainable development, «Tutti gli obiettivi possibili dovrebbero avere un valore uguale» e che «il summit sugli Mdg organizzato per il settembre 2013 dimostra che restano ancora delle questioni da regolare, allora bisognerà trattare prioritariamente queste questioni non risolte». Ma gli scienziati ribattono che «Gli Mdg sono un motore degli Sdg proposti. Per esempio, l'obiettivo relativo alla vita ed ai mezzi di sussistenza prosperi punta a mettere fine alla povertà ed a migliorare il benessere attraverso l'accesso all'educazione, al lavoro ed alla formazione, a migliori condizioni di salute e di alloggio ed a ridurre le ineguaglianze,. Orientandosi allo stesso tempo verso un consumo ed una produzione sostenibili. Questo permette di estendere diversi obiettivi degli Mdg, lavorando intanto alla realizzazione degli obiettivi a lungo termine della riduzione delle vulnerabilità delle generazioni future». 

Owen Gaffney, un ricercatore dell'International geosphere-biosphere programme che ha firmato l'appello, ha detto all'agenzia stampa umanitaria dell'Onu Irin che «Gli obiettivi legati alla sicurezza alimentare, alla sicurezza idrica ed alla sicurezza energetica saranno determinanti per assicurare una copertura sa lungo termine, sostenibile, di questi bisogni elementari. Devono permettere di ridurre la vulnerabilità e di migliorare la resilienza». 

La consapevolezza della necessità dello sviluppo sostenibile è sicuramente più forte di 10 anni fa, soprattutto a causa dei fenomeni climatici estremi e delle siccità sempre più intensi e frequenti. «Diventa sempre più evidente che l'adattamento sarà parte integrante dello sviluppo - afferma Gaffney - Occorre iniziare una riflessione comune. Gli impatti del cambiamento climatico si faranno sentire maggiormente, i Paesi sviluppati ed i Paesi in via di sviluppo saranno colpiti».

Per elaborare gli Sdg sono state avviate diverse iniziative scientifiche, compresi i progetti dell'United Nations environment programme e dell'International human dimension programme on global environmental change ed anche gli autori dell'appello pubblicati da Nature partecipano a Future Earth, un programma decennale di ricerca internazionale che riunisce scienziati e policymakers per elaborare soluzioni di sviluppo sostenibile.

La settimana scorsa l'Independent research forum, una nuova alleanza internazionale di istituti di ricerca, ha identificato 8 cambiamenti essenziali che permetteranno di arrivare ad uno sviluppo sostenibile: 
Relazioni tra i Paesi donatori ed i Paesi beneficiari attraverso partnership internazionali solide; Decisioni prese attraverso un processo inclusivo; Passare dai modelli economici che non hanno effetti sulla riduzione delle ineguaglianze a modelli economici che permettano la riduzione delle ineguaglianze; Passare da modelli di gestione basati sull'arricchimento degli azionisti a modelli che siano di beneficio anche alla società ed all'ambente; Passare dalla realizzazione di obiettivi di sviluppo relativamente semplici, come il miglioramento dell'accesso ai servizi finanziari, alla riduzione della povertà; Passare dalla messa in opera di una risposta di emergenza in caso di crisi al rafforzamento della resilienza dei Paesi e delle popolazioni prima che arrivi una crisi; Passare dalla messa in opera di programmi pilota all'estensione di programmi efficaci; Passare dall'approccio mono-settoriale, come prendersi carico di una carenza idrica da parete del ministero responsabile, al coinvolgimento di più settori, come l'agricoltura e l'energia, che dipendono fortemente dall'acqua.

Però Gaffney conclude che «L'abbondanza di iniziative fa temere una mancanza di coordinamento dei processi, il che potrebbe tradursi in un doppio lavoro. L'International council for science ed altre organizzazioni terranno dei colloqui a New York questa settimana per sincronizzare meglio i processi paralleli. C'è bisogno di un maggior coordinamento. Ma la situazione evolve molto velocemente».

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