[25/03/2013] News

La bufala dal fracking che crea posti di lavoro

I sostenitori della fratturazione idraulica - fracking - per estrarre gas e petrolio assicurano che il boom degli idrocarburi degli scisti statunitensi sta creando moltissimi posti di lavoro. Ma è davvero così? No, almeno secondo il rapporto Ohio Utica Shale Region Monitor, concentrato su quanto sta accadendo nel nord dell'Ohio, dove dal 2011 è in atto un vero e proprio boom del fracking. E dove i posti di lavoro non sono cresciuti più che nelle contee meridionali, che non sono interessate dalla fratturazione idraulica.

Lo studio, pubblicato dal Maxine Goodman Levin college of urban affairs della Cleveland State University, ha trovato che la spesa globale nelle contee con le più ricche riserve di shale è aumentata del 21,1% nel 2012, a fronte di un aumento del 6,4% nelle contee dove non c'è fracking. Ma questa differenza dipende esclusivamente dagli investimenti fatti per estrarre lo shale gas e non si è tradotta in una crescita dell'occupazione. Tra il 2011 e il 2012, nelle contee ricche di gas da scisti l'occupazione è cresciuta dell'1,4%, e nelle contee senza fracking l'aumento dei posti di lavoro è stato quasi identico, pari all'1,3%.

Eppure l'Ohio department of job and family services ha detto che è cresciuta molto l'occupazione legata alla trivellazione di pozzi, alla costruzione di tubazioni ed ai lavori legati al fracking. Ma allora, cosa sta succedendo? Il rapporto non lo dice, ma probabilmente il fracking potrebbe far diminuire i posti di lavoro in altri settori economici. E' proprio quanto sostengono in un altro rapporto pubblicato a gennaio  le Mothers against drilling in our neighborhoods (Madion) di Broadview Heights, un sobborgo di Cleveland. Una delle loro leader, Tish O'Dell, ha spiegato che «Il numero di posti di lavoro creati dal fracking dovrebbe essere calcolato tenendo conto dei possibili impatti su altri settori, tra i quali l'agricoltura, caseifici e turismo. Se si andasse a fare uno studio veramente serio si dovrebbe guardare a queste cose. Se l'acqua è contaminata e pesci muoiono, cosa andranno a fare i pescatori? Se disponiamo di parchi dove la gente va per la pace e tranquillità, cosa succede quando si trasformano in un paesaggio industriale? Se si dispone di un latte biologico e il terreno è inquinato, che cosa succede? Queste sono tutte domande valide».

Intanto anche i politici dell'Ohio hanno iniziato a lamentarsi per i pochi posti di lavoro nel fracking e delle compagnie che prendono i soldi e non reinvestono. Anche il governatore, il repubblicano John Kasich, ha chiesto alle compagne gasiere che sfruttano le risorse dello Stato Usa di reinvestire nell'Ohio e di assumere più gente: «Questo non è accettabile per me. Ora, non abbiamo la prova inconfutabile che questo stia ancora accadendo, ma voglio che tutti sappiano, e voglio che le imprese sappiano, che si tratta di una questione estremamente seria e che ci aspettiamo che siano sensibili al popolo di questo Stato».  Poi, tanto per aggiungere un po' di sano razzismo xenofbo, Kasich ha giunto che il fracking deve portare posti di lavoro agli Ohioans e non agli  "stranieri", che poi sarebbero lavoratori provenienti dagli altri Stati Usa.

La retorica populista dei repubblicani sembra voler nascondere l'ennesimo fallimento delle tante promesse fatte per giustificare il loro appoggio entusiastico all'industria degli idrocarburi: il fracking avrebbe portato lavoro per tutti e invece ora i cittadini dell'Ohio si ritrovano con l'acqua e i terreni inquinati e la triste eredità dell'ennesima bufala dell'industria delle energie fossili.

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