[21/03/2013] News

Ignorance Tax: l'Italia non può più permettersela. L'appello alle forze politiche e ai parlamentari

La conoscenza non può più aspettare: istruzione e formazione devono essere garantite a tutti

Il Comitato promotore degli Stati Generali della Conoscenza, che il  19 marzo si è riunito per proseguire il percorso avviato nel 2011 e organizzare il prossimo forum, «Esprime preoccupazione per la situazione di incertezza e paralisi del quadro istituzionale del paese dopo le elezioni. Scuola, Università e Ricerca vivono una situazione di abbandono che non può essere protratta oltre, pena il declino irreversibile delle istituzioni pubbliche della conoscenza. La continua diminuzione delle iscrizioni all'università, la realizzazione di test d'ingresso alle scuole superiori, in palese violazione della Costituzione e consumata attraverso l'ennesimo attacco al Diritto allo studio, in nome di una malintesa meritocrazia, l'approvazione del Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione, approvato dal Consiglio dei ministri uscente dopo le elezioni,  in assenza del necessario consenso del mondo della scuola, sono ulteriori segnali preoccupanti della gravità della situazione. La conoscenza non può più aspettare»,

Per questo il Comitato ha inviato a tutte le forze politiche prima delle elezioni una lettera aperta in cui lanciava l'allarme "Ignorance tax": «Un Paese che investe in ignoranza anziché in conoscenza è condannato al declino, non possiamo accettarlo».

Oggi Adi (Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani), Aimc, AgenQuadri, Arci, Auser, Cgd,  ConpAss, Cgil, Cidi, Cip (Comitato insegnanti precari), EdaForum, Flc, Fnis,  Fondazione Di Vittori, Legambiente,  Legambiente Scuola Formazione, Lend, Libera, Link, Mieac, Proteo Fare Sapere, Rete 29 Aprile, Rete studenti medi, Rete della conoscenza, Spi, Uds ed Udu, rilanciano la loro proposta e leloro richieste con un appello alle forze politiche ed alle neoelette e ai neoeletti in parlamento.

Ecco il testo dell'appello del Comitato promotore degli Stati Generali della Conoscenza:  

NOI del Comitato Promotore degli Stati Generali della Conoscenza; NOI 29 associazioni sindacali, studentesche, professionali del mondo dei saperi e della conoscenza che collaboriamo da due anni confrontandoci in modo aperto e leale; NOI che insieme abbiamo condiviso, nonostante la diversità delle nostre idee, proposte di merito che riteniamo fondamentali per cambiare il nostro Paese e creare lavoro e sviluppo;

NOI che crediamo sia necessario partire dai saperi per innovarsi e cambiare rotta, per uscire da questa crisi, per liberare le nostre migliori energie; NOI che constatiamo, insieme a milioni di italiani, che la conoscenza è stata finora totalmente ignorata nel dibattito elettorale; NOI vi scriviamo perché: siamo convinti che senza Conoscenza il nostro paese è condannato al declino, vogliamo che si ritorni a parlare di conoscenza, vogliamo sottoporre alla vostra attenzione alcune concrete problematiche.

È indubbio che negli ultimi anni la scuola, l'università, la ricerca pubbliche, insomma la formazione nel suo complesso, siano state al centro di inaccettabili tagli alle risorse.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: uno studente su cinque non si diploma, il numero degli iscritti nelle università diminuisce, i livelli richiesti dall'Europa secondo le indicazioni di Lisbona sono sempre più lontani, i nostri ricercatori lavorano proficuamente all'estero.

I saperi hanno bisogno di qualità: non è più ammissibile la piaga del precariato che condanna tantissimi lavoratori nei settori della conoscenza a condizioni di lavoro senza garanzie; è necessario dare dignità a chi fa ricerca in Italia e permettere alle migliaia di cervelli fuggiti di poter tornare e dare il proprio contributo al miglioramento collettivo.

In un mondo in continua evoluzione, ci chiediamo quali proposte facciano i nostri futuri governanti in merito all'innovazione e allo sviluppo di nuovi metodi di insegnamento/apprendimento, alla promozione di percorsi che sappiano formare gli studenti per entrare nel mondo del lavoro con le giuste competenze, ma anche  per vivere da cittadini responsabili.

La formazione riguarda tutti, non solo i più giovani. È necessario legare ai saperi un vero e proprio modello di welfare, che garantisca a tutti di completare ed incentivare in maniera universale il raggiungimento dei più alti livelli di istruzione; che permetta durante tutto l'arco della vita di continuare a formarsi ed aggiornarsi, interrompendo eventualmente i percorsi lavorativi per intraprenderne nuovi di studio; che dia la possibilità a milioni di cittadini italiani e non, senza alti livelli di scolarizzazione alle spalle, di sviluppare nuove competenze per far fronte alle complessità di una società e di un'economia in continuo e rapido divenire. Queste misure permetterebbero di far sviluppare il nostro Paese in maniera esponenziale.

Sentiamo spesso parlare, nell'acceso dibattito pre-elettorale, di tasse e degli interventi ritenuti necessari per alleggerire i contributi degli elettori, ma la prima tassa che non possiamo più permetterci è la ignorance tax! Se continua l'attuale disinvestimento nella conoscenza nei prossimi anni pagheremo una tassa pesantissima derivante dalla minore crescita economica e dai maggiori costi sociali (il fattore istruzione è infatti determinante per aumentare l'occupazione e il reddito, migliorare i livelli di salute, aumentare la partecipazione civile e sociale, ridurre il tasso di criminalità,...).

L'istruzione e formazione non sono spese, ma investimenti, la scuola costa ma l'ignoranza costa di più! Per questo ci aspettiamo di sentire, prima delle elezioni, proposte ragionate su questi temi. Vogliamo sapere chiaramente da dove verranno tratte nuove risorse per la scuola, l'Università, la ricerca pubbliche e l'educazione degli adulti a quali interventi imprescindibili verranno primariamente destinate.

La conoscenza è il vero motore che può far ripartire l'economia e garantire la coesione sociale. Chiediamo che in campagna elettorale si parli di risorse, di qualità e di welfare della conoscenza e si assumano seri impegni per interrompere la deriva verso cui la conoscenza è stata finora condannata nel nostro Paese.

Il nostro secondo Forum nazionale previsto per il prossimo mese di aprile, che da tempo stiamo organizzando, sarà un'importante occasione di approfondimento e di confronto limpido, sereno e costruttivo anche con le forze politiche che saranno presenti nel nuovo Parlamento. Sarà l'occasione  per esporre le nostre proposte, formulate nei due anni del nostro cammino, così da dare il nostro contributo alle riforme strutturali che il mondo della conoscenza in Italia attende.

Torna all'archivio