[20/03/2013] News

Fertilizzanti di alta qualità dai residui organici degli impianti a biogas

Nell'Unione europea la bioenergia rappresenta oltre i due terzi del totale delle energie rinnovabili  e il crescente uso di biogas apre la strada a nuovi settori di impiego per  la  biomassa che non ha ancora un ruolo importante.

L'Istituto basco di ricerca e sviluppo agrario (Nekazal ikerketa eta garapenerako Euskal erakundeak -  Neiker-Tecnalia)  e l'impresa basca Ekonek stanno costruendo un impianto pilota di trattamento dei residui organici che ha l'obiettivo di produrre fertilizzanti ad alto valore aggiunto.  L'impianto permetterà di utilizzare efficacemente il materiale organico derivante dagli  impianti di biogas. 

Il progetto pilota è finanziato con 1,5 milioni di euro dall'Unione europea all'interno del progetto CIP-Ecoinnovation. Il consorzio che lo sta realizzando è composto da Neiker-Tecnalia, Ekonek Innovation in Product Upgrading, Blue Agro e dall'azienda olandese Colsen. «L'obiettivo del progetto - spiegano a Neiker-Tecnalia  - è quello di sfruttare la materia organica derivante da impianti di biogas dopo il processo di digestione anaerobica, che prevede di sottoporre il materiale a un processo di decomposizione in termini di mancanza di ossigeno. Da questa decomposizione si ottiene il  biogas e la materia derivante dal processo è conosciuta come digestato. Neiker-Tecnalia intende utilizzare il prodotto, considerato in molte occasioni come un rifiuto,  per la sua trasformazione in fertilizzante organico di alta qualità e fino a dieci volte più produttivo  rispetto ai  fertilizzanti tradizionali. Può essere utilizzato in colture di alto valore aggiunto, come campi sportivi,  i coltivi ornamentali e le colture agricole particolarmente sensibili.

Il bollettino scientifico dell'Ue Cordis evidenzia che «Negli impianti a biogas, quest'ultimo può essere prodotto usando molti diversi substrati come input. I materiali organici sono essenziali come substrati per la generazione di biogas e sono il punto di partenza chiave per il processo di produzione. I tipi di materiali usati vanno dai rifiuti organici domestici, rifiuti verdi e vegetali, detriti fognari comunitari, colture energetiche (mais, erba, miglio) agli scarti alimentari industriali». 

L'Istituto basco per la ricerca e lo sviluppo agricolo, Neiker-Tecnalia e l'azienda Ekonek con sede a Guipuzkoa, intendono costruire un impianto pilota per trattare i rifiuti organici e trasformarli in fertilizzanti a elevato valore aggiunto. La struttura permetterà di sfruttare in modo efficace il materiale organico ottenuto dalle colture per biogas. L'impianto verrà realizzato sui terreni agricoli di Neiker-Tecnalia ad Arkaute (Álava, Paese Basco). 

I fertilizzanti possono essere benefici o nocivi per l'ambiente a seconda di come vengono utilizzati e di cosa contengono, il  bio-fertilizzante ottenuto nei Paesi Baschi verrà prodotto riutilizzando rifiuti organici che finora non erano stati utilizzati  in alcun modo e rappresenterà una valida soluzione alternativa per gli agricoltori, visto che i fertilizzanti inorganici causano problemi al terreno ed all'ambiente e raggiungono le acque freatiche. 
L'istituto basco spiega che «Il processo per ottenere il bio-fertilizzante consiste in sostanza nel sottoporre il digestato a un processo chiamato idrolisi chimica, seguito da un processo di granulazione ad alta efficienza. Diversi reagenti vengono quindi aggiunti al digestato, che è in uno stato liquido o semi-liquido. Questo provoca il dissolvimento delle fibre, in modo tale da poterle poi trasformare in microgranuli. Ottenere un prodotto sotto forma di piccoli granuli comporta dei vantaggi significativi per il suo trasporto e lo stoccaggio, e anche per gli aspetti pratici al momento dell'utilizzo». 

Uno dei compiti principali dei ricercatori di Neiker-Tecnalia sarà quello di «Garantire che i microgranuli ottenuti possiedano caratteristiche chimiche e agronomiche ottimali. Per questo fine, è molto importante ottenere fertilizzanti con un livello equilibrato di azoto, fosforo e potassio. Gli esperti ritengono che la struttura sarà in grado di trattare circa 28 000 tonnellate di digestato all'anno, che produrranno circa 9 200 tonnellate di fertilizzante». Neiker-Tecnalia spera che «Questo impianto pilota rappresenti una soluzione per il settore agricolo, che sia rispettosa dell'ambiente e allo stesso tempo economicamente sostenibile. I microgranuli sono usati in dosi molto più ridotte rispetto ai fertilizzanti tradizionali, e rilasciano le proprie sostanze nutrienti lentamente, e ciò comporta un minore impatto sull'ambiente».

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