[19/03/2013] News

Francesco sarà un Papa verde?

Il nuovo sommo pontefice della Chiesa cattolica ha preso il nome di Francesco, il santo protettore degli animali, l'uomo che parlava con gli uccelli ed il lupo e che ha scritto il Cantico delle creature, il manifesto del proto-ambientalismo cristiano. Tra le prime cose dette dall'argentino Jorge Mario Bergoglio c'è un richiamo alla responsabilità degli uomini verso il Creato troppo spesso trascurato, ma Papa Francesco sarà all'altezza degli ideali "ambientalisti" del santo medievale da cui ha preso il nome?

Se seguirà le orme del suo predecessore, Benedetto XVI, sicuramente metterà in guardia i fedeli sul global warming, dato che il cambiamento climatico è stato spesso trattato anche dal Papa tedesco che nel 2011 aveva richiamato i leader mondiali ad assumere una reale leadership per ridurre le emissioni di gas serra: «Spero che tutti i membri della comunità internazionale possano trovarsi d'accordo su una risposta responsabile, credibile e solidale a questo preoccupante e complesso fenomeno, tenendo conto delle esigenze delle popolazioni più povere e delle generazioni future», disse il conservatore Papa Ratzinger prima della Conferenza Unfccc di Durban. L'HuffingtonPost ricorda che Benedetto XVI ha affrontato anche altri temi strettamente legati ai cambiamenti climatici, «Come l'insicurezza alimentare e la scarsità delle risorse idriche, problemi che potrebbero influenzare la maggior parte le persone più povere del mondo».

L'associazione ambientalista cattolica Greenaccord nel suo saluto a Benedetto XVI scriveva: «Riteniamo che la Chiesa intera ha avuto modo di riflettere su quanto Ella ha voluto sottolineare per la cura della "casa comune" potenziandone il fondamento teologico e la valenza etica: se oggi nella compagine ecclesiale avvertiamo meno resistenze lo dobbiamo ai Suoi costanti richiami ed insegnamenti». 

Anche Papa Giovanni Paolo II comprese già nel 1990 la vastità del problema ed avvertì che «La crisi ecologica è una questione morale» e che stava colpendo ed avrebbe ancora più colpito pesantemente i poveri dei Paesi in via di sviluppo.

Mentre i cardinali erano in conclave per eleggere Francesco, in un articolo su Think Progress (Will The Next Pope Tackle Climate Change?), Matt Kasper, del Center for American Progress, e Jack Jenkins, del Center for American Progress Faith e di Progressive Policy Initiative, sottolineavano che «I due precedenti Papi hanno fatto molto per aumentare la consapevolezza sui problemi del clima, ma molto ancora deve essere fatto. Il prossimo Papa dovrà non solo continuare ad esprimere preoccupazione per questo problema critico, ma anche iniziare a lavorare con i leader mondiali per portare a soluzioni durevoli per stabilizzare il clima pericolosamente precario della Terra».

Chris Bain, direttore dell'agenzia cattolica Cafod, ha detto a The Guardian di sperare che le origini sudamericane di Papa Begoglio lo spingano ad interessarsi dei problemi legati al cambiamento climatici: «Avere un papa dall'Argentina, dall'America Latina, è una decisione importante. Dimostra che siamo una Chiesa universale, comprende che la maggior parte della vita della chiesa è al di fuori dell'Europa e del Nord America. Spero metterà la povertà, il cambiamento climatico e il degrado ambientale più in alto nell'agenda della chiesa».

In tal senso, un primo segnale del nuovo corso sembra arrivare dalla prossima Giornata mondiale della gioventù, che sarà in parte dedicata proprio alla protezione dell'ambiente. «La preghiera di Francesco per la salvezza del creato è il miglior viatico per la Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà alla fine di luglio a Rio de Janeiro». Così il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, commenta il discorso del Papa che ha chiesto a chi ha ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale di essere «custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, dell'ambiente». Il ministero dell'Ambiente ha sottoscritto l'11 febbraio scorso un protocollo di intesa con il presidente del Collegio Pontificio per i Laici, cardinale Stanisław Rylko, con l'arcivescovo di Rio de Janeiro, Orani João Tempesta, e con il presidente della fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù, Marcello Bedeschi, per l'organizzazione di una giornata dedicata alla protezione dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile nel contesto della Giornata Mondiale della Gioventù 2013. «Il ministero dell'Ambiente - conclude Clini - è orgoglioso e felice di essere il partner di questa iniziativa che rappresenta un forte segnale di speranza per tutta l'umanità».

Anche il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, che ha partecipato oggi in Vaticano alla messa inaugurale del pontificato di Papa Francesco, ha affermato che le Nazioni Unite guardano a Papa Francesco come un «amico dei poveri» a sostegno della lotta contro la fame, la malnutrizione e la povertà estrema.

Graziano da Silva ha partecipato alla cerimonia anche a nome del Segretario Generale dell'ONU Ba Ki-moon, unendosi a molte altre personalità e folle di fedeli riunite a Piazza San Pietro per l'evento. «Guardiamo a Papa Francesco come un sostegno importante per diritti ed i bisogni dei bambini più vulnerabili, delle donne e degli uomini dovunque essi siano», ha detto Graziano da Silva, sottolineando come Papa Francesco abbia scelto il suo nome proprio da San Francesco d'Assisi, il santo amico dei poveri.

«Il sostegno della Chiesa Cattolica e delle altre religioni è indispensabile nella nostra scommessa di eliminare la fame, costruire un futuro sostenibile e migliorare la vita dei più vulnerabili tra noi - ha continuato Graziano da Silva - Questo impegno non solo ha una sua ragion d'essere politica ed economica, ma è dal punto di vista morale un imperativo e la cosa giusta da fare. Papa Francesco mi ha rassicurato che il sostegno del Vaticano per azioni a favore dei poveri e contro la fame continuerà, e che intende porterà avanti questa nostra iniziale conversazione per discutere modi per proseguire il cammino».

Di Papa Francesco sappiamo che è ("naturalmente") un fiero oppositore del matrimonio gay e dell'aborto, che ci sono ombre sul suo rapporto con la dittatura fascista argentina negli anni '80 (smentite dalla Chiesa), ma anche che ha uno stile di vita frugale - diremmo a basso impatto ambientale - ed anche la sua rinuncia alle auto ufficiali ed ai lussi fanno pensare ad un Papa e ad un papato che avranno un'impronta ambientale ridotta sul pianeta, con un esempio virtuoso che si ripercuoterà sulle scelte di centinaia di milioni di fedeli in tutto il mondo. In Argentina viaggiava con l'autobus e la metropolitana e viveva in un piccolo appartamento invece che nel palazzo arcivescovile di Buenos Aires.Forse Francesco sarà davvero il primo Papa "green" della nuova epoca di una Chiesa meno sontuosa e più vicina ai poveri, comprese le creature che condividono con noi il creato.

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