[15/03/2013] News toscana

Ciclo a condensazione e ciclo binario: la geotermia nel rispetto dell’ambiente

Nei Comuni di Santa Fiora e Arcidosso, Enel Green Power ha aperto i cantieri per dare avvio ai lavori necessari alla "costruzione ed esercizio della centrale geotermoelettrica Bagnore 4 e opere accessorie"; un progetto autorizzato con decreto della Regione Toscana del 21 dicembre 2012, che ha suscitato polemiche prima, durante e dopo la fine dell'iter autorizzativo. Un percorso durato anni e che ha visto all'opera la Regione Toscana attraverso i suoi organismi competenti, l'ARPAT, l'ASL, gli enti locali, l'Unione dei Comuni dell'Amiata  ed altri soggetti istituzionali e del mondo della ricerca. Un percorso in cui le parti e tutti i soggetti del territorio si sono confrontate, anche in un contraddittorio organizzato in Regione, in cui sono stati prodotti studi, proposte di miglioramento e richieste di riduzione degli eventuali impatti ma alla fine non si è sanata la frattura tra chi la geotermia non la vuole senza se e senza ma e chi, non mettendo in discussione il se, interviene per discutere sul come farla.

Anche sul "come" utilizzare questa risorsa, il dibattito ha visto spesso la divisione sulle tecnologie da utilizzare, contrapponendo il ciclo binario alla tecnologia convenzionale tanto che una delegazione di amministratori toscani (guidata dall'assessore regionale all'ambiente ed energia Anna Rita Bramerini), si è recata nel 2011 negli Stati Uniti a visitare gli impianti geotermici Calpine di The Geysers (tecnologia analoga a quella utilizzata attualmente nelle aree geotermiche toscane) in California e quelli Enel Green Power di Still Water (ciclo binario) in Nevada.

A conclusione di quel viaggio, i partecipanti maturarono la convinzione che il ciclo binario utilizzato a Still Water non fosse applicabile all'Amiata e in generale alle sorgenti ad alta entalpia della Toscana. Cosa diversa invece per i giacimenti di media entalpia su cui esistono anche progetti in corso e che potrebbero rappresentare un settore di sviluppo importante per l'intera filiera geotermica toscana e non solo.

Il confronto tra le differenti tecnologie per l'utilizzo della sorgente geotermica a diverse condizioni di temperatura e caratteristiche chimico-fisiche è stato anche oggetto di molti appuntamenti organizzati nel corso degli ultimi anni da CoSviG, il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche, con l'obiettivo di indagare le migliori pratiche di utilizzo del calore della terra a partire dalla sua primaria conoscenza.

Adesso, a fare ancora una volta chiarezza sul corretto uso della tecnologia in base alla caratteristiche del fluido è stato Roland Horne, presidente dell'International Geothermal Agency (IGA) e Professore di Scienze della Terra alla Stanford University nonché Senior Fellow "Woods Institute for the Environment".

In una recente intervista rilasciata alla giornalista del Tirreno Fiora Bonelli, in cui si chiedeva al Presidente dell'IGA di esprimersi in merito alla tecnologia che sarà utilizzata per Bagnore 4 la risposta è stata chiara: «La tecnologia a vapori di flash non è obsoleta così come non è innovativa quella a ciclo binario: entrambe sono sperimentate e utilizzate nel mondo da molti anni e sono da considerarsi "environmental friendly". L'utilizzo della tecnologia è legata al tipo di fluido e non si può decidere a priori. I fluidi amiatini e toscani sono ad alta entalpia e contengono alcuni gas incondensabili tali da non rendere applicabile proficuamente il ciclo binario».

Quindi non esiste una tecnologia migliore di un'altra ma ogni tecnologia va calata nel contesto di applicazione per scegliere quale è più adeguata.

Horne chiarisce anche un altro elemento, spesso oggetto di discussione, ovvero che la scelta della tecnologia flash per la centrale di Bagnore 4 fosse da spiegarsi solo ed esclusivamente con ragioni di tipo economico.

«L'utilizzo di un ciclo binario, a parità di potenza -sottolinea il professore statunitense- aumenta la quantità di suolo occupato e l'impatto acustico; inoltre i fluidi amiatini e toscani sono ad alta entalpia e contengono alcuni gas incondensabili che comunque dovrebbero essere emessi in atmosfera. Riassumendo sotto i 180º C di temperatura sono applicabili tecnologie binarie, mentre sopra i 200º C gli impianti flash»

Quindi il problema risiede nelle caratteristiche del fluido e in quelle del territorio, entrambe, per quanto riguarda l'Amiata, diverse da quelle presenti in Nevada.

Horne esprime anche un positivo giudizio in merito alla tecnologia che sarà utilizzata con gli impianti AMIS (Abbattitore di Mercurio e Idrogeno Solforato) e un plauso alla Regione Toscana e per avere imposto limiti particolarmente restrittivi a questo tipo di emissioni.

«Ho presentato una memoria a una recente conferenza in Islanda -spiega Horne alla Bonelli. L'innovazione per la pulizia dei fluidi geotermici emessi in atmosfera è stata notevole e in questo senso gli impianti AMIS, come quelli di Bagnore 4, sono all'avanguardia. In molti Paesi del mondo le emissioni degli impianti geotermici sono considerate emissioni naturali e pertanto non sono prescritti impianti di abbattimento. Da questo punto di vista in Italia e in Toscana esistono regole ancora più restrittive di quelle adottate negli Usa».

Quindi -chiede la giornalista del Tirreno- Bagnore 4 può considerarsi una centrale affidabile dal punto di vista ambientale e tecnologico? «Certamente -ha risposto Horne- E mi risulta che tutti gli impianti Enel Green Power nel mondo utilizzino lo "state-of- art technology"».

E a Bagnore 4 -fanno sapere da Enel Green Power che ha accolto con molto favore le parole del presidente di IGA- sarà installato, oltre all'impianto AMIS, anche  un innovativo impianto di abbattimento dell'ammoniaca, in grado di eliminarla quasi totalmente.

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