[15/03/2013] News

Cites, a Bangkok passi avanti per difendere fauna e flora da commercio illegale e bracconaggio

55 proposte approvate, 9 respinte e 6 ritirate: è questo il sintetico bilancio della 16esima Conferenza delle parti della Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora (Cites) che si è conclusa a Bangkok. I delegati dei 170 Stati membri hanno hanno dichiarato il 3 marzo Giornata mondiale della natura ed accolto la candidatura del Sudafrica ad ospitare la Cop 17 Cites che si terrà nel 2016.

Il Segretario generale Cites è soddisfatto dei risultati del summit thailandese: «Questo è un grande giorno per la Cites e per la fauna selvatica del mondo. Ci vuole sforzo enorme per negoziare trattati e poi farli funzionare. La comunità internazionale ha deciso oggi di fare il miglior uso di questo accordo pragmatico ed efficace per aiutarlo lungo il percorso verso la sostenibilità dei nostri oceani e foreste. I livelli di cooperazione internazionale senza precedenti per combattere i gravi crimini contro la fauna hanno superato le differenze del passato per fermare il bracconaggio di elefanti e rinoceronti per il loro avorio e i loro corni. Questi impegni internazionali dovranno essere ora tradotti in azioni nazionali, con il Comitato permanente della Cites che valuterà i progressi compiuti tra oggi e il prossimo incontro nel 2016».

Le due settimane di negoziati di Bangkok hanno in effetti segnato alcuni notevoli passi avanti nella lotta al  commercio illegale di fauna selvatica e per garantire la sostenibilità del commercio di molte specie animali e vegetali. Anche Steven Broad, direttore esecutivo di Traffic, è soddisfatto: «I governi in questa settimana hanno avviato la tanto necessaria azione per estendere i controlli Cites ad un insieme di legname vulnerabile e prezioso ed a specie di squali. Ci sono stati anche gli accordi critiche sulle azioni e la responsabilità per quanto riguarda gli sforzi per chiudere il commercio illegale ed i mercati per le specie minacciate dal commercio e vietate dalla Cites».

Sono state approvate tre proposte per regolamentare il commercio dello squalo pinna bianca oceanico, di tre specie di squali martello e dello smeriglio e una nuova proposta per la salvaguardia i mante e mobule, tuti pesci che sono ora inclusi nell'appendice II della Cites che permette il loro commercio a livello internazionale  solo con i permessi appropriati che dimostrino che la pesca venga effettuata in maniera legale e sostenibile.

Ma Glenn Sant, Marine programme leader di Traffic, fa notare che «Mentre l'inclusione nell'appendice II  degli squali è stata accolta calorosamente, si tratta di una vittoria agrodolce, dal momento che le loro popolazioni sono già scese ad un livello così basso che queste misure sono diventate una necessità».

Grosse novità anche per il legname pregiato: decine di specie di legni tropicali duri saranno sottoposti ad un maggior controllo internazionale con l'inclusione nell'Appendice II, tra queste ci sono l'ebano del Madagascar (Diospyros), palissandro brasiliano (Aniba rosaeodora), rosewood della Thailandia (Dalbergia cochinchinensis) ed altre specie di  Dalbergia del Centro America e del Madagascar.

Molte di queste piante vengono utilizzate nella fabbricazione di strumenti musicali, per esempio violini e chitarre, ed anche per elementi di arredo e decorativi, come i pezzi degli scacchi. Nonostante la loro crescita lenta, queste piante vengono abbattute  illegalmente in arre a forte disboscamento o all'interno di aree protette. «Il meeting è stato davvero all'altezza delle sue aspettative per queste specie di legno», ha detto David Newton, direttore Traffic per l'Africa orientale e meridionale.

Se per gli orsi polari è passata la linea canadese e si potrà continuare il commercio di pelli e parti, grossi progressi sono stati realizzati con le misure di salvaguardia di alcune delle specie minacciate simbolo: elefanti, rinoceronti e tigri, per i quali è vietato il commercio ai sensi della Cites.

Per quanto riguarda i rinoceronti, Mozambico e Vietnam, due Paesi al centro del bracconaggio e del commercio illegale di corni, dovranno dimostrare alla Cites con quali misure concrete intendono affrontare la situazione e i due Paesi  dovranno attuare strategie volte a ridurre la domanda di corno di rinoceronte.

«La raccomandazione di attuare una strategia di riduzione della domanda di una specie in pericolo è stata accolta dalla CItes per a prima volta - sottolinea Sabri Zain, direttore dell'ufficio legale di Traffic - Iniziative per arginare il bracconaggio e il traffico possono essere inutile senza sforzi complementari per ridurre la domanda di questi prodotti illegali».

La Cop 16 Cites ha anche approvato le  migliori misure di protezione per le tigri, compresa la raccolta delle informazioni sugli episodi di bracconaggio e il commercio illegale di tutti i grandi felini asiatici e per una migliore circolazione ed analisi delle informazioni tra le forze dell'ordine degli Stati dell'areale della tigre. A Bangkok Traffic ha presentato insieme al Wwf il rapporto" Reduced to Skin and Bones Revisited" che analizza i sequestri di parti e prodotti a base di tigri in 12 dei 13 Stati dell'area di distribuzione delle tigri e Broad ha detto che «Traffic è pienamente impegnato a mettere a disposizione le nostre analisi innovative ed approfondite sui sequestri di parti di tigri e  le informazioni sul mercato per rafforzare le attività della Cites».

Per gli elefanti sono state concordate misure che migliorano il controllo sull'avorio, compresi i requisiti per la dichiarazione annuale obbligatoria di tutte le scorte di avorio detenute dalle amministrazioni pubbliche, che tutti i sequestri di avorio oltre 500 kg di peso saranno sottoposti ad indagine forense per determinare il paese di origine e che ogni Paese dovrà rendere note le misure adottate per prevenire il commercio illegale di elefanti in cattività vivi. Inoltre, 8 Paesi che risultano implicati in modo significativo nel commercio mondiale illegale d'avorio: Cina e Thailandia come mercati finali; Malaysia,  Filippine e Vietnam come Paesi di transito;  Kenya, Tanzania ed Uganda come punti di uscita dall'Africa; hanno deciso di sviluppare piani di azione per affrontare il flusso illegale di avorio, lungo tutta la catena commerciale.

Broad conclude: «Nel corso del 2012 la preoccupazione internazionale per i crimini contro la fauna selvatica ha raggiunto i più alti livelli. La Conferenza Cites è stata chiaramente alimentata da un crescente riconoscimento a livello mondiale che il crimine contro la fauna selvatica è un reato grave, ora facciamo in modo che le parole positive siano tradotte in azioni concrete ed urgenti per chiudere il commercio illegale e non sostenibile».

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