[13/03/2013] News

Siria, la generazione perduta

Rapporto Unicef 2 milioni di bambini vittime della guerra civile

A due anni dall'inizio della guerra civile in Siria, l'Unicef ha pubblicato il rapporto "Syria's Children: A Lost Generation?" che scatta una tragica foto di una generazione alla quale sembra essere stata tolta ogni speranza di futuro, ma anche le cifre di un immenso impegno umanitario per l'infanzia siriana 

Secondo l'Unicef «La violenza incessante, i massicci spostamenti di popolazione e i danni alle infrastrutture e ai servizi essenziali causati dal conflitto siriano rischiano di lasciare un'intera generazione di bambini segnata per tutta la vita». Sono infatti proprio i bambini a pagare il prezzo più alto delle violenze: «Oltre 2 milioni di essi sono colpiti dal conflitto; di questi più di 1.800.000 all'interno dei confini siriani e oltre 500.000 rifugiatisi in Libano, Giordania, Iraq, Turchia ed Egitto».  L'Unhcr, l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati, avverte però che la situazione sta peggiorando rapidamente: «Il numero dei profughi è in costante aumento, e ha superato quota un milione nella prima settimana di marzo del 2013, in coincidenza con la conclusione del secondo anno di guerra».

Il direttore dell'Unicef, Anthony Lake, lancia un drammatico appello: «Milioni di bambini all'interno della Siria e in tutta la regione sono testimoni della scomparsa del loro passato e del loro futuro a causa delle macerie e della distruzione di un conflitto prolungato. Il rischio che diventino una generazione perduta cresce ogni giorno».

"Syria's Children: A Lost Generation?" sottolinea che «Nelle zone in cui i combattimenti sono stati più intensi, l'accesso all'acqua è diminuito di due terzi con conseguente aumento di malattie respiratorie e della pelle, mentre una scuola su cinque è stata distrutta, lesionata o adibita a ricovero per le famiglie sfollate».

Almeno 2.400 scuole sono state danneggiate o distrutte (di queste 772 soltanto a Idlib, il 50% del totale,  300 ad Aleppo ed altre 300 a Deraa) e più di 1.500 scuole sono state utilizzate come rifugi per persone sfollate Più di 110 insegnanti e altro personale scolastico sono stati uccisi e molti altri non stanno più andando al lavoro. A Idlib, ad esempio la presenza degli insegnanti  è inferiore al 55%. Ad Aleppo, il tasso di frequenza dei bambini è sceso del 6% e alcune scuole sono state usate dalle forze armate e da gruppi coinvolti nel conflitto. Le classi che funzionano ancora sono composte in alcuni casi da oltre 100 alunni.

Nelle città in cui il conflitto è stato più intenso, alcuni bambini hanno già perso quasi due anni di scuola. «Il sistema scolastico in Siria è scosso dall'impatto delle violenze - ha detto Youssouf Abdel-Jelil, rappresentante Unicef  in Siria - La Siria una volta poteva andare fiera della qualità delle sue scuole. Adesso sta assistendo ad un rapido peggioramento dei risultati raggiunti negli anni passati».

Anche gli  ospedali e gli ambulatori sono stati distrutti, a volte dalle truppe del regime ed a volte devastati dall'opposizione sempre più nelle mani di estremisti islamici sunniti, e il personale sanitario qualificato è fuggito. «Nel frattempo, i bambini soffrono il trauma di vedere i membri della famiglia e gli amici uccisi e sono terrorizzati da rumori e scene di scontri», dice l'Unicef e Lake aggiunge: «Esortiamo tutte le parti in conflitto a permettere di raggiungere senza alcuna limitazione i bambini colpiti dalle violenze, ovunque si trovino. Possiamo fare fronte alle crescenti necessità causate dalla crisi soltanto se riusciremo a portare gli aiuti di cui oggi c'è bisogno».

Ma la situazione potrebbe essere molto peggio se le organizzazioni umanitarie e le agenzie Onu non lavorassero per salvare vite mentre l'esercito siriano e le milizie dell'opposizione seminano morte. Dall'inizio della sanguinosa guerra civile siriana la risposta dell'Unicef e dei suoi partner si è concentrata  sulla fornitura di acqua potabile e servizi igienici e sanitari, programmi di protezione, istruzione e assistenza alle famiglie sfollate all'interno della Siria e ai rifugiati in tutta la regione. Oggi, grazie al lavoro dell'Unicef  4 milioni di persone in Siria hanno accesso all'acqua potabile, mentre team sanitari mobili hanno contribuito a vaccinare 1,5 milioni di bambini contro il morbillo e la polio. Circa 75.000 bambini colpiti del conflitto frequentano lezioni. In Giordania, Libano, Iraq e Turchia, l'Unicef assiste più di 300.000 bambini rifugiati con acqua potabile, servizi igienico-sanitari, istruzione, assistenza specialistica e protezione dallo sfruttamento e dagli abusi,

Ma l'agenzia Onu che protegge l'Infanzia sottolinea le grandissime difficoltà che sta incontrando: «Tuttavia, questo grande impegno è minacciato da una grave mancanza di finanziamenti. Nel mese di dicembre 2012, l'Unicef ha lanciato un appello per 195 milioni di dollari per aiutare i bambini siriani e le loro famiglie fino a giugno 2013. Ad oggi, l'appello è stato finanziato per meno del 20%». 

Quelli che non mancano sembrano invece gli aiuti in armi e finanziamenti da parte di Russia, Cina ed Iran al regime nazional-socialista del presidente siriano Bashir Al Assad e da parte delle monarchie assolute petrolifere del Golfo e dei Paesi occidentali all'Esercito di liberazione siriano ed ai combattenti arabi infiltratisi dai Paesi vicini.

L'Unicef spiega che si può  aiutare i bambini nella Siria: con una donazione online:  https://donazioni.unicef.it/?c=2WSY&l=0002 oppure con uno degli altri modi per donare: - bollettino di c/c postale numero 745.000, intestato a Unicef  Italia, specificando la causale "Emergenza Siria"; Carta di credito online sul nostro sito oppure telefonando al Numero Verde Unicefg 800 745 000; Bonifico bancario sul conto corrente intestato a Unicef Italia su Banca Popolare Etica: IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051, specificando la causale "Emergenza Siria";  donazione presso il Comitato cittadino Unicef più vicino.

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