[12/03/2013] News

Commercio illegale d'avorio e Cites, il Wwf insoddisfatto: «A Bangkok poche azioni immediate»

Il Wwf parla di «Grande delusione per il voto contrario alle sanzioni commerciali nei confronti dei
Paesi che in questi anni non hanno contrastato il commercio di avorio», dato oggi alla 16esima
conferenza delle parti della Convention on international trade in endangered species of wild fauna
and flora (Cites) in corso a Bangkok.

L'Associazione ambientalista denuncia che  i governi
riuniti nella capitale della Thailandia «Oggi hanno votato contro le sanzioni commerciali immediate
nei confronti dei diversi paesi che hanno ripetutamente evitato di affrontare il commercio di avorio».

Massimiliano Rocco, responsabile specie e Traffic del Wwf Italia conferma: «Siamo
estremamente delusi dalla mancanza di decisioni e azioni urgenti e puntuali decise da parte dei
governi per accelerare il processo di sanzioni contro quegli Stati che da anni non sono riusciti ad
agire con fermezza per ridurre il commercio illegale di avorio nel proprio paese, mentre il massacro
di migliaia di elefanti l'anno continuava in Africa. Tuttavia non ci fermeremo e monitoreremo  che il
Comitato permanente della Cites induca questi governi a rendere conto di quello che faranno nel
prossimo anno. I governi sono a conoscenza da anni della mancanza di rispetto delle norme e delle
azioni assai blande portate avanti da parte dei diversi Paesi. Gli elefanti che vivono nelle foreste in
Africa centrale sono in rapido declino e oramai a corto di tempo. Speriamo che i governi accelerino il
passo e si decidano a rivedere misure restrittive contro i Paesi che violano le restrizioni sul
commercio di avorio».

Anche se alla Cop 16 Cites si è discusso su possibili sanzioni
commerciali contro i Paesi che non riescono o non si impegnano seriamente a regolare i loro mercati
d'avorio, non sono state approvate le sanzioni proposte nei di Camerun, la Repubblica del Congo,
Repubblica democratica del Congo, Egitto, Etiopia, Gabon, Mozambico, Nigeria e Uganda. Il Wwf
spiega che a Bangkok «I governi hanno invece chiesto  a questi Paesi di individuare azioni e
scadenze per garantire un progresso nella lotta contro il commercio illegale di avorio prima
dell'estate 2014, rinviando ancora di mesi quello che invece doveva essere deciso oggi con
fermezza, fermandosi ad una semplice minaccia potenziale confermando che potrebbero affrontare
sanzioni commerciali nel caso non ci fosse alcun miglioramento significativo della situazione, ma
tutto di la da venire. I 9 Paesi hanno avuto poco più di un anno per mostrare un miglioramento delle
proprie prestazioni ma sempre troppo tempo per fermare una strage che ogni giorno miete vittime
innocenti in tutta l'Africa e non parliamo solo di elefanti ma anche di quel personale come ranger e
guardiaparco che come possano cercano di fermare le bande criminali che oramai scorrazzano in
tutta l'Africa massacrando gli elefanti.»

I casi dei peggiori trasgressori, compresi Cina e
Thailandia dove c'è il picco della domanda , il paese ospitante del meeting Cites, la Thailandia), ma
anche Kenya, Tanzania, Uganda, Malesia, Filippine e Vietnam, dovrebbero essere affrontati in una
sessione separata giovedì prossimo.

«Ci auguriamo che i governi adotteranno una
posizione più forte nei confronti di questi Paesi considerati come il più grande problema quando si
tratta di commercio di avorio illegale, e che dovrebbe includere molte più misure urgenti e incisive
rispetto a quanto abbiamo visto oggi . continua Rocco. In base alle norme del trattato, gli Stati
membri della Citespossono raccomandare che le parti blocchino i rapporti commerciali con i Paesi
inadempienti nei confronti della tutela delle 35.000 specie coperte dalla convenzione, dalle orchidee
alle pelli coccodrillo».

Le decisioni di oggi hanno riguardato argomenti come il bracconaggio
di elefanti che ha raggiunto livelli di crisi: «Fino a 30.000 elefanti vengono massacrati ogni anno per
alimentare il commercio illegale di avorio - conclude il Panda - Il commercio di avorio è stato
regolato dalla Cites per la prima volta nel 1970. Ci sono state, però, diverse altre misure adottate
dai governi per contribuire a contenere il commercio illegale di avorio, tra cui: La creazione di una
task force esecutiva sull'avorio, che consentirà una migliore applicazione del diritto per la
collaborazione tra i Paesi; Migliori tecniche giuridiche basate sul Dna per identificare l'origine di
avorio confiscato; La conferma della necessità di campagne di riduzione della domanda su avorio».

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