[05/03/2013] News

Veneto: contributi agli agricoltori per l'utilizzo di terreni per la caccia

Il rimborso per la “servitů venatoria” previsto dalla legge 157/92 ma quasi applicato

A fine dicembre 2012, la Regione Veneto con nota del dirigente Mario Richieri ha risposto alle richieste di rimborso di alcuni agricoltori vicentini. Antonino Morabito, responsabile nazionale fauna e benessere animale di Legambiente conferma che «Nel documento si legge che verranno istruite le pratiche di richiesta con riferimento al periodo utile del Piano Faunistico Venatorio attuale (approvato a gennaio 2007 e prorogato a settembre 2013) e che saranno riconosciuti i contributi secondo le determinazioni che verranno assunte dalla Giunta, ai sensi dell'articolo 15 comma 2 della legge 157/92».

La campagna per far rispettare la normativa che tutela gli agricoltori è stata lanciata dalla sezione di Vicenza del Coordinamento protezionista veneto (Cpv), su iniziativa della Lega abolizione caccia (Lac) perché qualsiasi proprietario di fondi che in qualche modo vengono utilizzati per la caccia, possa  rivendicare il diritto al rimborso. A stabilire questo diritto al rimborso è l'articolo 15 comma1 della Legge sulla caccia n.157 del 1992, che prevede che è "dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura dell'amministrazione regionale in relazione all'estensione, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente". Alla spesa si deve far fronte con la tassa di concessione venatoria regionale.

Morabito sottolinea che «Nel documento regionale reso noto si dichiara, inoltre, che ai proprietari verrà rimborsato quanto dovuto per l'utilizzo del fondo rientrante nell'ultimo Piano Faunistico Venatorio». Il piano è stato istituito nel 2007 e per questo Regione Veneto intende pagare solo gli ultimi 6 anni di servitù, ma su questo punto il l Cpv intende proporre l'impugnazione: «A nostro parere è una limitazione illegittima, poiché il diritto al contributo esiste ed esisteva fin dal 1992.A tale scopo abbiamo avviato una raccolta di adesioni per una azione collettiva (class-action) contro la provincia/regione per vedere interamente rispettati i diritti dei cittadini». Ai conduttori o proprietari dei fondi andrebbero quindi riconosciuti, tutti i contributi, compresi gli arretrati e gli interessi legali, dato che  la legge è stata emanata nel 1992.

Analoga richiesta può essere avanzata in ogni altra Regione o Provincia autonoma per i terreni ricadenti nelle aree a caccia programmata, la cosa potrebbe quindi rappresentare un vero e proprio terremoto nel mondo venatorio e viene inaspettatamente da una Regione, il Veneto, governato dal partito più filo-caccia selvaggia,: la Lega Nord. Infatti ha il diritto a ricevere il rimborso chiunque possieda un terreno, coltivato o meno, ad eccezione di quelli sottratti alla caccia (fondi chiusi delimitati con recinzione alta almeno 1,20 metri o da un corso d'acqua perenne di almeno 3 metri di larghezza e 1,5 di profondità, oppure fondi situati all'interno di parchi, aree protette ed oasi naturali oppure in altre aree a divieto di caccia). La stima del contributo varia dai 50 ai 100 euro all'anno per  ettaro all'anno, più gli anni di arretrati a partire dall'anno da cui è vigente il Piano faunistico-venatorio regionale e il costo per chiederlo è più o meno di 5 euro, quello di una raccomandata.

Per chiedere il rimborso servono le visure catastali, le stesse utilizzate per l'Imu e, se il terreno è condotto con canone di affitto, serve anche copia di questo documento. Il tutto va spedito al Presidente della Provincia o Regione (dipende dalla legge regionale se delega le province al pagamento o no), mediante raccomandata con ricevuta di ritorno.

Torna all'archivio