[05/03/2013] News toscana

Ecomostro di Procchio, il sindaco: «Vado avanti», Legambiente «Basta con le furbizie»

Il sindaco di Marciana, Anna Bulgaresi (Pdl) torna in un'intervista al Tirreno sulla vicenda della demolizione/ricostruzione dell'ecomostro di Procchio che nei giorni scorsi aveva visto un deciso intervento del presidente della Regione Toscana che ha annunciato un incontro a Firenze con Legambiente e con il Sindaco per capire meglio i termini di una questione che ha assunto aspetti paradossali.  

La Bulgaresi dice al quotidiano che «Prima di tutto viene Procchio se poi dei privati, come la famiglia Giusti e i proprietari dell'Hotel del Golfo, approfittano della messa in sicurezza per costruire o ampliare le proprie strutture, è un fatto secondario. A me non interessa». Poi aggiunge: «Se Legambiente si vuole assumere la responsabilità di far saltare i lavori faccia pure. Io non torno indietro. Senza la demolizione dell'ecomostro la bonifica del fosso di Vallegrande è compromessa. Io avevo avvisato da tempo Legambiente, dicendogli: intanto demoliamo, poi collaboriamo per la ricostruzione. Ma niente, ha voluto ugualmente polemizzare».

A Legambiente che ricorda che 5 milioni di euro pubblici permetteranno a dei costruttori pistoiesi condannati per corruzione di  ricostruire l'ecomostro, il sindaco risponde che  «I soldi pubblici servono per la messa in sicurezza non per cementificare. Se in tutta la regione si può costruire a dieci metri dai corsi d'acqua, l'edificazione del nuovo centro servizi è un fatto secondario. Fin dal mio insediamento il fosso di Vallegrande, dalla strada provinciale fino al mare non esisteva più. Era stato cancellato dal catasto. Questo è il vero problema». Ed agli ambientalisti che proponevano di proporre "compensazioni" spostando i volumi, la Bugaresi ribatte: «Ci avevo pensato due anni fa e volevo farlo edificare nel parcheggio del mercato. Purtroppo c'era bisogno di una complessa variante urbanistica che avrebbe comportato tempi biblici per gli interventi, visto che richiedeva la modifica del corso del fosso. Magari, senza l'alluvione del 7 novembre non sarebbero neanche arrivati i soldi e avremmo avuto tutto il tempo del mondo, ma ora che siamo riusciti ad ottenere i 5 milioni di euro dobbiamo approfittarne. Bisogna mettere sulla bilancia Procchio e il resto e io scelgo Procchio». 

Se le precedenti dichiarazioni del sindaco di Marciana non erano piaciute al Cigno Verde isolano, le precisazioni sembrano ancora più indigeribili per gli ambientalisti che infatti rispondono: «Non riusciamo a comprendere quale sia il gioco del sindaco di Marciana Bulgaresi sull'ecomostro di Procchio ed anche la furbizia ed il richiamo demagogico al campanilismo, per cercare di dare la colpa a Legambiente degli eventuali ritardi della messa in sicurezza di Procchio, mostrano la corda. Forse al sindaco non interessa che chi ha spostato e tombato i fossi a valle della strada provinciale e chi ha costruito 7.500 metri di cemento armato allo sbocco di un fosso e in un'area "blu" secondo le cartografie della regione Toscana già esistenti prima del 2 settembre 2002 (con una licenza concessa nell'agosto 2002), possa costruire usufruendo di milioni di soldi pubblici che vanno a sanare danni creati dai privati, ma a noi interessa e come...».

Ma Legambiente dà ragione al sindaco su una cosa: «La messa in sicurezza non ha niente a che vedere con la demolizione dell'ecomostro, ma nemmeno, ed ancora di più, con la sua ricostruzione», per poi spiegare che  «Legambiente non vuole impedire la messa in sicurezza di Procchio, i ritardi e i rinvii non sono dovuti a noi, ma all'aver accettato un rinvio nella primavera 2012 per non disturbare l'attività alberghiera, anche di chi ha responsabilità nell'intubamento e tombamento dei fossi.  Legambiente ha lottato perché l'ecomostro non fosse costruito in una zona "blu", perché non voleva che fosse messo in ulteriore "insicurezza" ciò che ora si vuole "mettere in sicurezza", spostando semplicemente un ecomostro fatto costruire alla confluenza di tre fossi e che è un elemento dell'insicurezza».

Ma la vicenda assume anche aspetti squisitamente politici ed emergono retroscena: «Visto che la sindaco Bulgaresi ci tira in ballo rivelando precedenti colloqui avuti con Lei, è bene dirla tutta: Anna Bulgaresi, durante due incontri sul parcheggio di Chiessi, disse ad Umberto Mazzantini che per la demolizione dell'ecomostro c'erano problemi che riguardavano proprio le richieste dei due costruttori pistoiesi ri-condannati qualche giorno fa per corruzione e chiese una collaborazione perché la soluzione prospettata non le piaceva. Ci dispiace che abbia cambiato idea e che questo abbia coinciso con la sua candidatura parlamentare nelle fila del Partito di Silvio Berlusconi, ma noi abbiamo fatto quel che abbiamo sempre detto, così come ci siamo complimentati con lei quando nella campagna elettorale che ha visto la sua elezione a sindaco e dopo l'alluvione del novembre 2011 disse che l'ecomostro andava abbattuto senza se e senza ma».  

Insomma l'associazione ambientalista ribadisce che « Nessuno impedisce di mettere in sicurezza Procchio, tanto è vero che Legambiente, a differenza di quanto fatto con il progetto presentato dalla precedente Amministrazione Logi (centro-sinistra), non ha fatto osservazioni alla messa in sicurezza presentata dall'Amministrazione Bulgaresi (centro-destra) anche se non ci convince del tutto.  Lo ripetiamo: la messa in sicurezza di Procchio non ha niente a che vedere con la ricostruzione dell'ecomostro, anzi, poteva e doveva essere l'occasione per impedirla e per rivedere l'iter amministrativo di una concessione data pochi giorni prima dell'alluvione del 2002 in zona "blu" e resuscitata dopo la squallida vicenda giudiziaria di Elbopoli, i continui allagamenti dell'area e l'alluvione del 2011. Naturalmente l'Amministrazione Bulgaresi ha solo una piccola parte di responsabilità, visto che è in carica da due anni, ma a più di 10 anni dall'alluvione del 2002 quella "complessa variante urbanistica" della quale parla poteva essere fatta tranquillamente, così come in un anno e mezzo dall'alluvione del 2011, con processi in corso riguardanti l'ecomostro di Procchio e Costa dei Barbari, si potevano prendere decisioni urgenti e forti e non adeguarsi alle richieste ed alle esigenze di "famiglia Giusti e i proprietari dell'Hotel del Golfo". Se questo non è stato fatto, se non c'è stata la capacità politica ed amministrativa di mantenere le promesse ripetutamente fatte, non è certo colpa di Legambiente. Anche noi scegliamo Procchio e lo abbiamo fatto in tempi non sospetti, quando l'ecomostro non era ancora stato costruito e si poteva impedirne tranquillamente la realizzazione, invece di forzare le cose e concedere licenze in un'ara a rischio che si sono trasformate anche in un acclarato abuso e in condanne penali».

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