[28/02/2013] News

Beagle di Green Hill, sit-in in attesa della decisione della Cassazione

Legambiente e Lav: «Confidiamo nell’accoglimento del ricorso della Procura di Brescia»

Oggi la Suprema Corte di Cassazione è chiamata a esprimersi sul sequestro preventivo dei beagle e delle strutture di Montichiari chiesto dalla Procura della Repubblica di Brescia e contro cui si oppone la Green Hill 2001. La Procura ha evidenziato che nella struttura di Green Hill a Montichiari c'era una situazione di maltrattamento fisico ed etologico dei cani, e quindi gli animali devono essere sottratti all'azienda per impedire che questa situazione continui

Legambiente, custode giudiziaria insieme alla Lav dei beagle liberati da Green Hill, «Ha visto con i propri occhi lo stato in cui si trovavano le migliaia di cani appena usciti dall'allevamento e ascoltato il parere di esperti veterinari» ed oggi l'associazione ambientalista è fuori dalla sede della Suprema Corte di Cassazione «Per testimoniare il proprio sostegno alle richieste della Procura della Repubblica di Brescia riguardo al sequestro preventivo dei beagle e delle strutture dell'allevamento di Green Hill a Montichiari (Bs). Gli elementi che in questi mesi continuano a emergere sullo stato sanitario di moltissime femmine di beagle, utilizzate come fattrici nell'allevamento, desta enorme preoccupazione e alcune di esse sono morte a seguito di forme tumorali gravi. A ciò si aggiunge uno stato di irrequietezza e instabilità emotiva di questi animali, trattati come macchine riproduttive e fortemente condizionati da anni di stress fisiologico.E' quindi molto importante quanto il Collegio valuterà e stabilirà anche e soprattutto ai fini delle successive fasi processuali».

Se la Cassazione non accoglierà il  ricorso, nell'immediato non cambierà nulla per i beagle già salvati da Green Hill e affidati a famiglie italiane: «I cani restano sotto sequestro probatorio - spiega il Cigno Verde - Ovviamente la nostra battaglia legale per salvarli definitivamente e impedire che altri cani possano essere sottoposti ad analoghi maltrattamenti continuerà senza indugi».

Intanto la Procura della Repubblica di Brescia continua ad acquisire elementi probatori rispetto a quanti già raccolti sulla gestione dell'allevamento di Green Hill 2001. Anche Legambiente, in quanto custode giudiziario, informa che «Sta accumulando documentazione utile a "rendicontare" le sofferenze e i maltrattamenti subiti dai beagle all'interno dell'allevamento e manifesti anche a distanza di mesi dall'uscita da lì e che saranno utilizzati dai nostri legali nelle fasi processuali che si apriranno appena chiuse le indagini preliminari e la Procura avrà avviato il processo vero e proprio contro la succursale italiana della multinazionale Marshall BioResources, la Green Hill 2001 s.r.l.»

Anche gli attivisti della Lav sono presenti  davanti alla Cassazione «Per esprimere il nostro pieno supporto all'operato della Procura e a tutti i motivi che hanno portato al ricorso, che confidiamo il Collegio accolga in toto».  Secondo gli animalisti, dopo la positiva notizia della rinuncia, pochi giorni fa, da parte di Green Hill al ricorso in Cassazione contro il sequestro probatorio degli oltre 2600 beagle affidati la decisione di oggi della Suprema Corte di Cassazione «E' una nuova importante tappa giudiziaria in cui auspichiamo che tutto il lavoro sinora svolto da parte della Procura, anche in collaborazione con le due associazioni denuncianti, sia riconosciuto dalla Cassazione e valorizzato anche in vista di un rinvio a giudizio dei responsabili e dell'inizio del processo. I mesi che sono trascorsi dai primi affidamenti sono stati importantissimi per quanto sta via via emergendo dalla semplice osservazione dei cani sotto sequestro, in particolare di quelli adulti destinati alla riproduzione: infatti, dagli accertamenti in corso sui cani in custodia alle due associazioni, si è potuto constatare che una altissima percentuale delle fattrici utilizzate da Green Hill ha mostrato segni di proestro una volta al mese, e addirittura, in alcuni casi ogni 15 giorni, anziché ogni sei mesi come avviene normalmente. Si sta indagando sul perché di questa grave anomalia, che influisce negativamente sulle condizioni di salute di questi poveri cani, in particolare si sta tentando di verificare se ciò sia da mettere in relazione con la somministrazione illegittima di farmaci volti appunto a provocare una situazione di continua capacità riproduttiva.  Questa indagine non solo fa emergere gravissime responsabilità penali sugli autori, ma anche consiglia una attenzione investigativa che deve continuare sino a che non si otterrà una risposta chiara e precisa su quello che avveniva a Green Hill».

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