[28/02/2013] News toscana
Arpat ed ufficiali di polizia giudiziaria: una vicenda che merita un po' di chiarezza
Come ha sottolineato alcuni giorni fa la Regione Toscana, l'illegittimità della qualifica di Ufficiali di polizia giudiziaria (Upg) per i dipendenti Arpat, sancita prima da una sentenza della Corte Costituzionale, poi da un parere del Consiglio di Stato, sta creando una situazione molto delicata all'interno dell'Arpat, l'Agenzia regionale di protezione ambientale, dove sono attualmente 199 i dipendenti che hanno questo ruolo.
La vicenda è molto complicata e dopo l'intervento dell'assessore all'ambiente Anna Rita Bramerini con la proposta di legge al presidente della Regione di presentare al Consiglio Regionale con la quale, pur nella consapevolezza del rischio di incostituzionalità, si riconosca ex lege la qualifica di Upg a coloro che sono già in possesso del tesserino di riconoscimento finora necessario, oggi abbiamo chiesto all'Arpat stessa un aiuto per ricostruire tutta la situazione.
Partiamo prima da alcuni dati: ad oggi, Arpat ha circa 50 casi in cui i dipendenti operano come Upg, con indagini che gli sono state delegate direttamente dalla magistratura: solo per fare qualche esempio, scarichi non in regola, scorretta gestione dei rifiuti, emissioni in atmosfera che superano i limiti. Le conseguenze della revoca della qualifica di Upg a questi dipendenti (revoca peraltro non ancora avvenuta) potrebbero essere molto negative - sottolinea l'assessore - sia per quanto riguarda l'efficacia dell'azione dell'Arpat a supporto dell'attività della magistratura in un campo così specialistico e delicato come quello della tutela dell'ambiente, sia sull'opinione pubblica. Arpat è stata impegnata come punto di riferimento per la Procura della Repubblica fiorentina, e non solo, in molte vicende, anche recenti.
Ma ecco le tappe della vicenda dal punto di vista dell'Arpat:
- In materia di attribuzione della qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria è in primo luogo regolata dall'art. 57 del Codice di Procedura Penale (CPP) che al terzo comma stabilisce che "Sono altresì ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, nei limiti del servizio cui sono destinate e secondo le rispettive attribuzioni, le persone alle quali le leggi e i regolamenti attribuiscono le funzioni previste dall'art. 55.
- La sentenza della Corte Costituzionale n. 167/2010 si è ribadito che la materia dell'ordine pubblico e della sicurezza rientra - anche dopo la riforma del Titolo V della Costituzione - nella "competenza esclusiva dello Stato", e che pertanto il riconoscimento di ufficiali di polizia giudiziaria deve essere previsto da una norma statale.
- Con l'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (legge. 833/1978) si prevedeva (art.21) che agli addetti ai servizi che operavano per la tutela della salute dei lavoratori e la salvaguardia ambientale potesse essere attribuita (dal prefetto) la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria.
- In seguito al referendum del 1993 le competenze di salvaguardia ambientale furono scorporate dal SSN e attribuite alle Agenzie ambientali regionali (decreto legge 496/1993 convertito con legge 61/1994), indicando esplicitamente (art.3) fra le loro funzioni quelle relative alle "attività tecniche di prevenzione, di vigilanza e di controllo ambientale".
- Il Decreto Ministeriale 58/1997 ha successivamente affermato che "il tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, operante nei servizi con compiti ispettivi e di vigilanza è, nei limiti delle proprie attribuzioni, ufficiale di polizia giudiziaria."
- Un parere dell'Avvocatura Regionale del giugno 2011 ha affermato che tale "DM abbia efficacia "costitutiva" in ordine al riconoscimento della qualifica di UPG per i Tecnici della Prevenzione operanti nei servizi ispettivi, ivi comprese le ARPA, si deve anche concludere che l'attribuzione della qualifica sia da considerarsi automatica, in presenza di atti organizzativi che adibiscano tali operatori all'effettivo svolgimento delle funzioni di vigilanza ambientale." Al contempo veniva esclusa la possibilità di attribuire le funzioni di UPG a personale dell'Agenzia che non avesse la qualifica di Tecnici della Prevenzione Ambientale (TPA).
- Sulla base di questo parere la Direzione generale ARPAT adottò un atto ricognitivo che individuava i TPA che svolgevano effettivamente le funzioni di vigilanza ambientale, anche ai fini del riconoscimento di una specifica indennità retributiva. Gli operatori che hanno attualmente la qualifica di UPG in Agenzia sono 199, che, fra l'altro, svolgono, al momento, 55 indagini delegate dalla Magistratura (fra le quali anche quelle
- Un parere del Consiglio di Stato, il n. 3387 del 26.7.2012 (richiesto da ARPA Lombardia), contrastando l'orientamento sinora seguito, ha rilevato tuttavia "l'assenza di norme di livello statale che attribuiscano in via generale la qualifica di UPG al personale ARPA e che individuino l'autorità competente ad attribuire espressamente tale incarico".
- E' stato quindi richiesto un nuovo parere all'Avvocatura regionale. Tale parere, pervenuto all'Agenzia il 16 gennaio 2013, ha fornito nuove valutazioni - rispetto a quanto espresso in precedenza -, prendendo atto dell'autorevolezza del pronunciamento del Consiglio di Stato, ed evidenziando che "nel futuro prossimo condizionerà fortemente anche gli esiti dell'eventuale contenzioso, ove sorgessero contestazioni avverso le attività poste in essere dagli operatori ARPAT nello svolgimento di funzioni proprie della polizia giudiziaria.", e quindi suggerendo all'Agenzia di rivedere la questione.
- Al contempo è stata fatta una ricognizione della situazione nelle altre agenzie ambientali, da cui è risultato, nelle 16 agenzie che hanno risposto, la seguente situazione:
- A Bolzano e Valle d'Aosta non sono presenti UPG,
- In Lombardia ed Abruzzo gli UPG sono stati sospesi a seguito del quadro sopra descritto;
- In Emilia Romagna sono presenti, di nomina ARPA, sulla base di una legge regionale, ed a Trento su nomina del Presidente della Provincia;
- Nelle altre Agenzie sono presenti, ma sono di nomina prefettizia;
- l'agenzia nazionale ISPRA, svolge attività di polizia giudiziaria solo per la radioprotezione.
- Nel corso della Legislatura appena conclusa, è stato discusso nelle commissioni parlamentari un progetto di legge ( di iniziativa dell'on. Brutti e Realacci) che avrebbe fatto definitivamente chiarezza della questione, nel quadro di un riordino complessivo del sistema delle agenzie ambientali, prevedendo esplicitamente la possibilità di attribuire, da parte dei legali rappresentanti delle ARPA, la qualifica di UPG agli operatori delle Agenzie che svolgono funzioni di controllo e vigilanza per la salvaguardia ambientale.
- Il possedere la qualifica di UPG rafforza notevolmente le possibilità di azione degli operatori delle agenzie ambientali nello svolgere le proprie attività di controllo e vigilanza ai fini della salvaguardia ambientale. Fra gli altri atti che possono svolgere di propria iniziativa gli UPG ci sono infatti: il sequestro preventivo di cose pertinenti al reato (art.321); assunzioni di sommarie informazioni dell'indagato (art.350); accertamenti e rilievi necessari sullo stato dei luoghi e delle cose (art.354); sequestro del corpo del reato e delle cose a questo pertinenti, se del caso (art.354); accertamenti e rilievi sulle persone, non implicanti ispezione personale (art.354). Inoltre le relazioni di servizio di un ufficiale di un UPG fanno fede fino a prova contraria.
- In ogni caso, anche senza la qualifica di UPG, gli operatori dell'Agenzia hanno comunque pieno titolo nello svolgere le proprie attività di controllo, fra l'altro la Regione Toscana, nella legge 30/2009 di riforma dell'Agenzia ha espressamente previsto (art.35) che "Il personale dell'ARPAT addetto allo svolgimento delle attività di ispezione di cui all'articolo 7, munito di documento di riconoscimento rilasciato dall'ARPAT, può accedere senza preavviso alle sedi di attività ed agli impianti, nonché richiedere i dati, le informazioni e i documenti necessari per l'espletamento dei controlli stessi. Al personale addetto ai controlli non può essere opposto il segreto industriale per evitare o ostacolare le attività di verifica e controllo."
- Inoltre la Carta dei Servizi ARPAT, che indica le attività istituzionali svolte dall'Agenzia, recentemente aggiornata dal Consiglio regionale, prevede espressamente (riga 137) come attività Istituzionale Obbligatoria la "Collaborazione con Autorità giudiziaria nonché con altri enti e corpi preposti a funzioni pubbliche di vigilanza."
- La Direzione ARPAT importante che il ruolo dei propri operatori di controllo sia rafforzato dalla qualifica di UPG, che certamente permette loro una più incisiva azione a salvaguardia dell'ambiente, ma al contempo deve assicurare, in primo luogo al proprio personale, ampia tutela, garantendo che svolga la propria attività all'interno di una piena copertura normativa. Questo, considerato anche il fatto, che sempre più, soggetti sottoposti all'attività di controllo hanno preso a ricorrere non solo contro l'Agenzia, ma anche contro i singoli operatori con azioni giudiziari che prevedano, anche, pesanti richieste risarcitorie, mettendo in dubbio la legittimità delle azioni da loro svolte in funzione della qualifica di UPG.
- Per questo la Direzione ARPAT si è mossa con prudenza, e, prima di assumere decisioni in merito - che si ribadisce non sono state ancora prese, contrariamente a quanto affermato dal comunicato sindacale - ha chiesto un parere alla Procura Generale di Firenze, ed informato la Regione Toscana della situazione.
- La Direzione ARPAT, al contempo, ha doverosamente informato i sindacati ed il personale dell'evoluzione della questione, annunciando che "a tutela degli interessi propri e dei propri lavoratori si trova nella condizione di doversi adeguare a quanto ricordato nei pareri del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura regionale, adottando un atto che revochi, a decorrere dal 16.3.2013, la qualifica di Ufficiale di polizia giudiziaria nei confronti di tutti gli operatori che attualmente ne sono in possesso, con conseguente cessazione della corresponsione della relativa indennità e cambiamento del tesserino di riconoscimento."
- La Regione ha manifestato con chiarezza la propria volontà politica annunciando persino la disponibilità ad adottare una legge regionale in proposito, pur nella consapevolezza di rientrare nelle proprie competenze istituzionali.
- La Direzione ARPAT valuterà nei prossimi giorni l'evoluzione della situazione, cercando le soluzioni che, mantenendosi nella più stretta legalità, e quindi salvaguardando l'Agenzia ed il suo personale, garantiscano al contempo il massimo di incisività nell'azione svolta per la salvaguardia dell'ambiente della Toscana.
Nella foto: il direttore generale dell'Arpat Giovanni Barca
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