[27/02/2013] News

Alla Merkel piace il fracking dello shale gas, ma i Verdi non ci stanno

La cancelliera tedesca Angela Merkel sembra aver ceduto, nonostante qualche concessione per evitare un impatto ambientale troppo pesante, alle pressioni della lobby energetica tedesca - già infuriata per l'uscita dal nucleare - e ha dato di fatto il via libera al fracking, la contestatissima fratturazione idraulica dello shale gas, in terra tedesca. Ricordiamo come la Francia nucleare invece avesse detto no, accogliendo le crescenti proteste di ambientalisti, comunità locali ed agricoltori, anche se oggi il Corriere della Sera avanza il sospetto che anche qui ci sia lo zampino della lobby nucleare, che avrebbe malvisto un possibile concorrente, dimenticando che le richieste di concessioni di fracking in Francia venivano spesso dalle grandi multinazionali energetiche francesi che fanno affari con il nucleare e con i combustibili fossili, "tradizionali" o meno.

Il governo democristiano-liberale di Berlino (che i tedeschi chiamano Ape Maya, dal colore nero della Cdu e da quello giallo dei liberali della Fdp) giustifica il sì al fracking con l'aumento delle bollette elettriche delle famiglie, e prospetta l'estrazione di 2.300 miliardi di m3 di gas in un Paese che ne consuma  86 miliardi l'anno. Eppure solo nel dicembre 2012 il ministro dell'Economia Phlipp Rösler, presentando un rapporto intermedio sulla "rivoluzione energetica" del governo tedesco, diceva: «Abbiamo percorso una lunga strada. Il consumo di energia è in calo, l'efficienza energetica sta migliorando. Anche se abbiamo fermato 8 impianti ad energia nucleare, la sicurezza dell'approvvigionamento non è compromessa».

I Verdi tedeschi non l'hanno presa bene, e sul loro sito annunciano una battaglia campale simile a quella che costrinse il governo Ape Maya a rimangiarsi l'amaro boccone del rinascimento nucleare tedesco dopo la catastrofe di Fukushima Daiichi. I Grünen scrivono: «Invece di preoccuparsi della rivoluzione energetica, il governo si assume il rischio della produzione di gas di scisto. "Fracking" significa un sacco di prodotti chimici, sabbia e milioni di litri di acqua dolce che vengono pompati nel terreno per liberare il gas naturale da diverse formazioni rocciose profonde, che porta il fracking a danneggiare gli esseri umani e la natura». I Verdi tedeschi si chiedono quale siano le ragioni che hanno spinto la coalizione di centro-destra della Merkel a prendere una decisione destinata ad aumentare le sue già evidenti difficoltà in un Paese dove i Grünen sono stabilmente il terzo partito e governano in molti Lander.

In Germania il dibattito sul fracking è ormai molto acceso, e ci sono progetti che riguardano anche aree protette o dove ci sono grosse falde acquifere, ma il ministro dell'Ambiente tedesco Peter Altmaier (Cdu) e quello dell'Economia Rösler (Fdp) hanno assicurato che in queste aree la fratturazione idraulica chimica sarà vietata. «In altre parole e con altri  mezzi, comunque, in tutte le altre aree si vuole consentire fracking - denunciano i Verdi - Con il tranquillante chiamato Via per paralizzare i cittadini preoccupati. Sulle questioni davvero importanti, come il rischio di avvelenamento del suolo o lo smaltimento delle scorie tossiche e la salvaguardia ambientale il ministro dell'ambiente e il suo collega non danno tuttavia una risposta».

Secondo i Grünen, «Una valutazione di impatto ambientale non è sufficiente! Non può sostituire una discussione di fondo sulle potenzialità ed i rischi del fracking», per questo invitano tutti i tedeschi ad inondare le caselle e-mail del ministro dell'Ambiente Altmaier e del ministro dell'Economia Rösler con  la richiesta di un esame approfondito dei pericoli a lungo termine del fracking, e per chiedere la fine di qualsiasi ricerca e test destinati alla fratturazione idraulica.

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