[27/02/2013] News

India, un nuovo regolamento salva le tigri: non potranno essere pił uccise. Tranne le mangiauomini

In India, le tigri possono adesso tirare un leggero sospiro di sollievo. Il nuovo regolamento dell'Autorità nazionale per la tutela delle tigri ha infatti stabilito che gli animali che sconfinano fuori dalle riserve naturali protette «devono essere catturati, immobilizzati con sonniferi e riportati nel loro habitat, ma non devono essere uccisi».

Nel caso che il felino attacchi abitualmente l'uomo nonostante la presenza di prede naturali, cioè sia definito «man eater»,  il regolamento prevede un'eccezione: l'uccisione si può richiedere con uno speciale permesso alle autorità forestali ma «nessuna ricompensa deve essere pagata» a chi cattura la tigre.

Queste nuove disposizioni sono scaturite dalla necessità di incrementare la tutela di questo felino, dato che secondo l'ultimo censimento del 2010, in tutto il territorio indiano (nelle 42 riserve per una superficie complessiva di 53.547 chilometri quadrati) erano presenti 1.706 tigri, gestite nell'ambito del 'Progetto Tigre' voluto dal governo e a cui sono destinati 31 milioni di dollari.

In base ai dati forniti dall'Autorità nazionale per la tutela delle tigri al Senato indiano, in riposta a una interrogazione sul declino degli esemplari di tigre, negli ultimi tre anni sono state 197 le uccisioni rilevate e il 2012 è stato un anno record: 88 esemplari uccisi, di cui 59 per mano dei bracconieri che prelevano la preziosa pelle e altri organi usati come rimedi afrodisiaci, prodotti in vendita non solo nei mercati asiatici illegali. Oltre al bracconaggio, tra le cause che hanno ridotto la tigre del Bengala a specie in via di estinzione nella Lista rossa Iucn, bisogna ricordare la crescente urbanizzazione, che riduce l'habitat naturale e l'aumento del turismo nei parchi naturali. 

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