[22/02/2013] News

Nel Canada dei governi conservatori non è facile essere ambientalisti

Polizia e servizi segreti spiano le associazioni ambientaliste accusate di essere terroristi radicali

Secondo il governo conservatore, la polizia e i servizi segreti del Canada, i cittadini che si preoccupano dell'ambiente  sono una minaccia per la sicurezza nazionale, ed alcuni esponenti ambientalisti sono stati messi sotto sorveglianza.

La Royal canadian mounted police/Gendarmerie royale du Canada (Rcmp/Grc) e il Canadian security intelligence service/Service canadien du renseignement de sécurité (Csis/Scrs) sembra stiano sempre più confondendo il terrorismo e l'estremismo con le pacifiche proteste di cittadini e comunità che esercitano i loro diritti democratici, fanno  petizioni, manifestazioni contro le politiche  del governo ultraliberista del premier Stepen Harper.

Jeffrey Monaghan, un ricercatore del Surveillance studies centre della Queen's University  di Kingston, nell'Ontario, ha detto all'agenzia Ips che «Le proteste e l'opposizione per l'economia basata sulle risorse del Canada, in particolare la produzione di petrolio e gas, sono ora viste come minacce alla sicurezza nazionale»,  una conclusione che si basa su documenti ufficiali della sicurezza ottenuti grazie alle freedom of information laws e riguardanti gli ultimi 5 anni.

Negli ultimi due anni, il governo canadese ha denunciato gli ambientalisti "radicali" ed ha accusato le associazioni ambientaliste di riciclaggio di denaro. Più che il democratico Canada sembra quasi la Russia di Putin, con la sua stretta contro le Ong accusate di essere agenti stranieri. «Il governo Harper ha un forte interesse a sopprimere l'attivismo ambientale -  spiega Monaghan - Marchiando  gli attivisti come estremisti o radicali: molte persone non vogliono essere coinvolte. La sorveglianza ed altre attività di sicurezza avranno un simile "effetto raggelante". Ci potrebbe essere un impatto incredibilmente profondo sulla partecipazione dell'opinione pubblica».

Nel 2011, a Montreal, in Quebec, un uomo che aveva scritto lettere contro il fracking del gas da scisto è stato accusato in base alla legge antiterrorismo, e documenti resi noti a gennaio dimostrano che la Rcmp/Grc sta tenendo sotto controllo gli attivisti del Quebec che si oppongono al fracking.

In un'audizione al Senato canadese della scorsa settimana, Richard Fadden, il direttore del Csis/Scrs ha detto che i servizi segreti canadesi sono preoccupati per il terrorismo interno e che l'attività del suo Servizio di spionaggio è svolta soprattutto in Canada, «A seguito di una serie di casi in cui pensiamo che la gente potrebbe essere incline ad atti di terrorismo».

In effetti il Canada, a differenza degli Usa, ha un rischio molto basso di essere preso di mira da terroristi stranieri (anche se ha partecipato praticamente a tutte le avventure di guerra statunitensi all'estero), ma dopo gli attentati alle torri gemelle di New York ed al Pentagono dell'11 settembre 2011, anche il governo conservatore canadese ha messo in piedi un imponente apparato di sicurezza e  Monaghan evidenzia che «Le risorse ed i costi sono enormemente sproporzionati rispetto al rischio. Senza una significativa minaccia straniera, i servizi di sicurezza stanno cercando all'interno del Paese le ragioni che giustifichino i loro bilanci "gonfiati". E il nuovo "nemico interno" sono le organizzazioni ambientaliste, secondo la retorica incendiaria del governo conservatore Harper».

Un anno fa, in una lettera aperta che ha avuto un'ampia pubblicazione, il ministro delle Risorse naturali Joe Oliver, ha accusato «Gruppi ambientalisti ed altri radicali» di essere pronti a tutto pur di fermare giganteschi progetti forestali, minerarie ed energetici: «Questi gruppi minacciano di sconvolgere il nostro sistema normativo per ottenere la loro radicale agenda ecologica». Oliver non nomina espressamente nessuna associazione ma, proprio come Putin in Russia, dice che «Utilizzano i finanziamenti di gruppi di interesse stranieri per minare l'interesse economico nazionale del Canada». Pochi mesi dopo il ministro dell'Ambiente di Ottawa, Peter Kent,  ha accusato in televisione alcune Ong ambientaliste di essere utilizzate «Per il riciclaggio di fondi esteri offshore per un utilizzo inadeguato contro l'interesse canadese». Anche Kent, che ha denunciato un vero e proprio reato, non ha mai fornito alcuna prova delle sue accuse.

L'economia canadese dipende sempre di più dalle sue risorse, in particolare dal gas e dallo sporco petrolio della sabbie bituminose dell'Alberta, il più grande progetto industriale del mondo, e dall'invio di 1,6 milioni di barili al giorno di quel greggio  negli Usa. Ma il bitume dell'Alberta è troppo denso per estrarlo dai pozzi e quindi viene scavato a cielo aperto o "bollito" nel  terreno, distruggendo vaste aree di foresta incontaminata, devastando le terre ancestrali indigene, consumando grandi quantità di acqua dolce ed emettendo milioni di tonnellate di CO2. Gli ambientalisti ormai chiamano la regione delle tar sands "Canada's Mordor", ma i governi federale e dell'Alberta puntano a raddoppiare o triplicare le dimensioni delle miniere delle sabbie bituminose e sostengono senza mezzi termini  i nuovi giganteschi oleodotti per spedire il greggio più sporco del mondo negli Usa e sulla costa Pacifica, verso l'Asia, e su quella Atlantica, verso l'Europa. I governi conservatori canadesi considerano le sabbie petrolifere, il fracking del gas naturale e le pipeline per esportarli «Essenziali per l'interesse nazionale economico del Canada» e chi non è d'accordo, di conseguenza, attenta alla sicurezza nazionale.

Bruce Cox, direttore di  Greenpeace Canada, ha detto all'Ips: «I governi federali e dell'Alberta e l'industria dei combustibili fossili sono praticamente senza soluzione di continuità nel loro modo di pensare. Non si può dire quale sia la differenza tra un annuncio del governo del Canada e la propaganda dell'industria petrolifera. Il ministero delle Risorse naturali del Canada ha speso nel 2012  9 milioni di dollari in pubblicità per promuovere le condotte e le modifiche alle leggi in materia ambientale. Questi cambiamenti hanno "sventrato" le normative ambientali, ma il governo le promuove come un vantaggio per il popolo canadese».

Monaghan sottolinea che «Le forze di sicurezza canadesi sembrano avere una "fissazione" per Greenpeace, la descrivono continuamente come "potenzialmente violenta" nei documenti di valutazione dei rischi». Cox conferma: «Siamo era a conoscenza di questa attenzione. L'anno scorso mi sono incontrato con il capo della Rcmp. Siamo una voce esplicita della non-violenza e questo è stato chiarito alla Rcmp. C'è  vera rabbia tra i canadesi per il degrado dell'ambiente naturale da parte delle industrie petrolifere, del gas e delle altre compagnie estrattive e governi lavorano per le industrie e non per l'interesse pubblico. Le forze di sicurezza dovrebbero vedere Greenpeace come un "plus", uno sbocco  non-violento per questa rabbia. Sono i governi e l'industria dei combustibili fossili ad essere estremisti, minacciando la prosperità delle generazioni future». 

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