[20/02/2013] News

Con PharmaSea la ricerca di nuovi antibiotici si fa nelle fosse oceaniche

«Organismi marini che vivono pił di 6.000 metri sotto il livello del mare sono considerati una fonte interessante e inesplorata di nuovi composti bioattivi»

Nel profondo degli oceani alla ricerca di nuovi composti bioattivi isolati da organismi marini. È questo, in estrema sintesi, l'obiettivo del progetto europeo PharmaSea in cui gli scienziati del Regno Unito, Belgio, Norvegia, Spagna, Irlanda, Germania, Italia, Svizzera e Danimarca lavoreranno insieme per raccogliere campioni di fango e sedimenti da fosse oceaniche mai esplorate: uno degli obiettivi del progetto è quello di scoprire batteri marini in grado di produrre nuovi antibiotici.

L'Italia partecipa al progetto con un gruppo di ricerca dell'Istituto di Biochimica delle proteine del Cnr di Napoli, diretto da Daniela Corda, che è coinvolto nell'isolamento e caratterizzazione di composti antimicrobici da batteri antartici attivi contro alcuni ceppi batterici appartenenti alle genere Burkholderia, microorganismi patogeni opportunistici che infettano, spesso mortalmente, i pazienti affetti da Fibrosi Cistica.

«Il primo test sul campo previsto per il prossimo autunno - spiegano dal Cnr-, prevede un campionamento di sedimenti marini nella fossa di Acatama, nel Pacifico orientale, a circa 100 miglia al largo delle coste del Perù e del Cile. Infatti, gli organismi marini che vivono più di 6.000 metri sotto il livello del mare sono considerati una fonte interessante e inesplorata di nuovi composti bioattivi perché in grado di sopravvivere in condizioni estreme di temperatura, pressione e salinità».

Il progetto PharmaSea, che nel suo complesso si focalizzerà sulla ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione di nuovi composti bioattivi da organismi marini, tra cui spugne di acque profonde e batteri, e sulla valutazione del loro potenziale come antibatterici, antivirali, nutraceutici e per applicazioni cosmetiche, ha ricevuto un finanziamento di 9.5 milioni € e riunisce 24 partner accademici ed industriali provenienti da 14 paesi diversi tra cui Cina, Nuova Zelanda, Sudafrica, Cile e Costa Rica.

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