[20/02/2013] News toscana

Tra crisi economica e inquinamento ambientale, alle bonifiche chi ci pensa?

Sversamento nel torrente Ambra dalla ex Toscana Tabacchi

Un anno fa circa, era il marzo 2012, gli abitanti di Campi Bisenzio hanno visto assumere una colorazione rossastra al fiume Bisenzio, che attraversa l'area urbana: gli accertamenti dei tecnici di Arpat dimostrarono che il problema derivava dalle operazioni di bonifica in corso presso un'ex-tintoria, che avevano provocato sversamenti in un corso d'acqua affluente del Bisenzio. Una situazione simile, riguardante un'area produttiva dismessa, si è verificata nei giorni scorsi in un'altra zona della Toscana. Ad essere interessato all'inquinamento stavolta è il torrente Ambra, importante tributario del fiume Arno. Nei giorni scorsi i cittadini hanno notato la presenza di una chiazza oleosa nel torrente, all'altezza di Bucine (AR), confermata poi dai tecnici del dipartimento Arpat di Arezzo e di Nuove Acque. La sostanza, dall'odore tipico di idrocarburo o olio combustibile, proveniva da una fognatura che immette nell'Ambra, a valle della quale sono stati posizionati materiali assorbenti. I tecnici hanno ovviamente prelevato campioni da avviare ad analisi. Lo sversamento - piuttosto cospicuo, visto che sono state interessate le sponde e parte dei rilevati arginali - pare provenisse da un insediamento dismesso: la ex Toscana Tabacchi. La conferma adesso è arrivata.

I nuovi accertamenti hanno chiarito definitivamente che la fonte di inquinamento è effettivamente l'ex stabilimento Toscana Tabacchi, dal quale parte il collettore fognario che ha convogliato gli idrocarburi nel torrente. «Il sopralluogo ha evidenziato presenza di serbatoi interrati da tempo ancora contenenti idrocarburi - hanno spiegato da Arpat - Il soggetto liquidatore, presente al sopralluogo, si è attivato immediatamente per la messa in sicurezza dei serbatoi attraverso lo svuotamento con ditta autorizzata, attivata già nella stessa mattinata del sopralluogo».

L'Agenzia, inoltre, aveva già proposto al sindaco di Bucine provvedimenti nei confronti del soggetto responsabile, per la ripulitura dell'argine per permettere poi la verifica di eventuali contaminazioni del suolo. «L'evento conferma che in presenza di variazioni nei sistemi di riscaldamento (in genere passaggio da oli combustibili a metano) o in presenza di cessazioni di attività è buona norma provvedere a mettere preventivamente in sicurezza i manufatti o le aree interessate da possibili versamenti a seguito di deterioramento o eventi incidentali», hanno dichiarato da Arpat.

Quelli citati sono solo due dei numerosi esempi in cui industrie dismesse causano impatti ambientali anche dopo la cessata attività. Un altro caso famoso a livello regionale è quello di Poggio Gagliardo nel comune di Montescudaio, dove la falda è risultata  inquinata da trielina in seguito alle attività conciarie e di lavanderia che in passato erano state svolte nell'area.

Queste situazioni mettono in evidenza la necessità di iniziare e portare a termine in breve tempo le operazioni di bonifica; del resto la crisi economica ancora in corso ha inoltre incrementato l'abbandono di attività economiche con tutte le conseguenze immaginabili, per cui la soglia di attenzione va innalzata per evitare che episodi analoghi a quelli citati si moltiplichino.

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