[18/02/2013] News toscana

Marina di Pisa, il porto sul fiume

Marco Ricci (Legambiente Pisa): «Non siamo tranquilli, molti dubbi rimangono aperti»

C'era addirittura la musica in filodiffusione e ai bambini delle scuole sono stati regalati i cappelli con la scritta "Porto di Pisa": lo scorso sabato 16 febbraio sono state "aperte le acque" nel costruendo porto di Marina di Pisa, un'opera in gestazione da anni che sta cambiando radicalmente e per sempre la foce dell'Arno così come l'abbiamo conosciuta finora.

C'erano tutti per la storica occasione: il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, il presidente della società Boccadarno Stefano Bottai, e poi oltre 3.000 persone giunte sul molo, associazioni di categoria, banche, progettisti, giornali e pure gli elicotteri dei Carabinieri che hanno fotografato il tutto.

Da qui a un paio di settimane verranno fatte entrare 330.000m3 di acqua e il porto verrà gradualmente riempito. Poi si concluderanno i lavori dei moli, e per giugno potranno entrare le prime barche. L'area interessata è di circa 200.000 metri quadrati, all'interno del Parco di San Rossore, il bacino portuale è inserito nell'abitato di Marina di Pisa e accoglierà 344 barche fino a 50 metri di lunghezza. E poi 550 alloggi, 42 esercizi commerciali, 43 residenze turistiche; nel fortino esagonale all'interno del porto sorgerà invece, con tutta probabilità, un club nautico.

C'era grande attesa per questo evento: i lavori del porto sono cominciati nel 2010 ma è da decenni che se ne parla. Sul porto da una parte c'è il plauso delle amministrazioni locali, comune di Pisa in testa, che hanno sostenuto il progetto sin dalle origini nonostante il pesante impatto ambientale - è un porto che si colloca alla foce di un fiume - e nonostante la precaria stabilità economica su cui si poggia. Dall'altra parte c'è un lungo elenco di ricorsi e battaglie amministrative, portate avanti da Legambiente Toscana, Wwf Italia, e dal Coordinamento per la salvaguardia e riqualificazione di Bocca d'Arno, culminate nel 2008 con una sentenza del Consiglio di Stato - totalmente rimossa, ignorata e dimenticata - che dichiarava illegittima la normativa sull'area di Bocca d'Arno contenuta nel Piano di gestione approvato dall'Ente Parco di San Rossore, in quanto in palese contrasto con le norme del Piano territoriale del Parco stesso.

«Non c'è opera in Italia che non sia oggetto di contenzioso amministrativo», risponde il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, «questo è un progetto equilibrato. Marina di Pisa ha diritto di avere uno sviluppo. Ci vogliono i porti, anche per ospitare barche fino a 50 mt perché questo territorio le produce, contengono una straordinaria ricerca e tecnologia e danno lavoro a migliaia di persone. Attenzione a non riversare sul turismo tutte le aspettative di crescita: a Marina turismo e industria nautica dovranno andare avanti insieme».

Là dove un tempo c'era la Motofides - fabbrica di motori legata alla Fiat - ora ci sono appunto i 10 pontili, i moli nord e sud, e un'ampia area ancora cantierata dove campeggiano alcune terre di scavo dei lavori. Nonostante la fiducia degli Enti, sul porto permangono però delle criticità. Una su tutte, la sostenibilità economica: ad oggi l'opera costa oltre 100 milioni di euro, per un'iniziativa privata dell'imprenditore ed ex politico Stefano Bottai, che saranno recuperati con la vendita dei posti barca e degli appartamenti. Ma la crisi morde per tutti e l'operazione non è affatto scontata.

Secondo elemento di criticità è quello relativo proprio ai terreni su cui sorgeranno le villette. Si tratta di terreni comunali per 16.000 mq, che il Comune di Pisa ha venduto per circa 4 milioni di euro. Ci sono poi ulteriori 6.000 mq, che erano di una società partecipata ora in liquidazione (Gea, ndr), venduti per circa 3 milioni di euro. Ad oggi però nelle casse comunali questi 8 milioni di euro non sono ancora pervenuti. Il sindaco di Pisa Marco Filippeschi dice che «la Boccadarno pagherà quando ritirerà i permessi per costruire», ma sono in tanti - Avvocatura civica in primis - a dire che i terreni avrebbero dovuto essere già stati pagati da anni.

Ad ogni modo il porto è partito, e l'augurio che molti esprimono è che possa diventare una struttura gestita correttamente e nel rispetto del delicato ambiente circostante. L'altro augurio, di più difficile realizzazione, è che le villette possano essere ripensate: troppo cemento sul litorale. Lo afferma anche Marco Ricci, presidente del circolo Legambiente di Pisa: «È un bene che i lavori siano iniziati e finiti, e che non si sia creato un cantiere aperto infinito sull'area. Certo, da parte nostra la speranza è che resti solo il porto, ma sarà difficile visto - come ha detto anche Filippeschi - che senza l'edificato il porto fallisce. Non siamo tranquilli rispetto ai rischi legati alla gestione delle acque, e molti dubbi rimangono aperti. Il nostro auspicio è che il pubblico non chiuda gli occhi e vigili sul corretto operato della società». 

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