[15/02/2013] News

Trasporto merci, il ministero dell’Ambiente preferisce il treno. Con la ferrovia si risparmierebbero 3 miliardi € l'anno

«Purtroppo, nonostante le evidenti ragioni ambientali ed economiche, in Italia oltre l’80% delle merci viaggia su strada»

Il ministero dell'Ambiente, in collaborazione con l'Autorità portuale di Trieste e la società di logistica Alpe Adria, ha presentato il rapporto "Il trasporto merci in Italia" che analizza le diverse modalità di spostamento e il loro impatto ecologico ed economico e le proposte per ridurre il ricorso ai mezzi gommati. Il rapporto affronta un tema essenziale  e strategico per l'ambiente e per la crescita economica italiana in un  contesto europeo, prendendo in considerazione 53 terminali intermodali presenti in Italia, ripartiti secondo le macro aree del Nord Ovest, Nord Est, Centro e Sud Italia.

Il dato più eclatante è noto ma sempre impressionante: «Il 94% delle merci viaggia su gomma, appena il 6% in ferrovia. Se si sommano tutte le forme di trasporto alternative all'asfalto, cioè la ferrovia più il cabotaggio sui mercantili più le idrovie, l'insieme rappresenta un modesto 13% degli spostamenti delle merci».

Il trasporto delle merci in Italia ha assunto ruolo sempre più rilevante dal punto di vista delle emissioni di CO2, che hanno effetti sul clima e nell'introduzione al rapporto il ministro Corrado Clini scrive: «Il trasporto delle merci è strategico per la crescita economica dell'Unione Europea, e per le relazioni tra settori e regioni del nostro continente. Nello stesso tempo esso assume un ruolo sempre crescente come sorgente sia delle emissioni di CO2, che hanno effetti sul clima globale, sia delle emissioni di inquinanti che hanno effetti sull'inquinamento atmosferico su scala locale e regionale. Le direttive europee hanno "guidato" negli ultimi venti anni la modificazione dei motori e dei materiali dei mezzi di trasporto, con una riduzione di oltre il 90% delle emissioni consentite dai veicoli immessi in commercio. Tuttavia il cambio di tecnologie ha ridotto solo parzialmente il "peso" del trasporto merci sulle emissioni, perché il volume di traffico è progressivamente aumentato: questa situazione, in particolare in Italia, ha associato all'inquinamento il fenomeno della congestione con effetti economici importanti».

Dallo studio emerge che se fosse invertito il rapporto fra strada e ferrovia si potrebbe conseguire un notevole abbattimento dei costi esterni che gravano sull'ambiente, fino al 57% dell'ammontare complessivo sviluppato dal trasporto su strada, con un risparmio stimabile attorno ai 3 miliardi di euro l'anno. Per Clini «La soluzione più razionale e più efficace sarebbe quella del cambio di modalità, trasferendo su ferrovia e su cabotaggio almeno il trasporto merci di lunga distanza e di attraversamento. In questo modo verrebbe ridotto il carico di traffico e di inquinamento nelle tratte autostradali più critiche del nostro paese, e in particolare quelle che nella pianura padana e a Firenze costituiscono infrastrutture urbane con il risultato di associare gli effetti del traffico di attraversamento a quelli del traffico urbano.

Purtroppo, nonostante le evidenti ragioni ambientali ed economiche, in Italia oltre l'80% delle merci viaggia su strada. Accanto all'analisi, il lavoro ha il pregio di indicare le soluzioni, a partire dalla migliore e più efficace utilizzazione del patrimonio infrastrutturale esistente, attraverso lo sviluppo di soluzioni intermodali e combinate, sfruttando al meglio il patrimonio dei terminali disseminati su tutto il territorio nazionale, quali nodi di potenziale intercambio vettoriale, con l'obiettivo di mettere a denominatore comune segmenti di direttrici a percorrenza medio lunga, per lo più sui grandi assi di scorrimento Nord-Sud ed Est-Ovest, e creare quindi l'occasione per le imprese ferroviarie e gli operatori logistici di mettere in produzione pacchetti di offerta adeguatamente sostenibili e competitivi, mutuando nel contempo una costruttiva collaborazione con il comparto dell'autotrasporto che non potrà non condividere questa strategia di reciproco vantaggio».

Lo studio infatti fa emergere anche un percorso possibile di sperimentazione per spostare le merci sui carri ferroviari e sulle vie d'acqua utilizzando le infrastrutture intermodali già presenti. Con questa strategia si raggiungerebbe anche l'obiettivo fondamentale di favorire le imprese ferroviarie e gli operatori logistici, che avrebbero così l'occasione di proporre servizi e offerte commerciali adeguate, sostenibili e competitive.

Il ministro dell'Ambiente uscente rivendica le iniziative del governo tecnico che «Ha avviato il processo di liberalizzazione nel settore dei trasporti, in particolare nel settore delle ferrovie, prima nel Decreto "Salva Italia" del6 dicembre 2011, e poi nel successivo Decreto "Cresci Italia" del 24 gennaio 2012. Nello stesso Decreto "Salva Italia", agli art. 46 e 47, è stata fortemente ampliata la competenza delle Autorità Portuali all'intero sistema dei collettori logistici con l'entroterra, azione ovviamente da coordinare anche con le rispettive regioni e gli altri enti territoriali coinvolti».

Il ministro conclude augurandosi che «L'iniziativa dell'Autorità Portuale di Trieste, che prende in esame una delle questioni più sensibili del sistema del trasporto merci nazionale - la ripartizione modale strada/ferrovia - possa accelerare il processo per rendere efficiente e competitiva l'intera catena logistica nazionale "porti-territorio": ne ha molto bisogno l'ambiente della pianura padana e delle grandi aree metropolitane, ne ha altrettanto bisogno l'economia italiana che deve necessariamente attrezzare l'offerta integrata di trasporto terra/mare per "catturare i grandi flussi del Mediterraneo e del Centro Europa».

Per leggere "Il trasporto merci in Italia":

http://www.minambiente.it/archivio/comunicati/DispensaConvegno_singolexOKx.pdf

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