[14/02/2013] News toscana

Moria di delfini nel Tirreno, Arpat conferma: «Situazione eccezionale»

Dopo l'allarme lanciato ieri dal ministero dell'ambiente e dal ministro Clini in persona, è oggi l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) a confermare che «Da gennaio al 10 di febbraio si sono verificati numerosi eventi di spiaggiamento di cetacei in Toscana. Tali eventi si sono concentrati nella parte più meridionale della Toscana comprese le isole d'Elba e Pianosa. Tra i 15 animali registrati fino ad oggi, 12 appartengono alla specie Stenella coeruleoalba (stenella striata), uno alla specie Tursops truncatus, mentre 2 sono stati registrati come "indeterminati" date le pessime condizioni di conservazione della carcassa che non ne hanno permesso una identificazione certa della specie. Tutti gli eventi sono stati comunicati dalla Capitaneria di Porto al settore Mare di Arpat che, a sua volta, ha informato l'Università di Siena e l'Izs (Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, ndr) di Pisa. Date le cattive condizioni di conservazione degli esemplari solo in alcuni casi l'Università di Siena ha proceduto con il prelievo di un "tassello" di cute, grasso e muscolo per l'analisi dei contaminanti. Di tutti gli eventi è stata data informativa all'Osservatorio toscano cetacei (Otc) che coordina l'attività della Rete regionale per il recupero degli animali spiaggiati».

Solo in due casi i veterinari dell'Izs di Pisa hanno eseguito una necroscopia completa con campionamento in doppio anche per la Mediterranean marin mammal tissue bank - università di Padova. Anche in questi casi l'università di Siena ha preso campioni per l'analisi dei contaminanti. Le schede rilevamento dati e le fotografie, per ognuno dei 15 animali segnalati, sono stati anche inviati alla Banca Dati Spiaggiamenti -università di Pavia e Museo civico di storia naturale di Milano. Questa procedura rientra nei protocolli operativi del progetto di ricerca (in fase di definizione completa) per lo "Sviluppo di una rete di sorveglianza diagnostica a tutela della salute e del benessere dei cetacei spiaggiati lungo le coste del territorio nazionale". Gli uffici regionali competenti in materia di salute e ambiente stanno lavorando all'elaborazione di linee guida regionali per il coordinamento e il miglioramento dell'efficacia di intervento di tutti gli enti interessati.

Definire la consistenza della popolazione di cetacei in Toscana è difficile, ma dalle ricerche eseguite nel Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, si può pensare che al largo delle cose toscane vivano circa 6 500 stenelle, 350 balenottere comuni e 400-450 tursiopi. «Soprattutto per quest'ultima specie la stima numerica fornita rappresenta il risultato tangibile del progetto transfrontaliero Gionha - sottolinea l'Arpat - svoltosi nel periodo aprile 2009-aprile 2012 che ha portato anche una maggiore sensibilizzazione ed interesse dell'opinione pubblica su questi temi». 

Secondo l'Arpat, «La numerosità degli eventi registrati in questo periodo in Toscana non deve essere sottovalutata, pur considerando che il maggior numero di spiaggiamenti viene di solito registrato nel periodo invernale ed anche tenendo conto dell'efficienza raggiunta dalla rete di monitoraggio regionale, che permette di anno in anno di segnalare un maggior numero di casi: lo scorso anno sono stati registrati 35 spiaggiamenti (il numero più alto registrato in Toscana dal 1986), di cui 7 nei soli mesi di gennaio (5) e febbraio (2).  L'eccezionalità del fenomeno di questi primi mesi del 2013 può essere confermata anche dal fatto che analoghi spiaggiamenti stanno avvenendo lungo l'intera costa Tirrenica: 10 nel Lazio e 10 in Campania. Il Ministero dell'Ambiente ha comunicato che dalle prime indagini sembra di poter escludere eventi eccezionali causati dall'uomo, come sversamenti di petrolio o di sostanze inquinanti. La causa più probabile è di natura infettiva (in 6 soggetti è stata rinvenuta traccia di un batterio, Photobacterium Damselae, che può portare a sindrome emolitica e lesioni ulcerative)».

Si ricorda che chiunque dovesse incontrare un delfino morto lungo le spiagge, non deve toccare l'esemplare ma effettuare una immediata segnalazione alla Capitaneria di Porto (pronto intervento 1530).

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