[14/02/2013] News

Oleodotto Keystone XL, i leader delle Ong Usa arrestati davanti alla Casa Bianca

48 leader ambientalisti, dei diritti civili e capi comunitari  provenienti da tutti gli Usa hanno aderito ad una storica dimostrazione di disobbedienza civile davanti alla Casa Bianca per chiedere al presidente Barack Obama di dire no all'oleodotto Keystone XL, che dovrebbe trasportare lo sporco petrolio delle tar sands canadesi dall'Alberta fino alle coste texane del Gofo del Messico. I leader più noti coinvolti nella disobbedienza civile sono  Michael Brune, direttore esecutivo di Sierra Club, Bill McKibben, fondatore di 350.org, Julian Bond, ex presidente della Naacp, Danny Kennedy, direttore di Sungevity e l'attrice Daryl Hannah. 

I 48 leader hanno  bloccato una delle principali strade di fronte alla Casa Bianca e si sono rifiutati di spostarsi quando è intervenuta la polizia che ha arrestato gli attivisti e li ha condotti ad  Anacostia per l'identificazione da parte del US Park Police Department.

Bond, un noto attivista per i diritti civili, ha detto che «La minaccia per il clima del nostro pianeta è sia grave che urgente. Anche se il presidente Obama ha dichiarato la sua determinazione ad agire, molto di quel che è in suo potere per farlo resta nullo e la decisione di permettere la costruzione di un oleodotto per portare milioni di barili del petrolio più inquinante della Terra dalle sabbie bituminose del Canada alla Gulf Coast degli Usa  è nelle sue mani. Sono fiero oggi di stare davanti ai miei concittadini e affermare: "Io sono disposto ad andare in galera per fermare questo male"».

McKibben ha dichiarato: «La crisi ambientale che abbiamo di fronte oggi non richiede niente di meno. Noi in realtà non dovremmo essere messo in manette per tentare di fermare il Keystone XL, i leader degli scienziati climatici della nostra nazione ci hanno detto che è una pericolosa follia, e tutti i recenti Nobel per la Pace ci hanno spinto a dare un diverso tipo di esempio al  mondo, quindi la scelta dovrebbe essere ovvia. Ma, data la quantità di denaro che circola dall'altra parte, abbiamo dovuto spendere i nostri corpi, e probabilmente li spenderemo di nuovo».

Per la prima volta nei suoi 120 anni di storia, anche la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa, Sierra Club (molto vicina ad Obama e ai democratici) partecipa ad una manifestazione di disobbidienza civile ed il suo direttore Brune ha spiegato: «Non possiamo permettere che la produzione, il trasporto, l'esportazione e la combustione del più sporco petrolio sulla Terra attraverso l'oleodotto Keystone XL. Il presidente Obama deve dire no alla pipeline e prendere iniziative decisive per affrontare le distruzioni climatiche, la questione più importante del nostro tempo.  Se approvato, l'oleodotto Keystone XL, domani aumenterebbe l'inquinamento da carbonio, innescando un boom della crescita dell'industria delle sabbie bituminose in Canada, e aumentando notevolmente le emissioni di gas serra». 

Secondo i dati dell'Environmental protection agency Usa (Epa) l'oleodotto aumenterà le amissioni di CO2 statunitensi fino a 27,6 milioni di tonnellate all'anno, un impatto che equivale circa a quello di altri 6 milioni di auto sulle strade, ma una nuova ricerca (Petroleum Coke: The Coal Hiding in the Tar Sands) di  Oil change international (Oci) dimostra che le stime del governo Usa sulle emissioni di carbonio associate al Keystone XL sottovalutano l'impatto delle sabbie bituminose, perché un barile di sabbie bituminose produce molto più petroleum coke del greggio convenzionale ed è più alta intensità di carbonio rispetto al carbone.

Il rapporto Oci dimostra che per Keystone XL si produce tanto petcoke  quanto il carburante per 5 centrali a carbone Usa. Le emissioni del petcoke non sono ancora state incluse nelle analisi dell'impatto climatico della pipeline delle tar sands, ma l'Oci dimostra che «Aumenterà emissioni totali di almeno il 13%».

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