[06/02/2013] News

Dal Parlamento europeo stop alla sovra-pesca: approvata un’ambiziosa riforma della Pcp

Oceana: «Decisione di importanza capitale per il futuro dei mari dell’Ue»

Oggi il Parlamento europeo ha finalmente approvato, con con 502 voti a favore, 137 contrari e 27 astensioni, un'importante riforma della politica comune della pesca (Pcp), che ha l'obiettivo della sostenibilità del settore, la fine dello scarico a mare dei pesci e dei piani a lungo termine basati su solidi dati scientifici. La sovra-pesca è indicata, non solo dagli ambientalisti, come il più grande fallimento dell'attuale Pcp approvata nel  2002. La nuova Pcp entrerà in vigore nel 2014. Secondo i  dati della Commissione europea, «Più dell'80% degli stock ittici del Mediterraneo e il 47% di quelli dell'Atlantico sono soggetti a pesca intensiva». La riforma votata dagli europarlamentari stabilisce chiare e rigide misure per affrontare il problema.

La riforma si baserà su piani di gestione degli stock ittici per assicurarsi che la pesca rimanga sostenibile. Se si adotterà un approccio a lungo termine, si potranno migliorare le previsioni dell'andamento del mercato, che dovrebbero aiutare l'industria a investire meglio e pianificare correttamente. I piani pluriennali saranno basati su dati scientifici più accurati e affidabili, che gli Stati membri saranno obbligati a raccogliere e rendere disponibili.

La relatrice per la riforma della pesca, la socialdemocratica tedesca Ulrike Rodust, ha detto: «Abbiamo dimostrato oggi che il Parlamento è tutto meno che inefficace. Abbiamo usato il nostro potere di co-legislatori, per la prima volta nella politica ittica, per mettere un freno alla pesca intensiva. Gli stock ittici dovrebbero riprendersi entro il 2020, permettendoci di avere a disposizione 15 milioni di tonnellate di pesce in più e creare 37 mila nuovi posti di lavoro».

In una nota l'Europarlamento sottolinea che «Quasi un quarto del totale del pescato finisce rigettato, cioè è scaricata a mare quella parte di esemplari non desiderati o troppo piccoli. I "rigetti" sono formati quasi totalmente da pesci ormai morti e, per fermare questa pratica dannosa, i deputati hanno votato per obbligare i pescherecci a sbarcare tutte le catture, anche per facilitare il controllo, secondo uno specifico calendario per ogni specie, a partire dal 2014. I pesci più piccoli sbarcati, per esempio, saranno destinati a usi diversi dal consumo umano. Saranno gli Stati membri ad assicurarsi che i pescherecci rispettino il divieto di rigetto.

Dal 2015, agli Stati membri sarà impedito di stabilire quote di pescato troppo elevate per essere sostenibili. I pescatori dovranno rispettare il "rendimento massimo stabilito": non si potrà catturare più di un certo numero di esemplari di una certa specie di quanti se ne possano riprodurre in un anno».

Gli eurodeputati chiedono anche che «Si aspetti la ripresa degli stock ittici nel 2020 per innalzare i livelli del rendimento massimo stabilito e mantenerli in seguito. Dopotutto, ciò significherà più pesce, battute di pesca più ricche e quindi più lavoro nel settore».

Il Parlamento inizierà ora la negoziazione con il Consiglio e la Commissione sui piani della riforma prima della seconda lettura. La presidenza irlandese del Consiglio ha più volte ripetuto che spera di raggiungere un accordo entro la fine di giugno.

La prima risposta positiva arriva proprio dalla Commissione europea: la commissaria Ue agli affari marittimi ad alla pesca ha commentato così il voto di oggi: «Il Parlamento europeo ha apportato il suo sostegno, a larga maggioranza, ad una riforma ambiziosa della Pcp, approvando l'approccio previsto dalla Commissione. Mi felicito di questo e mi rallegro in particolare del sostegno del Parlamento a favore di una politica che si basa sullo sfruttamento sostenibile delle risorse alieutiche (secondo il principio del rendimento Massimo sostenibile a partire dal 2015) e che introduce un divieto di rigetto collegato a date precise, destinato a mettere fine a pratiche che sono sinonimo di saccheggio che non possiamo più permettere. Ci tengo a complimentarmi con il Parlamento per questo bel successo e mi felicito per l'avanzamento dei lavori  che il Consiglio e il Parlamento europeo intraprenderanno presto per assicurare la riforma della Pcp»

Esulta anche l'associazione ambientalista internazionale Oceana, una tra quelle che ha seguito più da vicino la vicenda della riforma della Pcp: «Con una decisione storica, il Parlamento Europeo ha adottato oggi una posizione ambiziosa per la riforma della Politica Comunitaria della Pesca. Dopo quasi venti mesi di dibattito, 502 eurodeputati hanno votato per una riforma che permetterà alle scorte di pesce di ricostituirsi sopra i livelli necessari per produrre il rendimento massimo sostenibile (Msy) entro il 2015, che assicurerà la fine dei rigetti in Europa e la transizione dell' industria peschiera verso una pesca a basso impatto ambientale - dice Xavier Pastor, direttore esecutivo di Oceana in Europa - Oggi, l'Ue ha fatto un passo considerevole verso la gestione corretta delle nostre risorse di pesca. A nome di Oceana, ringrazio tutti i rappresentanti dei cittadini europei per aver appoggiato gli appelli mondiali di agire urgentemente per la salute ed il futuro dei nostri oceani».

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