[30/01/2013] News

Sono 21 i Siti di interesse nazionale declassati, preoccupazione per il decreto del governo

Il caso dei fiumi Saline e Alento

E' in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il decreto di riclassificazione dei Sin (Siti di interesse nazionale) per la bonifica, che da 57 sono passati a 36: i rimanenti 21 sono "declassati" a Sir (Siti di interesse regionale). Per il ministero si tratta di una ricollocazione per siti che dovrebbero essere meno inquinati di quelli che rimangono di interesse nazionale, ma notiamo che tra i siti "declassati"  figura il bacino idrografico del fiume Sarno in Campania, il bacino del fiume Sacco nel Lazio e la discarica di Pitelli in Liguria, solo per fare qualche nome.

Comunque la gestione di questi ex Sin, come le attività di bonifica, e i controlli sulle varie matrici ambientali passano dalla competenza nazionale a quella regionale. Oltre alla riperimetrazione, le regioni dovranno dare corso alle bonifiche e quindi la domanda sorge spontanea. Sono disponibili finanziamenti adeguati? Intanto sui territori l'operazione viene vista come una mera procedura burocratica che non sposterà di una virgola il percorso di bonifica ed anzi, se possibile, lo frenerà.

Questo pensa ad esempio il Wwf per l'ex Sin fiumi Saline ed Alento, "declassato" anche se versa in condizioni disastrose. «Siamo davanti ad un clamoroso fallimento di tutte le istituzioni dello Stato, da quelle nazionali a quelle locali- ha dichiarato Augusto De Sanctis, referente acque del Wwf Abruzzo- Il ministero dell'Ambiente è, per legge, il responsabile ultimo di questa situazione in quanto il D.lgs 152/2006 individua nel ministero l'organo competente per le procedure di bonifica nei Siti nazionali. In 10 anni non è riuscito a condurre in porto nelle aree pubbliche neanche mezza bonifica.

A malapena si è tentato qualche intervento di messa in sicurezza che, come ha dimostrato la recente inchiesta di Report, si è tradotto in micro-progetti di facciata del tutto inutili ed inefficaci, in alcuni casi anche imbarazzanti, con teli di protezione strappati e immersi nell'immondizia. Nel frattempo le sponde dell'Alento e del Saline continuano ad essere discariche abusive di rifiuti di ogni tipo, come dimostrano i sopralluoghi che abbiamo svolto negli ultimi giorni», ha concluso De Sanctis.

Il Wwf ripercorre la storia del  sito Saline-Alento: fu perimetrato con decreto del ministero dell'Ambiente nel 2003; l'Arta ha impiegato 4 anni per produrre la caratterizzazione del sito che ha dimostrato un inquinamento diffuso dei terreni e delle falde, con rifiuti interrati fino a 5 metri di profondità e presenza di diossina, idrocarburi e altre sostanze pericolose; il comune di Montesilvano in 10 anni è riuscito solo a definire la messa in sicurezza d'emergenza  della discarica di Villa Carmine e lungo i due fiumi sono stati calati interventi da parte di enti pubblici senza porsi il minimo problema della presenza del sito per le bonifiche e delle stringenti norme di sicurezza.

E' il caso del Porto di Francavilla al Mare, bloccato durante la costruzione dal ministero  grazie alla segnalazione dello stesso Wwf. «Questo decreto sancisce un fallimento dello Stato e, come al solito, senza un'assunzione di responsabilità per l'assenza di risultati- ha sottolineato Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Abruzzo- Uno scaricabarile in piena regola sulla testa delle persone e dell'ambiente, visto che l'inquinamento accertato resta. Ora, con un mero tratto di penna, la "palla" passa alla Regione Abruzzo che è largamente impreparata, per stessa ammissione dei dirigenti del settore rifiuti, a gestire situazioni così complesse. Auspichiamo che gli uffici regionali siano fortemente potenziati per affrontare come si deve la questione», ha concluso Di Tizio.

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