[29/01/2013] News

Al Gore, "The future" e i magic six: «La democrazia americana č stata violata»

Nell’ultimo libro dell’ex vicepresidente Usa le forze emergenti che stanno ridisegnando il mondo

Esce oggi negli Usa "The Future: Six Drivers of Global Change", l'ultimo libro dell'ex vicepresidente Usa e premio Nobel Al Gore, che promette di essere «Una valutazione franca e chiara agli occhi di tutti dei sei drivers fondamentali dei cambiamento globale nei decenni a venire».

In The Future, Gore identifica le forze emergenti che stanno ridisegnando il nostro mondo, i "magic six": la globalizzazione economica; la comunicazioni digitali; il trasferimento del potere politico e militare; la bussola economica difettosa; la rivoluzione scientifica; la rottura radicale del rapporto tra gli esseri umani e gli ecosistemi della terra.

Una sempre più crescente globalizzazione economica ha portato alla nascita di quello che Al Gore  definisce "Earth Inc.", un'entità olistica integrata che rispetto al passato ha un nuovo e diverso rapporto tra capitale, lavoro , mercati e consumatori e governi nazionali. 

Le comunicazioni digitali mondiali, Internet e le computer revolutions hanno portato alla nascita della "Mente Globale", che collega i pensieri ed i sentimenti di miliardi di persone e si connette a macchine intelligenti, robot, sensori onnipresenti e database. 

L'equilibrio del potere mondiale politico, economico e militare si sta spostando più profondamente che in qualsiasi altro momento negli ultimi 500 anni, da un sistema Usa-centrico ad uno con più centri di potere emergenti, dagli stati-nazione a protagonisti privati  e dai sistemi politici ai mercati. 

Una bussola economica profondamente sbagliata ci sta portando ad una crescita insostenibile dei consumi, flussi di inquinamento ed all'esaurimento delle risorse strategiche del pianeta: suolo, acqua dolce e specie viventi.

Le rivoluzioni della genomica, delle biotecnologie, delle neuroscienze e delle scienze della vita stanno radicalmente trasformando i campi della medicina, dell'agricoltura e della scienza molecolare e stanno mettendo il controllo dell'evoluzione nelle mani dell'uomo. 

C'è stata una radicale distruzione del rapporto tra gli esseri umani e gli ecosistemi della Terra che è coincisa in tutto il mondo con l'inizio di una trasformazione rivoluzionaria dei sistemi energetici, dell'agricoltura e dei trasporti.

Le recensioni di "The Future" di molti grandi giornali statunitensi sono in gran parte entusiastiche ma il critico letterario del New York Times, Michiko Kakutani, trova anche difetti nel libro di Al Gore e sottolinea che «Morde più di quello che può plausibilmente digerire». In effetti uno dei temi principali del libro apre vasti scenari e domande senza risposta sulla loro soluzione: la democrazia americana, si afferma, «E' stata violata» volontariamente dalle lobby e dagli intrighi. Gore sostiene che le compagnie petrolifere, del carbone e del gas operano una forma di controllo mentale sull'opinione pubblica, acquistando enormi quantità di spazi televisivi per far passare le loro tesi e influenzando così le politiche che Big Oil e King Carbon chiedono ai politici di mettere in atto.

Ma E.O. Wilson, dell'Università di Harvard, due volte vincitore del Premio Pulitzer, sottolinea che «Fin dai primi giorni della costruzione della sua vita pubblica, Al Gore ci ha messo in guardia sulla promessa e sul pericolo delle verità emergenti, non importa quanto "scomode" possano siano o sembrino. Come assorbita da questo visionario, The Future  è una mappa del mondo a venire, fatta da un uomo che ha guardato avanti prima e lo ha dimostrato fin troppo bene. Questo è un grande libro. Dalla linea politica all'economia, dalla scienza ed alle questioni etiche più spinose, Al Gore presenta senza mezzi termini la condizione umana e le questioni che abbiamo di fronte, senza paura e in un linguaggio di facile comprensione, e dice cosa deve essere fatto. A metà del testo mi sono chiesto chi altro avrebbe potuto scrivere un libro di questa portata. L'unica risposta che potevo immaginare era Jefferson». 

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