[28/01/2013] News toscana

Crisi ciclica dei cereali in Toscana: sul banco degli imputati il clima, ma ci sono altre cause?

Le condizioni climatiche avverse stanno mettendo in crisi la produzione di cereali in Toscana per il 2013 e al momento ad essere particolarmente compromessa è la produzione di grano duro. Le cause principali sono le frequenti piogge che sono cadute da novembre ad oggi, le temperature sopra le medie stagionali e l'assenza di venti di tramontana, utili per asciugare i terreni.

L'allarme viene da Toscana cereali che evidenzia come nelle aree maggiormente vocate della regione, rispetto alle quantità programmate per la semina (che già evidenziavano un calo del 10% rispetto al 2012), si è effettivamente seminato il 40% (quindi un 60% in meno) come media a livello regionale.

«Registriamo una situazione diffusa senz'altro negativa a causa delle avverse condizioni climatiche - ha dichiarato il presidente di Toscana cereali Christian Heinzmann -Stiamo monitorando giorno per giorno le diverse realtà cerealicole regionali, nella speranza che si verifichino le condizioni che permettano la semina, ma i campi in molti casi sono ancora allagati. Molto difficile la situazione in Maremma».

La situazione nei territori della regione non è omogenea e ci sono zone in cui la criticità e meno accentuata come ad esempio a Siena (prima provincia per superficie a grano duro con circa 26mila ettari), dove è stato seminato il 60% (delle semine programmate) con un 10-15% del totale non germogliato, ed altre dove la crisi è più drammatica come a Grosseto (circa 23mila ettari di media) dove si è seminato solo il 25% (e perdite del 15-20% in fase di germogliatura), ma spiega Toscana cereali, è necessario fare delle nette distinzioni fra zona e zona anche nella stessa provincia.

«Alle piogge frequenti e intense che da inizio novembre ad oggi stanno mettendo in serio rischio la cerealicoltura in generale e il grano duro in particolare - ha spiegato Giacomo Taviani, direttore di Toscana cereali - bisogna evidenziare le alte temperature e la mancanza di vento di tramontana, che sarebbe necessario per asciugare i terreni. Le piogge frequenti non consentono l'assorbimento dell'acqua e i terreni sono saturi». Per fare un bilancio definitivo bisognerà attendere ancora qualche settimana considerato che il grano può essere seminato anche nel mese di febbraio.

«Il grano duro da seminare è purtroppo in gran parte nei capannoni delle aziende e delle cooperative. Auspichiamo da tempo giorni di tramontana aspetteremo fino alla metà di febbraio dopo di che i terreni verranno eventualmente convertiti in altre colture (foraggere, orzi primaverili), anche primaverili laddove possibile (mais, girasole)» ha concluso Taviani. La crisi dei cereali, certo imputabile nella circostanza alle condizioni climatiche sfavorevoli, non è un fulmine a ciel sereno ed è dovuta anche ad altre cause. Già nel 2010 la Cia Toscana aveva fatto presenti i pericoli dell'invasione del grano dall'estero, la crescita esponenziale dei costi di produzione (aumento dei costi del gasolio, dei sementi, dei concimi)  e la crisi di mercato con i prezzi in continuo calo. Dal 2004 al 2009, la diminuzione delle superfici a grano duro in Toscana ha fatto registrare un calo del -45%, mentre le superfici del grano tenero sono diminuite del 47%. Quindi la crisi dei cereali in Toscana parte da lontano: bisogna comprenderne tutte le cause e accertare per la situazione in corso, quanto è attribuibile alla crisi economica generale che ha colpito anche l'agricoltura, quanto a crisi specifiche di settore e quanto a cause contingenti, vedi gli eventi alluvionali che hanno colpito la Maremma nell'autunno scorso, per cui sarebbe necessario anche un intervento di sostegno da parte del governo.

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