[28/01/2013] News

Efficienza energetica, quello che nessuno ha detto sul rapporto Enea

Enea ha presentato la seconda edizione del Rapporto sull'efficienza energetica, un documento dettagliato redatto con lo scopo di fornire uno strumento di monitoraggio e valutazione a supporto delle politiche energetiche nazionali. Il documento, che riporta dati aggiornati fino al 2011, è stato predisposto da Enea nell'ambito del suo ruolo di Agenzia nazionale per l'efficienza energetica (Decreto Legislativo n.115/2008).

L'applicazione delle misure previste dal Paee 2011 (Piano d'Azione per l'Efficienza Energetica) ha consentito nel 2011 un risparmio complessivo di 57.595 GWh/anno, con un incremento del 17,1% rispetto al 2010. Inoltre, il Rapporto mette in evidenza un miglioramento nel 2010 dell'efficienza energetica nel nostro Paese di oltre 1 punto percentuale rispetto al 2009. Risultati indubbiamente importanti che,  secondo Giovanni Lelli, Commissario dell'Enea, «hanno una significativa ricaduta per l'economia italiana e che costituiscono dei progressi effettivi in un processo di riconversione orientato alla green economy».

Entriamo di seguito più nel merito del documento, che, analizzando il panorama dell'efficienza energetica italiana, evidenzia sì molte indubbie luci, ma mostra anche alcune ombre, legate ai ritardi storici del sistema nel conseguimento di maggiori efficienze in determinati settori economici. Il documento è scaricabile nella sua versione integrale a questo link, mentre l'executive summary è disponibile a questo link.

Cala la domanda di energia

Il quadro disegnato dal Rapporto evidenzia una significativa riduzione della domanda di energia primaria, che nel 2011 si è attestata sui 184,2 Mtep, pari all'1,9% in meno rispetto al 2010. Una contrazione che, secondo Enea, è dipesa dalla concomitanza di 3 fattori: il clima più mite, il perdurare della crisi economica e l'applicazione di politiche di efficienza energetica.

Anche la composizione delle fonti energetiche impiegate per la copertura della domanda ha subito modifiche rispetto all'anno precedente: per quanto riguarda gli idrocarburi si registra infatti la diminuzione della quota relativa al petrolio (- 1,0%: dal 38,5 al 37,5%) e di quella del gas naturale (-1,6%: dal 36,2 al 34,6%), ma un aumento dei combustibili solidi (+1,0%: dall'8 al 9%) e, soprattutto, le energie rinnovabili (+1,1%: dal 12,2 al 13,3%).

Per quanto concerne i consumi finali di energia (pari, nel 2011, a 134,9 Mtep), anche qui il calo rispetto all'anno precedente è significativo: -2,65%. Una riduzione che ha fatto tornare i consumi indietro di 10 anni, fino ai livelli del 2000. Il settore maggiormente "energivoro" resta quello degli usi civili, con una quota del 34,4% rispetto al 35,5% del 2010, seguiti dal settore dei trasporti (31,5%) e dall'industria (24,2%). Se è vero che i consumi offrono una fotografia attendibile della situazione del paese, è significativo il dato relativo al periodo 2000-2011, che evidenzia una crescita dei consumi relativi al settore degli usi civili, aumentati del 15%, a fronte di un crollo netto del 23% dei consumi relativi al settore industriale.

Aumenta l'efficienza energetica

Secondo il rapporto in Italia si registra un miglioramento dell'efficienza energetica negli ultimi anni. Infatti, in base all'indice Odex, che mette in relazione il consumo energetico per produrre beni e/o servizi con la quantità di beni e/o servizi prodotta, l'Italia è passata da un valore pari a 88,2 del 2009 a 87,0 del 2010, a conferma di un trend costante negli anni che ha visto aumentare l'efficienza energetica nel nostro paese (ad un indice Odex più basso corrisponde un migliore prestazione in termini di efficienza energetica).

I vari settori hanno contribuito in modo diverso all'ottenimento di questo risultato: il residenziale è quello che ha avuto miglioramenti regolari e costanti per tutto il periodo 1990-2010; l'industria ha avuto significativi miglioramenti solo negli ultimi sei anni; il settore dei trasporti, che ha mostrato andamento altalenante, ha registrato l'incremento.

Conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico

Il Piano d'Azione italiano per l'Efficienza Energetica (PAEE) 2011 prevede programmi e misure per il miglioramento dell'efficienza energetica e dei servizi energetici nei settori di uso finale per un risparmio energetico annuale al 2016 (126.540 GWh/anno) pari al 9,6% del consumo. Secondo il Rapporto, al 31 dicembre 2011, la percentuale di obiettivo raggiunta era del 46% (57.595 GW/anno di risparmio, a fronte di un obiettivo al 2016 di 126.540 GW/anno). Il gap maggiore si ha nel settore terziario (nel quale è stato raggiunto solo l'8% dell'obiettivo al 2016) e nei trasporti (25%). Bene invece industria (50%) e, soprattutto, residenziale (67%). Secondo Enea, sono infatti presenti difficoltà ad ottenere gli obiettivi prefissati nei settori terziario e trasporti e, pertanto, vi è la necessità di introdurre nuove misure, in linea con quanto previsto, per il settore pubblico, dalla nuova Direttiva sull'efficienza energetica.

Efficienza ed efficacia degli strumenti per raggiungere gli obiettivi

Secondo Enea, le misure che hanno avuto maggiore efficacia al fine del conseguimento degli obiettivi sono stati i TEE, cioè i Titoli di Efficienza Energetica, detti anche Certificati bianchi, che hanno garantito il 43% dei risparmi conseguiti. Altro strumento fondamentale è stato l'introduzione degli obblighi inerenti gli standard minimi di prestazione energetica degli edifici (D.lgs. 192/05), che hanno permesso di conseguire il 37% dei risparmi. Il restante 20% è stato infine conseguito grazie all'incentivo delle detrazioni fiscali del 55% e dalle misure di incentivazione finalizzate al rinnovo ecosostenibile del parco auto.

L'importanza e l'utilità dei certificati bianchi è inoltre sottolineata dalla loro efficienza economica: essi infatti sono lo strumento che costa meno alla collettività in termini di rapporto tra risparmio conseguito e costi sostenuti in termini di incentivi.

Novità del rapporto

Il rapporto contiene due novità rispetto alla precedente edizione: la collaborazione di Confindustria per l'analisi dei comparti industriali che offrono prodotti e servizi per l'efficienza energetica e quella con I-com (Istituto per la Competitività) e Assoimmobiliare per la realizzazione di un'indagine sugli effetti dell'efficienza energetica sul mercato immobiliare.

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