[28/01/2013] News toscana

Un cacciatore presidente del Parco delle Foreste Casentinesi… e perché no?

Da qualche settimana è in corso una vivace polemica  sulla designazione del nuovo presidente del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi su cui deve decidere, come previsto dalla legge, il ministero dell'Ambiente d'intesa con le regioni interessate, cioè Toscana ed Emilia-Romagna.

Oggetto dello scandalo è il designato - almeno stando alle cronache - sindaco di Stia, cacciatore e già presidente di una associazione della caccia che ‘opera' proprio sull'Appennino. Sul Venerdì di Repubblica in un articolo  si elencano i molti animali (a partire dal lupo) che vivono nel territorio del Parco e che, evidentemente, hanno la tremarella in vista della nomina di un presidente con doppietta: il lupo nell'ovile. Più che un cacciatore si teme un bracconiere che arrota i ferri. Le due Regioni, assessori ai parchi compresi, tacciono;  quella emiliana ha detto anzi di non saperne nulla. A dar voce a questa vera a propria campagna sulla "scandalosità" della proposta o quanto meno sulla sua inopportunità sono Wwf e altre associazioni, compresa quella dei direttori dei parchi che, in passato ma ancora oggi, hanno direttori importanti e bravi, notoriamente cacciatori ce he in ufficio andavano e vanno senza doppietta.

Trovo singolare che specie il Wwf, il cui padre nobile Fulco Pratesi è stato un cacciatore e non di passerotti, fulminato molti anni fa - come lui ricorda sempre nella sua biografia - sulla via non di Damasco ma (mi pare) africana, decise di smettere. Ricordo una assemblea a Stia di molti anni fa, quando si discuteva della istituzione del Parco allora regionale, a cui aveva voluto che intervenissi con lui Marco Marcucci, assessore all'Ambiente di una Regione Toscana piena zeppa di cacciatori. Nell'assemblea, tutto sommato non mi fu difficilissimo dimostrare sulla base della esperienza del Parco di San Rossore che il Parco poteva convivere con la caccia, che non a caso è regolata da leggi e dove nessuno può fare i propri comodi, tanto meno il presidente.

Certo, dinanzi a tanto clamore la prima cosa che viene da chiedersi è se tra i tanti guai con cui devono fare i conti i parchi oggi valga la pena di arrovellarsi su un presidente a cui piace la caccia. E tuttavia c'è qualcosa su cui vale pena soffermarsi un momento perché riguarda profili più  generali che vanno al di là delle Foreste Casentinesi.

Chi deve designare il presidente di un parco e sulla base di quali criteri? Chi ha ‘diritto', in termini politico-istituzionali, di pronunciarsi? Trattandosi di un parco, ossia - anche se spesso e pure in questo caso lo si dimentica - un soggetto istituzionale, l'ente parco non è rappresentativo di categorie anche se qualche associazione ambientalista, sbagliando, lo sostiene e lo rivendica. La rappresentanza, come ha confermato anche la recentissima norma sui direttivi dei parchi nazionali, è delle istituzioni e, in primis, degli enti locali. Rappresentanze - è sicuramente il caso del sindaco di Stia - generalmente già passate non da un esame cartaceo ma democratico; il sindaco di Stia è stato votato dal 70% dei cittadini; non conta e non significa nulla?

Io ricordo il mio impegno al Parco di San Rossore dove presidenti e membri del consiglio in buona parte designati dalle istituzioni erano stati o erano amministratori locali che seppero nel loro complesso, pur provenendo da schieramenti politici diversi, imprimere ai nuovi soggetti parco le giuste dritte, non tecniche ma politico-istituzionali.

Ricordo anche in tempi assai più recenti le polemiche infuocate sulla presidenza Tozzi all'Arcipelago Toscano perché calato dall'alto e sprovvisto  di quel ‘quid' - come direbbe Berlusconi - indispensabile a gestire non uno strumento tecnico ma istituzionale. Non so se con il governo tecnico stiano prendendo piede anche per i parchi ipotesi del genere. Se è così è meglio non farne di nulla, e le regioni interessate dovrebbero fare in modo di uscire dalla clandestinità. Quanto alle associazioni che non vogliono il cacciatore -direttori compresi - sarebbe bene che non dimenticassero che certe scelte non competono a loro.

Quando mai il segretario o direttore di un comune, di una provincia o di una regione ha titolo per pronunciarsi sulla composizione di una giunta etc? Hanno invece il dovere - come peraltro stanno facendo - di esprimere opinioni sul loro ruolo ed anche sugli interessi del Parco.

*Gruppo San Rossore

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