[21/01/2013] News toscana

Economia green e cambi di paradigma: il clima insegna, ma non vogliamo imparare

Nel fine settimana la nostra Regione è tornata a tremare sotto i colpi del maltempo. La pioggia incessante ha colmato i fiumi che sono tornati a fare paura o sono addirittura esondati come l'Albegna a Marsiliana (Grosseto), per fortuna nelle campagne. I livelli idrometrici del fiume Arno, anche se in calo, sono tutti sopra il primo livello di guardia, mentre il torrente Ombrone pistoiese è rientrato al di sotto del primo livello. La fragilità del territorio è poi messa in evidenza dal numero elevato di frane che sono state registrate.

Solo per fare qualche esempio in provincia di Firenze vari smottamenti hanno interessato la viabilità provinciale (SP95 a San Godenzo e SP80 a Montespertoli) e sulle strade comunali si registrano frane sulla viabilità in località Montanino nel comune di Reggello e a Petrognano nel comune di San Godenzo. In provincia di Arezzo nella notte una frana di importanti dimensioni, innescata dall'erosione del fiume Scheggia, ha interessato la SP 70 di Montemignaio in località Pagliericcio, coinvolgendo quasi tutta la sede stradale e costringendo alla chiusura al transito veicolare. Sulla viabilità della provincia di Arezzo permangono inoltre criticità sulle Sp di Pantaneto, Lippiano e Foiano, chiuse per allagamenti o alberi crollati.

Situazioni più o meno gravi di questo tipo si ripetono sempre più frequentemente in Toscana almeno negli ultimi dieci anni, con alcune responsabilità dei cambiamenti climatici che innescano eventi estremi e hanno modificato i regimi pluviometrici. Negli eventi alluvionali del 2011, in una sola giornata, la quantità di pioggia caduta sul suolo è stata pari a circa il 40% delle precipitazioni medie annue della Regione e la stessa cosa è successa in Maremma nel 2012.

Ma se le conseguenze a terra sono gravi è anche per la gestione non proprio corretta del territorio (consumo eccessivo di suolo, gestione intensiva delle aree agricole, abbandono delle aree montane..). Per rispondere in modo efficace ad eventi ormai divenuti ordinari è necessario un cambio di paradigma nella gestione del territorio con interventi indirizzati alla prevenzione che devono ovviamente essere supportati economicamente.

Fino ad oggi fondamentalmente le risorse economiche sono state destinate alle spese di somma urgenza ed emergenza (ovviamente non solo in Toscana). Considerando solo l'ultimo triennio 2009-2012, lo Stato ha dovuto stanziare 110 milioni in Toscana per gli interventi più urgenti (fonte Legambiente, dato aggiornato al giugno 2012). Ci sono poi le risorse regionali e comunitarie e comunque l'ammontare dei danni è molto superiore.  Se si continueranno a tamponare le emergenze la battaglia sarà sempre impari e si continueranno a contare ogni anno perdite di vite umane e danni ambientali e sociali.

Ma non è solo una questione di risorse economiche, seppur importanti. Il più volte annunciato Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico (prima o poi nascerà un governo che gli darà vita?) dovrà stabilire prima gli strumenti e le strategie di prevenzione e poi allocare le risorse necessarie alla loro attuazione, pensando che la difesa del suolo è la prima grande opera pubblica da realizzare. In questo quadro, una nuova proposta di governo del territorio, il mantenimento del presidio territoriale, e le politiche di convivenza con il rischio sono parte essenziale di una strategia improntata alla sostenibilità, che ha conseguenze virtuose economico-occupazionali di lungo periodo.

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