[11/01/2013] News

Nuovo convoglio di scorie nucleari da Saluggia a Le Hague, c'è il ricorso giudiziario

Nei prossimi giorni - secondo GlobalInfoAction  probabilmente il 13 o in alternativa il 20 gennaio - un convoglio di scorie altamente radioattive lascerà Saluggia per raggiungere il sito di riprocessamento di Areva di La Hague. Si tratta del quarto trasporto di materiale radioattivo che partirà da Saluggia per La Hague e il treno attraverserà gran parte della Francia, numerosi dipartimenti e zone densamente popolate. Effettuerà probabilmente delle fermate prolungate in alcune stazioni di smistamento.

Gli anti-nucleari italiani si pronunciano in modo netto: «Daremo informazioni tempestive sull'orario di partenza da Saluggia. Come al solito, questo pericoloso trasporto si farà senza dare nessuna informazione al pubblico. Violiamo i loro segreti!».

Intanto, in Francia, Reseau Sortir du nucléaire ha appena depositato un "référé-liberté", un  ricorso giudiziario, al tribunale amministrativo di Cergy-Pontoise per fare annullare il convoglio ferroviario con le scorie radioattive italiane.

La rete antinucleare francese sottolinea che «Composto di combustibile esausto, molto irradiante, questo convoglio deve arrivare in Francia entro alcuni giorni. Ancora una volta, questo convoglio non sarà oggetto di nessuna informazione al pubblico. I sindaci delle regioni attraversate non saranno informati, e saranno dunque nell'incapacità di organizzare correttamente un intervento di crisi in caso di emergenza. Le popolazioni saranno, come al solito, lasciate nell'ignoranza più totale».

Per "Sortir du nucléaire", «Questo costituisce un attentato grave e manifestamente illegale ad una libertà fondamentale, l'obbligo d'informazione al pubblico, iscritto nella Charte constitutionnelle de l'environnement».

I no-nuke transalpini sono convinti che il ritrattamento delle scorie italiane nasconda in realtà uno stoccaggio in Francia: «Inoltre, per ora, non esiste in Italia nessuna soluzione di stoccaggio o di deposito per accogliere queste scorie dopo la loro rilavorazione in Francia. In occasione del primo trasporto italiano nel 2008, l'Autorité de Sûreté Nucléaire aveva del resto ricordato pubblicamente le sue riserve su questi convogli e sui termini di ritorno previsti dall'accordo tra la Francia e l'Italia. Questi devono ritornare in Italia tra il 2020 e il 2025, ossia molto tardi. Perché un tale periodo di ritorno che ha come conseguenza lo stoccare le scorie italiane in Francia, in mancanza di una soluzione in Italia per riceverle? Non solo il "ritrattamento" a La Hague non rappresenta per niente un riciclaggio, ma si tratta, al contrario, di una fonte di inquinamento supplementare, della quale  gli ecosistemi e le popolazioni farebbero volentieri a meno. L'invio delle scorie radioattive a La Hague sembra soprattutto un'astuzia per certi Paesi per fare dimenticare temporaneamente il problema insolubile della loro gestione».

Il ricorso sarà esaminato oggi a partire dalle 14,00 e Réseau "Sortir du nucléaire" spera vivamente che «Permetterà di impedire questo trasporto», ma intanto promette battaglia: «Il nostro avvocato, Maître Busson, si tiene a disposizione prima e dopo l'udienza. In caso di rigetto del nostro, i potenziali tragitti ed orari del convoglio saranno pubblicati sul nostro sito e dei controlli e mobilitazioni saranno messi in campo al fine di rompere il segreto che circonda questi trasporti pericolosi».  

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