[03/01/2013] News

Combattere i cambiamenti climatici? Risolutezza politica e nuovi stili di vita più importanti della tecnologia

Troppe incertezze sociali per poter limitare l’aumento delle temperature globali a 2 gradi

Nature pubblica oggi il nuovo studio "Probabilistic cost estimates for climate change mitigation" dal quale emerge che l'accordo concluso alla Cop17 Unfccc di Doha per ridurre l'aumento delle emissioni di gas serra e delle temperature a 2 gradi entro il 2020 sarebbe molto più costoso rispetto a misure immediate per lottare contro il cambiamento climatico.

Lo studio dell'International Institute for Applied Systems Analysis (Iiasa) austriaco, al quale hanno partecipato anche ricercatori svizzeri, tedeschi,  neozelandesi e australiani, quantifica e classifica per la prima volta le incertezze associate agli sforzi per attenuare i cambiamenti climatici, comprendendo le domande sull'evoluzione climatica, le tecnologie future, la domanda di energia e le incertezze politiche.

Joeri Rogelj, un ricercatore dell'Institute for Atmospheric and Climate Science (Eth) dell'università di Zurigo, spiega che «Il sistema climatico in sé è pieno di incertezza, un argomento spesso usato per ritardare l'azione climatica fino a quando non ne sapremo di più. Abbiamo voluto inquadrare il problema in un modo nuovo e cercare di capire di più in materia di incertezze nel tentativo di limitare il riscaldamento globale e dell'azione specifica per il clima specifico».

Secondo lo studio, «L'incertezza più importante è di natura politica» e il problema è quello di capire quando i Paesi cominceranno a prendere seri provvedimenti per ridurre le emissioni di gas serra e ad attuare altre politiche che potrebbero contribuire a mitigare il cambiamento climatico. 

Keywan Riahi, leader del team del programma energia dell'Iiasa e coautore dello studio ha sottolineato: «Quando c'è un problema, con 20 anni di ritardo si possono buttare solo via i soldi. Il miglior risultato che si può ottenere è un 50% di possibilità di mantenere l'aumento della temperatura al di sotto dei 2 gradi. Due gradi è il livello attualmente sostenuto da oltre 190 Paesi, come limite per evitare cambiamenti climatici pericolosi». Il secondo ostacolo più importante sono le incertezze sociali, che influenzano la domanda di energia dei consumatori: ad esempio, la consapevolezza della gente e le scelte per quanto riguarda l'energia e l'adozione di tecnologie efficienti. Un altro ricercatore Iiasa, David McCollum, spiega che «Quanta energia consuma il mondo per andare avanti  risulta essere uno "swing factor" molto più grande per il cambiamento climatico della disponibilità di tecnologie come l'energia solare ed eolica, i biocarburanti, e così via. L'efficienza energetica, il miglioramento della pianificazione urbana, i cambiamenti degli stili di vita, queste cose dal lato della domanda dell'equazione dell'energia sono molto importanti, eppure ricevono relativamente poca attenzione rispetto al lato dell'offerta».

I ricercatori hanno esaminato le incertezze geofisiche e tecnologiche ed hanno scoperto che, mentre il sistema climatico e le tecnologie di approvvigionamento energetico sono generalmente visti come i fattori più importanti per il clima, sono in realtà meno importanti delle incertezze politiche e sociali. Il novo studio evidenzia che «Le incertezze geofisiche si riferiscono all'ignoto, all'inconoscibile, a fattori su come il sistema climatico reagisce alle emissioni di gas serra. Le incertezze tecnologiche fanno riferimento a domande su quali forniture di energia e sistemi di cattura del carbonio saranno disponibili in futuro».

Gli autori degli scenari analizzati per definire come questi fattori influenzeranno la probabilità di restare entro un aumento delle temperature di 2 gradi rivelano una varietà di prezzi del carbonio. Oltre ai  2° C, i ricercatori hanno anche analizzato la distribuzione dei costi e dei rischi per limitare il global warming al di sotto di 1,5 e 3 gradi. Con 20 anni di ritardo in una più rigorosa riduzione dei gas serra, combinata ad una futuro forte domanda energetica, ci sarà una probabilità su tre che la temperatura superi i 3° C. Allo stesso tempo, limitare il riscaldamento a 1,5° C con almeno il cinquanta per cento di chance (un obiettivo sostenuto Paesi meno sviluppati e dai piccoli Stati insulari) di riuscirci sarebbe possibile solo se il mondo cominciasse ad affrontare davvero il cambiamento climatico, ora e subito, con l'obiettivo di un futuro a basso consumo energetico.

Ma lo studio riserva una grossa e preoccupante sorpresa: «Mentre la gran parte della ricerca è concentrata sulla comprensione del clima globale, un sistema altamente complesso, con molte incertezze», secondo i ricercatori «Dopo un certo punto, ci saranno poche possibilità di limitare l'aumento della temperatura al di sotto di 2° C». Rogelj  conclude: «In ultima analisi, le leggi geofisiche del sistema Terra e le sue incertezze dettano ciò che dobbiamo aspettarci come aumento della temperatura globale. Se ritardiamo per 20 anni, la probabilità di limitare l'aumento della temperatura a 2 gradi diventa così piccolo che le incertezze geofisiche non giocano più nessun ruolo».

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